È una mostra collettiva, multifocale e polifonica. È il frutto dell’incontro tra le generazioni: gli studenti che nel 68 erano allo Iuav per studiare, in modi diversi, l’architettura e la città; gli studenti che sono allo Iuav per studiare l’architettura e la città, ma anche le altre arti e mestieri legati alla cultura del progetto, oggi. I testi, le immagini, le voci di Iuav 1968 sono il fondale su cui Iuav 2018 si mette in scena. La posta in gioco è riuscire a riattivare – per cortocircuito di pensieri e di percezioni – quella lontana, inaudita, presa di parola che ha innescato una diversa qualità critica dello sguardo sui fenomeni della realtà, e ha fatto rivoluzione cambiando per sempre il volto dell’università e della scuola, ma anche, per tutti, il modo di stare al mondo. Iuav è stato un luogo di nascita del 68: occupare i Tolentini significava, allora, aprire le porte dell’ateneo alla città e alla società tutta, sperimentare ‘dal vero’ l’assunzione di una responsabilità politica e culturale. Disegnare nuovi spazi per l’apprendimento, aggiornare l’educazione all’architettura, stare dentro le questioni del presente, rimescolare le carte delle burocrazie di voti e di esami, insistere al bordo tra le urgenze poste dalla nascente società dei consumi e le forme alternative di “lotta e di ricerca” per mettere a nudo le ipocrisie dell’establishment, ma anche proporre un programma di studi diverso e più coinvolgente e inclusivo. Questo il quadro, insieme ludico e serissimo, in cui i giovani dissidenti del 68 decisero di condurre la loro battaglia dentro e fuori lo Iuav. Il complesso dei Tolentini, per una breve stagione, diventò la loro casa. E oggi?
Il 68 che verrà
M. CENTANNI;F. DE MAIO;M. MAGUOLO;R. RICCINI
2018-01-01
Abstract
È una mostra collettiva, multifocale e polifonica. È il frutto dell’incontro tra le generazioni: gli studenti che nel 68 erano allo Iuav per studiare, in modi diversi, l’architettura e la città; gli studenti che sono allo Iuav per studiare l’architettura e la città, ma anche le altre arti e mestieri legati alla cultura del progetto, oggi. I testi, le immagini, le voci di Iuav 1968 sono il fondale su cui Iuav 2018 si mette in scena. La posta in gioco è riuscire a riattivare – per cortocircuito di pensieri e di percezioni – quella lontana, inaudita, presa di parola che ha innescato una diversa qualità critica dello sguardo sui fenomeni della realtà, e ha fatto rivoluzione cambiando per sempre il volto dell’università e della scuola, ma anche, per tutti, il modo di stare al mondo. Iuav è stato un luogo di nascita del 68: occupare i Tolentini significava, allora, aprire le porte dell’ateneo alla città e alla società tutta, sperimentare ‘dal vero’ l’assunzione di una responsabilità politica e culturale. Disegnare nuovi spazi per l’apprendimento, aggiornare l’educazione all’architettura, stare dentro le questioni del presente, rimescolare le carte delle burocrazie di voti e di esami, insistere al bordo tra le urgenze poste dalla nascente società dei consumi e le forme alternative di “lotta e di ricerca” per mettere a nudo le ipocrisie dell’establishment, ma anche proporre un programma di studi diverso e più coinvolgente e inclusivo. Questo il quadro, insieme ludico e serissimo, in cui i giovani dissidenti del 68 decisero di condurre la loro battaglia dentro e fuori lo Iuav. Il complesso dei Tolentini, per una breve stagione, diventò la loro casa. E oggi?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.