L’interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l’architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l’urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell’architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l’originario rapporto tra il di - pinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell’architettura, storici dell’arte ed esperti di storia della rappresentazione.

Jacopo Tintoretto e la logica digitale: il caso studio dell’Ultima Cena dei Santi Gervasio e Protasio

Liva, Gabriella
2018-01-01

Abstract

L’interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l’architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l’urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell’architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l’originario rapporto tra il di - pinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell’architettura, storici dell’arte ed esperti di storia della rappresentazione.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Guidarelli-Grosso.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: DRM non definito
Dimensione 7.73 MB
Formato Adobe PDF
7.73 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/281996
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact