Il contributo tratta di una serie di temi di ricerca, sviluppati quale ricercatore all'Università Iuav di Venezia, approfonditi sperimentalmente attraverso l’attività didattica laboratoriale. Si tratta in particolare di indagini teorico-sperimentali su una serie di figure-chiave dell’arte del costruire, nella condizione moderna e strettamente contemporanea: il podio (terrazzamento di sostruzione, con relativa spazialità di natura muraria), la corte (delimitata da recinti che possono essere cavi, avere una propria profondità spaziale: veri e propri edifici di natura muraria), il riparo “pelle e ossa” (sala ipostila o Halle a luce libera, di natura prettamente tettonica, che ospita una differente spazialità del tutto libera e fluida, determinata da superfici atettoniche di puro "rivestimento" spaziale) e il grande edificio a lama o torre (spesso sospeso dal terreno su di un suolo artificiale, atopicamente sradicato): la “nave”. L’attività didattica è stata occasione per lo sviluppo sperimentale di due differenti gruppi di specifiche tematiche di ricerca, inerenti l’analisi congiunta di alcune serie delle figure-chiave sopra descritte, nel particolare rapporto che si determina nella composizione reciproca: il podio, la corte e il riparo; il podio e la nave. Tali gruppi di temi sono stati applicati ai due principali livelli di attività didattica assegnati al ricercatore, nonché alle tesi di Laurea. Nei laboratori tenuti al CdL triennale in Architettura è stata proposta agli studenti una specifica questione di riflessione e sperimentazione progettuale: il riemergere nella ricerca architettonica contemporanea, quantomeno dalla fine degli anni venti del Novecento, dell’antico tema del patio: il cortile interno, la parte più intima e segreta della casa. È il tema approfondito in particolare da Mies van der Rohe nei progetti delle case a corte degli anni Trenta del Novecento, a partire dalla realizzazione del padiglione di Barcellona nel 1929, nonché nell’insegnamento al Bauhaus e quindi all’IIT di Chicago. Queste architetture presentano invariabilmente un cortile delimitato da murature continue, nel quale è incluso uno scheletro tettonico in acciaio, a sostegno di una atettonica copertura parziale dello spazio recintato, corrispondente all’aula emergente degli ambienti principali; recinto murario e struttura si fondano su di un podio-pavimentazione di natura stereotomica, in materiale lapideo; distinte pareti smaterializzate (trasparenti) involucrano lo spazio coperto principale, mentre preziosi schermi atettonici lo suddividono internamente. Nei laboratori tenuti al CdL magistrale in Architettura sono stati proposti agli studenti una serie di specifici temi di riflessione e sperimentazione progettuale, affrontando in particolare alcune figure paradigmatiche dell’architettura della città contemporanea – della stratificazione tettonica propriamente metropolitana – che si sviluppano a partire dalla progressiva accentuazione dell’autonomia dell’elemento basamentale rispetto all’elevazione, fino a giungere all’espressione estrema della distinzione di due differenti strati urbani nel modello di complesso edilizio composto da piastra/podio (destinata a ospitare le funzioni speciali, che ne possono emergere lievemente per rendersi leggibili all’esterno) e grande edificio autonomo (il moderno tema-chiave della “nave”) in elevazione (generalmente mono-funzionale e dalla partizione semplicemente iterata), spesso sollevato su pilotis e comunque fuori scala e indifferente rispetto al contesto immediato. La nave sospesa istituisce nuovi rapporti a distanza nel paesaggio della metropoli, mentre costituisce un fondale unitario di proiezione per le architetture “uniche” che emergono a commento della linea di orizzonte inferiore – costituita dalla terrazza basamentale – definita alla scala dei percorsi/spazi interni urbani tradizionali.

Tettonica, spazio, architettura della città : ricerca ed esperienze didattiche

Doimo Martino
2019-01-01

Abstract

Il contributo tratta di una serie di temi di ricerca, sviluppati quale ricercatore all'Università Iuav di Venezia, approfonditi sperimentalmente attraverso l’attività didattica laboratoriale. Si tratta in particolare di indagini teorico-sperimentali su una serie di figure-chiave dell’arte del costruire, nella condizione moderna e strettamente contemporanea: il podio (terrazzamento di sostruzione, con relativa spazialità di natura muraria), la corte (delimitata da recinti che possono essere cavi, avere una propria profondità spaziale: veri e propri edifici di natura muraria), il riparo “pelle e ossa” (sala ipostila o Halle a luce libera, di natura prettamente tettonica, che ospita una differente spazialità del tutto libera e fluida, determinata da superfici atettoniche di puro "rivestimento" spaziale) e il grande edificio a lama o torre (spesso sospeso dal terreno su di un suolo artificiale, atopicamente sradicato): la “nave”. L’attività didattica è stata occasione per lo sviluppo sperimentale di due differenti gruppi di specifiche tematiche di ricerca, inerenti l’analisi congiunta di alcune serie delle figure-chiave sopra descritte, nel particolare rapporto che si determina nella composizione reciproca: il podio, la corte e il riparo; il podio e la nave. Tali gruppi di temi sono stati applicati ai due principali livelli di attività didattica assegnati al ricercatore, nonché alle tesi di Laurea. Nei laboratori tenuti al CdL triennale in Architettura è stata proposta agli studenti una specifica questione di riflessione e sperimentazione progettuale: il riemergere nella ricerca architettonica contemporanea, quantomeno dalla fine degli anni venti del Novecento, dell’antico tema del patio: il cortile interno, la parte più intima e segreta della casa. È il tema approfondito in particolare da Mies van der Rohe nei progetti delle case a corte degli anni Trenta del Novecento, a partire dalla realizzazione del padiglione di Barcellona nel 1929, nonché nell’insegnamento al Bauhaus e quindi all’IIT di Chicago. Queste architetture presentano invariabilmente un cortile delimitato da murature continue, nel quale è incluso uno scheletro tettonico in acciaio, a sostegno di una atettonica copertura parziale dello spazio recintato, corrispondente all’aula emergente degli ambienti principali; recinto murario e struttura si fondano su di un podio-pavimentazione di natura stereotomica, in materiale lapideo; distinte pareti smaterializzate (trasparenti) involucrano lo spazio coperto principale, mentre preziosi schermi atettonici lo suddividono internamente. Nei laboratori tenuti al CdL magistrale in Architettura sono stati proposti agli studenti una serie di specifici temi di riflessione e sperimentazione progettuale, affrontando in particolare alcune figure paradigmatiche dell’architettura della città contemporanea – della stratificazione tettonica propriamente metropolitana – che si sviluppano a partire dalla progressiva accentuazione dell’autonomia dell’elemento basamentale rispetto all’elevazione, fino a giungere all’espressione estrema della distinzione di due differenti strati urbani nel modello di complesso edilizio composto da piastra/podio (destinata a ospitare le funzioni speciali, che ne possono emergere lievemente per rendersi leggibili all’esterno) e grande edificio autonomo (il moderno tema-chiave della “nave”) in elevazione (generalmente mono-funzionale e dalla partizione semplicemente iterata), spesso sollevato su pilotis e comunque fuori scala e indifferente rispetto al contesto immediato. La nave sospesa istituisce nuovi rapporti a distanza nel paesaggio della metropoli, mentre costituisce un fondale unitario di proiezione per le architetture “uniche” che emergono a commento della linea di orizzonte inferiore – costituita dalla terrazza basamentale – definita alla scala dei percorsi/spazi interni urbani tradizionali.
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