Incipit comoedia. L’azione teatrale prende avvio da un dibattito giudiziario di cui è stata protagonista un’icona del nostro tempo: nel 2003 la popstar Madonna – accusata di plagio per un suo videoclip – invoca come argomento a sua difesa il ricorso alla citazione. Ma può il ricorso alla citazione scagionare dall’accusa di plagio? Come distinguere l’uso lecito dall’uso illecito di opere originali? Quale valore dare all’imitazione, quale il limite di definizione tra imitazione, riproduzione e contraffazione? Sono interrogativi che obbligano ad andare alla radice della questione. Platone e Aristotele, Carlo Michaelstaedter e Plotino, Pavel Florenskij e Gregorio di Nazianzo, Dionigi e i Padri della Chiesa, sono tra i testimoni convocati a disputare sulla questione dell’autenticità e della falsità, della riproducibilità e dell’unicità dell’opera d’arte. Le affermazioni degli illustri autori chiamati in giudizio, intrecciandosi in una articolata tessitura narrativa, danno forma a un processo che, dalla tarda antichità ai giorni nostri, mira al vivo del tema del valore dell’originale, nelle sue implicazioni filosofiche, estetiche e teologiche. Sette tappe, sette ‘stanze’ tematiche, scandiscono l’articolarsi dell’iter drammaturgico. Plagio e originale, mimesis e poiesis, iconofilia e iconoclastia: quattro stanze di parole, due stanze di immagini, e, nel cuore del percorso, una stanza di suoni. Le note di musica contemporanea, nella stanza centrale, fanno eco alle proiezioni di immagini eterogenee che evocano la storia inquieta delle icone di Occidente, fino alla voce ultima di Maria, la Vergine Madre di Dio. Explicit tragoedia.

Processo a(lla) Madonna in sette gradi. Ovvero del plagio, dell'originale e dell'inquietudine delle icone, azione teatrale

Monica Centanni;Daniela Sacco;
2008-01-01

Abstract

Incipit comoedia. L’azione teatrale prende avvio da un dibattito giudiziario di cui è stata protagonista un’icona del nostro tempo: nel 2003 la popstar Madonna – accusata di plagio per un suo videoclip – invoca come argomento a sua difesa il ricorso alla citazione. Ma può il ricorso alla citazione scagionare dall’accusa di plagio? Come distinguere l’uso lecito dall’uso illecito di opere originali? Quale valore dare all’imitazione, quale il limite di definizione tra imitazione, riproduzione e contraffazione? Sono interrogativi che obbligano ad andare alla radice della questione. Platone e Aristotele, Carlo Michaelstaedter e Plotino, Pavel Florenskij e Gregorio di Nazianzo, Dionigi e i Padri della Chiesa, sono tra i testimoni convocati a disputare sulla questione dell’autenticità e della falsità, della riproducibilità e dell’unicità dell’opera d’arte. Le affermazioni degli illustri autori chiamati in giudizio, intrecciandosi in una articolata tessitura narrativa, danno forma a un processo che, dalla tarda antichità ai giorni nostri, mira al vivo del tema del valore dell’originale, nelle sue implicazioni filosofiche, estetiche e teologiche. Sette tappe, sette ‘stanze’ tematiche, scandiscono l’articolarsi dell’iter drammaturgico. Plagio e originale, mimesis e poiesis, iconofilia e iconoclastia: quattro stanze di parole, due stanze di immagini, e, nel cuore del percorso, una stanza di suoni. Le note di musica contemporanea, nella stanza centrale, fanno eco alle proiezioni di immagini eterogenee che evocano la storia inquieta delle icone di Occidente, fino alla voce ultima di Maria, la Vergine Madre di Dio. Explicit tragoedia.
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