Il saggio affronta lo studio critico dell’opera grafica del pittore nederlandese Hans Vredeman de Vries (1526-1609) che ha declinato, nell’ambito teologico-culturale della Riforma Protestante, il tema delle prospettive architettoniche nelle sue stampe incise. Il soggetto di molte di esse è infatti la città (Anversa, in particolare), oltre che l’architettura in senso stretto, e l’approccio rappresentativo adottato dall’autore si inquadra in una personale e anticipata declinazione di quell’arte del descrivere cui si riferisce la studiosa statunitense Svetlana Alpers. Si è deciso di studiare una selezione delle stampe del De Vries che includessero immagini (complete o solo parziali) di parti di città olandesi note, nel tentativo – attraverso un processo di restituzione prospettica – di ricostruire gli spazi rappresentati e di individuare adesioni o licenze rispetto ai luoghi fisici che descrivono. Il processo esegetico è stato condotto con particolare attenzione ai contenuti dei trattati coevi e all’impiego intensivo e critico dei cosiddetti ‘punti di distanza’ introdotti da Jean Pèlerin, detto Le Viator (1445 circa- ante 1524) nel suo De Artificiali Perspectiva (Toul 1505). Il quadro critico che ne deriva inquadra l’opera del De Vies nella suggestiva luce della critica protestante alle immagini e offre un’idea di spazio figurativo di matrice metafisica ante-litteram.
Ut Pictura ita Visio: per una teoria della prospettiva nord-europea
DE ROSA, AGOSTINO
2015-01-01
Abstract
Il saggio affronta lo studio critico dell’opera grafica del pittore nederlandese Hans Vredeman de Vries (1526-1609) che ha declinato, nell’ambito teologico-culturale della Riforma Protestante, il tema delle prospettive architettoniche nelle sue stampe incise. Il soggetto di molte di esse è infatti la città (Anversa, in particolare), oltre che l’architettura in senso stretto, e l’approccio rappresentativo adottato dall’autore si inquadra in una personale e anticipata declinazione di quell’arte del descrivere cui si riferisce la studiosa statunitense Svetlana Alpers. Si è deciso di studiare una selezione delle stampe del De Vries che includessero immagini (complete o solo parziali) di parti di città olandesi note, nel tentativo – attraverso un processo di restituzione prospettica – di ricostruire gli spazi rappresentati e di individuare adesioni o licenze rispetto ai luoghi fisici che descrivono. Il processo esegetico è stato condotto con particolare attenzione ai contenuti dei trattati coevi e all’impiego intensivo e critico dei cosiddetti ‘punti di distanza’ introdotti da Jean Pèlerin, detto Le Viator (1445 circa- ante 1524) nel suo De Artificiali Perspectiva (Toul 1505). Il quadro critico che ne deriva inquadra l’opera del De Vies nella suggestiva luce della critica protestante alle immagini e offre un’idea di spazio figurativo di matrice metafisica ante-litteram.File | Dimensione | Formato | |
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