BELLISSIMA. L’ITALIA DELL’ALTA MODA 1945-1968 "Bellissima" è il film di Luchino Visconti del 1951 che fissa Anna Magnani in una delle sue parti più intense: una madre che vuole a ogni costo la figlia bambina protagonista di un film a Cinecittà. Ma “bellissima” è anche quella parola che in tutto il mondo indica la bellezza femminile, è l’Italian way of lifestyle: uno spettacolare caleidoscopio di atmosfere molli, rilassate, disorganizzate, di sesso e dolce far niente. 1945-1968 è il periodo che oscilla tra la ricostruzione di un paese sulle macerie della guerra e la radicale messa in crisi del sistema di valori costruito in quegli anni. È il momento in cui la moda si articola tra caratteri personali e qualità collettive. Offrendosi come piattaforma sulla quale cinema, arte, letteratura, design si intrecciano in una straordinaria rete di complicità che traccerà i contorni di quel laboratorio creativo che è ancora oggi l’Italia. All’ingresso della mostra una galleria di ritratti, realizzati da Federico Garolla fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, ci mostra i sarti, i creatori nel loro luogo di lavoro: l’atelier. Nello spazio privato e collettivo in cui nascono abiti e collezioni. Sullo sfondo, una Milano distrutta dalla guerra: la galleria racconta allora la ripresa e la messa a punto di un sistema produttivo e culturale che entrerà da subito nel circuito internazionale. "Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968" non è la storia dell’alta moda, è piuttosto il tentativo di ricomporre, con il filtro dell’oggi, la complessa e cangiante immagine della moda italiana, in un racconto corale fatto di tante storie esemplari che sono il tessuto che darà forma e consistenza al grande successo dell’etichetta “made in Italy”. Bellissima mette in scena una selezione di abiti di una serie di autori che hanno costruito l’identità della moda italiana, evidenziandone temi e tratti distintivi. Dalle creazioni spettacolari che hanno illuminato i grandi balli e i foyer dei teatri accompagnate dalle abbaglianti espressioni dell’alta gioielleria, all’eleganza trattenuta degli abiti da mezza sera; dal grafismo rigoroso del bianco e nero, all’esplosione cromatica - sospesa fra orientalismo allucinato e pop art spaziale - tipica degli anni sessanta; dalle invenzioni per le attrici della Hollywood sul Tevere, agli esiti della sofisticata ricerca formale frutto delle collaborazioni fra sarti e artisti. In mostra anche bijoux, scarpe, cappelli, borse che hanno lanciato il nostro alto artigianato nel mondo, rendendolo sinonimo di eccellenza. Cuore di "Bellissima", nella sua edizione a Villa Reale a Monza, è il corridoio del secondo piano nobile, elemento al quale si connettono le stanze che dispiegano i temi in mostra, che ospita una spettacolare selezione di materiali che testimoniano l’importanza e la centralità della nostra industria tessile per l’ideazione e la promozione della moda italiana, ieri come oggi. Il rapporto dell’alta moda italiana con le industrie tessili, nelle sue espressioni più riuscite come l’abbigliamento da giorno, diventa il modo per capire gli sviluppi recenti della moda. Riconoscendo così agli autori della nostra alta moda la messa a fuoco di un modello italiano poroso alle suggestioni più diverse e matrice di quel prêt-à-porter di lusso ancora unico e irripetibile. Una notevole parte del successo della moda italiana è dovuta alla qualità unica dei suoi tessuti. Nella cultura contemporanea il primato visivo e la fama dei grandi sarti hanno messo in secondo piano il lavoro e l’ inventività dei tessitori italiani. La mostra "Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968" nella sua edizione di Villa Reale a Monza evidenzia le relazioni fondamentali con il mondo del tessile italiano. La moda italiana era ed è