Il volume ricostruisce la vicenda del Corso superiore di disegno industriale (Csdi), inaugurato a Venezia il 5 novembre 1960, considerata la prima attività pubblica a livello universitario di formazione dedicata al design e fra le iniziative che sanciscono in Italia l’affermazione delle premesse teoriche e operative della disciplina elaborate nei decenni precedenti. La costituzione a Venezia, e non a Milano già da tempo centro propulsore del settore, si deve non solo all’Istituto veneto per il lavoro (Ivl), che ne è il promotore, ma anche all’Istituto universitario di architettura di Venezia (Iuav) che, assieme a istituzioni nazionali e locali – come Ministero della pubblica istruzione, Associazione per il disegno industriale, Istituto statale d’arte, varie Camere di Commercio del territorio circostante – e ad aziende di rilevanza internazionale, come Venini e Salviati, partecipa alla definizione del progetto sia nei contenuti didattici e scientifici sia nelle modalità organizzative e gestionali. Preceduto a Venezia nel 1956 dal Corso sperimentale di progettazione per disegnatori industriali ed artigiani, sempre a cura dell’Ivl e coordinato da Giulio Carlo Argan, il Csdi dimostra l’attenzione – e, sotto molti aspetti, la disattenzione – che l’istruzione pubblica sta riservando all’industrial design, in quegli anni già interessato dall’istituzione di insegnamenti dedicati nelle Facoltà di architettura di Firenze e Napoli e, in ambito privato, dalla fondazione a Novara del Centro studi arte/industria (poi Scuola politecnica di design). Il Cdsi di Venezia, esperienza anticipatrice di analoghe strutture a Roma, Firenze, Faenza, Urbino e Parma, coinvolge nel decennio di attività alcuni dei maggiori progettisti, storici e teorici del disegno industriale e dell’architettura italiani; fra gli altri, Ernesto N. Rogers, Carlo Scarpa, Enrico Peressutti, Silvano Tintori, Gino Valle, Angelo Mangiarotti, Giuseppe Mazzariol, Enzo Frateili, Luigi Veronesi, Giulio Cittato, Bob Noorda, Massimo Vignelli e Italo Zannier. Il testo, oltre a collocare il Csdi all’interno del contesto economico, produttivo e culturale nazionale e veneziano che ruota attorno ai temi del disegno industriale negli stessi anni, indaga le ragioni dell’istituzione del Csdi, i progetti preliminari, il contributo dei soggetti coinvolti, le scelte didattiche, l’organizzazione degli insegnamenti, l’apporto dei docenti e i motivi che portarono alla sua chiusura nel 1972.
Il Corso superiore di disegno industriale, 1960-72. Venezia, lo Iuav, gli allievi
BULEGATO, FIORELLA
In corso di stampa
Abstract
Il volume ricostruisce la vicenda del Corso superiore di disegno industriale (Csdi), inaugurato a Venezia il 5 novembre 1960, considerata la prima attività pubblica a livello universitario di formazione dedicata al design e fra le iniziative che sanciscono in Italia l’affermazione delle premesse teoriche e operative della disciplina elaborate nei decenni precedenti. La costituzione a Venezia, e non a Milano già da tempo centro propulsore del settore, si deve non solo all’Istituto veneto per il lavoro (Ivl), che ne è il promotore, ma anche all’Istituto universitario di architettura di Venezia (Iuav) che, assieme a istituzioni nazionali e locali – come Ministero della pubblica istruzione, Associazione per il disegno industriale, Istituto statale d’arte, varie Camere di Commercio del territorio circostante – e ad aziende di rilevanza internazionale, come Venini e Salviati, partecipa alla definizione del progetto sia nei contenuti didattici e scientifici sia nelle modalità organizzative e gestionali. Preceduto a Venezia nel 1956 dal Corso sperimentale di progettazione per disegnatori industriali ed artigiani, sempre a cura dell’Ivl e coordinato da Giulio Carlo Argan, il Csdi dimostra l’attenzione – e, sotto molti aspetti, la disattenzione – che l’istruzione pubblica sta riservando all’industrial design, in quegli anni già interessato dall’istituzione di insegnamenti dedicati nelle Facoltà di architettura di Firenze e Napoli e, in ambito privato, dalla fondazione a Novara del Centro studi arte/industria (poi Scuola politecnica di design). Il Cdsi di Venezia, esperienza anticipatrice di analoghe strutture a Roma, Firenze, Faenza, Urbino e Parma, coinvolge nel decennio di attività alcuni dei maggiori progettisti, storici e teorici del disegno industriale e dell’architettura italiani; fra gli altri, Ernesto N. Rogers, Carlo Scarpa, Enrico Peressutti, Silvano Tintori, Gino Valle, Angelo Mangiarotti, Giuseppe Mazzariol, Enzo Frateili, Luigi Veronesi, Giulio Cittato, Bob Noorda, Massimo Vignelli e Italo Zannier. Il testo, oltre a collocare il Csdi all’interno del contesto economico, produttivo e culturale nazionale e veneziano che ruota attorno ai temi del disegno industriale negli stessi anni, indaga le ragioni dell’istituzione del Csdi, i progetti preliminari, il contributo dei soggetti coinvolti, le scelte didattiche, l’organizzazione degli insegnamenti, l’apporto dei docenti e i motivi che portarono alla sua chiusura nel 1972.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.