Il volume ripercorre e indaga la storia del design italiano dell’ultimo secolo attraverso le più importanti figure di architetti “intellettuali e teorici”, la cui cultura e visione del mondo sono stati il terreno più fertile per l’affermazione della disciplina dell’architettura e del design: a questi progettisti, cultori di settori tecnici quanto umanistici, protagonisti del passaggio dalla dimensione artigianale a quella industriale delle imprese, si deve un contributo determinante all'affermazione dell’industrial design nel nostro paese. Tra le trenta figure scelte che incarnano questa idea di "circolarità dei saperi" – ovvero di capacità di costruire un dialogo fra i progetti di architettura e di design – , tre sono considerate nel corso degli ottant'anni presi in esame come “spartiacque” del racconto sul dialogo tra architettura e design: Gio Ponti, Marco Zanuso ed Ettore Sottsass jr. Mettendo in luce i diversi approcci teorici, metodologici e pragmatici dell’attività del progettista come del designer, emerge la ricchezza interpretativa della nozione di oggetto: non solo struttura o composizione di elementi, ma anche nodo di riflessione sulla natura dei materiali, sulle relazione fra prestazioni e comportamenti, sullo spazio abitativo e la sua funzione, sui rapporti con il mondo produttivo, distributivo, della comunicazione e del consumo. Ad una introduzione comune delle autrici, seguono due saggi. Elena Dellapiana ("I designer architetti", pp. 8-31) fa il punto sulle personalità chiave dei designer architetti, sulla loro formazione e sul loro rapporto con la società e il mondo della cultura, organizzando la trattazione in quattro momenti temporali: gli anni fra le guerre mondiali, la figura dell’architetto designer negli anni Cinquanta, dal boom economico alla condizione post-moderna, per finire indagando sui modi del contemporaneo. Fiorella Bulegato ("I designer e le imprese", pp. 32-53) si interroga, invece, sempre storicamente, sul rapporto di queste figure con il contesto produttivo e il mondo imprenditoriale, fino ad affrontare la costruzione di una visione del made in Italy e le conseguenze sul progetto delle trasformazioni economiche e produttive più recenti. I saggi aprono alla trattazione di un “catalogo” di personalità, cui viene dedicata una scheda di approfondimento “sinottico” sull’architettura e sul design, con un focus sugli oggetti progettati.
Il design degli architetti italiani 1920-2000
BULEGATO, FIORELLA;
2014-01-01
Abstract
Il volume ripercorre e indaga la storia del design italiano dell’ultimo secolo attraverso le più importanti figure di architetti “intellettuali e teorici”, la cui cultura e visione del mondo sono stati il terreno più fertile per l’affermazione della disciplina dell’architettura e del design: a questi progettisti, cultori di settori tecnici quanto umanistici, protagonisti del passaggio dalla dimensione artigianale a quella industriale delle imprese, si deve un contributo determinante all'affermazione dell’industrial design nel nostro paese. Tra le trenta figure scelte che incarnano questa idea di "circolarità dei saperi" – ovvero di capacità di costruire un dialogo fra i progetti di architettura e di design – , tre sono considerate nel corso degli ottant'anni presi in esame come “spartiacque” del racconto sul dialogo tra architettura e design: Gio Ponti, Marco Zanuso ed Ettore Sottsass jr. Mettendo in luce i diversi approcci teorici, metodologici e pragmatici dell’attività del progettista come del designer, emerge la ricchezza interpretativa della nozione di oggetto: non solo struttura o composizione di elementi, ma anche nodo di riflessione sulla natura dei materiali, sulle relazione fra prestazioni e comportamenti, sullo spazio abitativo e la sua funzione, sui rapporti con il mondo produttivo, distributivo, della comunicazione e del consumo. Ad una introduzione comune delle autrici, seguono due saggi. Elena Dellapiana ("I designer architetti", pp. 8-31) fa il punto sulle personalità chiave dei designer architetti, sulla loro formazione e sul loro rapporto con la società e il mondo della cultura, organizzando la trattazione in quattro momenti temporali: gli anni fra le guerre mondiali, la figura dell’architetto designer negli anni Cinquanta, dal boom economico alla condizione post-moderna, per finire indagando sui modi del contemporaneo. Fiorella Bulegato ("I designer e le imprese", pp. 32-53) si interroga, invece, sempre storicamente, sul rapporto di queste figure con il contesto produttivo e il mondo imprenditoriale, fino ad affrontare la costruzione di una visione del made in Italy e le conseguenze sul progetto delle trasformazioni economiche e produttive più recenti. I saggi aprono alla trattazione di un “catalogo” di personalità, cui viene dedicata una scheda di approfondimento “sinottico” sull’architettura e sul design, con un focus sugli oggetti progettati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.