ancora oggi una realtà in cui produttori tessili e creatori italiani dialogano con risultati straordinari. In mostra sono presenti campionari tessili mai esposti prima, tirelle, materiali di ricerca, riviste e straordinarie immagini dei servizi fotografici realizzati per le industrie tessili da due importanti protagonisti della fotografia italiana di moda: Johnny Moncada e Ugo Mulas. Il rapporto fra moda, immagine e promozione è strettamente collegato alle azioni e agli investimenti delle aziende tessili e dei relativi gruppi di categoria. Molte delle immagini di Moncada e Mulas diventavano campagne pubblicitarie o servizi su riviste simbolo come "Linea Italiana", nata nel 1965 come organo ufficiale del Centro italiano tessili abbigliamento alta moda, il Citam di Milano, istituito per favorire e sostenere le sinergie fra produttori di tessuto, creatori e confezionisti e a promuovere all’estero il binomio moda e tessile italiani. Anche grazie al contributo di importanti istituzioni italiane volte a valorizzare il nostro patrimonio tessile, quali la Fondazione Antonio Ratti, il Museo del Tessuto di Prato, il DocBi - Centro Studi Biellesi, il Centro Rete Biellese Archivi Tessile e Moda, sono moltissimi gli archivi aziendali in mostra: Agnona, Bedetti Pedraglio, Botto Giuseppe & Figli, Bozzalla, Clerici Tessuto, Faliero Sarti, Lanerossi, Lanificio G.B. Conte, Lanificio Trabaldo Piero Togna, Lanificio Zignone, Luigi Verga, Marzotto, Piacenza Cashmere, Pria, Ratti, Rivetti, Tallia di Delfino, Taroni, Valditevere. Per raccontare le qualità che definiscono il successo della moda italiana nel mondo, un percorso frutto di una molteplicità di attori che ha portato alla costruzione di un sistema fondato, ancora oggi, su una relazione strettissima e virtuosa fra produttori tessili e creatori di moda.
Bellissima. L'Italia dell'alta moda 1945-1968 [Monza, Villa Reale]
FRISA, MARIA LUISA;MONTI, GABRIELE
2015-01-01
Abstract
BELLISSIMA. L’ITALIA DELL’ALTA MODA 1945-1968 "Bellissima" è il film di Luchino Visconti del 1951 che fissa Anna Magnani in una delle sue parti più intense: una madre che vuole a ogni costo la figlia bambina protagonista di un film a Cinecittà. Ma “bellissima” è anche quella parola che in tutto il mondo indica la bellezza femminile, è l’Italian way of lifestyle: uno spettacolare caleidoscopio di atmosfere molli, rilassate, disorganizzate, di sesso e dolce far niente. 1945-1968 è il periodo che oscilla tra la ricostruzione di un paese sulle macerie della guerra e la radicale messa in crisi del sistema di valori costruito in quegli anni. È il momento in cui la moda si articola tra caratteri personali e qualità collettive. Offrendosi come piattaforma sulla quale cinema, arte, letteratura, design si intrecciano in una straordinaria rete di complicità che traccerà i contorni di quel laboratorio creativo che è ancora oggi l’Italia. All’ingresso della mostra una galleria di ritratti, realizzati da Federico Garolla fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta, ci mostra i sarti, i creatori nel loro luogo di lavoro: l’atelier. Nello spazio privato e collettivo in cui nascono abiti e collezioni. Sullo sfondo, una Milano distrutta dalla guerra: la galleria racconta allora la ripresa e la messa a punto di un sistema produttivo e culturale che entrerà da subito nel circuito internazionale. "Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968" non è la storia dell’alta moda, è piuttosto il tentativo di ricomporre, con il filtro dell’oggi, la complessa e cangiante immagine della moda italiana, in un racconto corale fatto di tante storie esemplari che sono il tessuto che darà forma e consistenza al grande successo dell’etichetta “made in Italy”. Bellissima mette in scena una selezione di abiti di una serie di autori che hanno costruito l’identità della moda italiana, evidenziandone temi e tratti distintivi. Dalle creazioni spettacolari che hanno illuminato i grandi balli e i foyer dei teatri accompagnate dalle abbaglianti espressioni dell’alta gioielleria, all’eleganza trattenuta degli abiti da mezza sera; dal grafismo rigoroso del bianco e nero, all’esplosione cromatica - sospesa fra orientalismo allucinato e pop art spaziale - tipica degli anni sessanta; dalle invenzioni per le attrici della Hollywood sul Tevere, agli esiti della sofisticata ricerca formale frutto delle collaborazioni fra sarti e artisti. In mostra anche bijoux, scarpe, cappelli, borse che hanno lanciato il nostro alto artigianato nel mondo, rendendolo sinonimo di eccellenza. Cuore di "Bellissima", nella sua edizione a Villa Reale a Monza, è il corridoio del secondo piano nobile, elemento al quale si connettono le stanze che dispiegano i temi in mostra, che ospita una spettacolare selezione di materiali che testimoniano l’importanza e la centralità della nostra industria tessile per l’ideazione e la promozione della moda italiana, ieri come oggi. Il rapporto dell’alta moda italiana con le industrie tessili, nelle sue espressioni più riuscite come l’abbigliamento da giorno, diventa il modo per capire gli sviluppi recenti della moda. Riconoscendo così agli autori della nostra alta moda la messa a fuoco di un modello italiano poroso alle suggestioni più diverse e matrice di quel prêt-à-porter di lusso ancora unico e irripetibile. Una notevole parte del successo della moda italiana è dovuta alla qualità unica dei suoi tessuti. Nella cultura contemporanea il primato visivo e la fama dei grandi sarti hanno messo in secondo piano il lavoro e l’ inventività dei tessitori italiani. La mostra "Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1945-1968" nella sua edizione di Villa Reale a Monza evidenzia le relazioni fondamentali con il mondo del tessile italiano. La moda italiana era ed è ancora oggi una realtà in cui produttori tessili e creatori italiani dialogano con risultati straordinari. In mostra sono presenti campionari tessili mai esposti prima, tirelle, materiali di ricerca, riviste e straordinarie immagini dei servizi fotografici realizzati per le industrie tessili da due importanti protagonisti della fotografia italiana di moda: Johnny Moncada e Ugo Mulas. Il rapporto fra moda, immagine e promozione è strettamente collegato alle azioni e agli investimenti delle aziende tessili e dei relativi gruppi di categoria. Molte delle immagini di Moncada e Mulas diventavano campagne pubblicitarie o servizi su riviste simbolo come "Linea Italiana", nata nel 1965 come organo ufficiale del Centro italiano tessili abbigliamento alta moda, il Citam di Milano, istituito per favorire e sostenere le sinergie fra produttori di tessuto, creatori e confezionisti e a promuovere all’estero il binomio moda e tessile italiani. Anche grazie al contributo di importanti istituzioni italiane volte a valorizzare il nostro patrimonio tessile, quali la Fondazione Antonio Ratti, il Museo del Tessuto di Prato, il DocBi - Centro Studi Biellesi, il Centro Rete Biellese Archivi Tessile e Moda, sono moltissimi gli archivi aziendali in mostra: Agnona, Bedetti Pedraglio, Botto Giuseppe & Figli, Bozzalla, Clerici Tessuto, Faliero Sarti, Lanerossi, Lanificio G.B. Conte, Lanificio Trabaldo Piero Togna, Lanificio Zignone, Luigi Verga, Marzotto, Piacenza Cashmere, Pria, Ratti, Rivetti, Tallia di Delfino, Taroni, Valditevere. Per raccontare le qualità che definiscono il successo della moda italiana nel mondo, un percorso frutto di una molteplicità di attori che ha portato alla costruzione di un sistema fondato, ancora oggi, su una relazione strettissima e virtuosa fra produttori tessili e creatori di moda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.