Guardare, imparare, trasporre. Sono questi gli atti del fare. Come imponenti connessioni, i tre termini identificano quello che si trova tra le logiche condizioni del progetto, tra il pensiero e l’azione. Il colossale gioco di immagini tra il Castello di Novara, e le nuove geografie proposte dalle rovine della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, non è altro che la misurata capacità di interagire con lo sguardo attraverso il significato dell’architettura. La tessitura della scarsella di scarpiana memoria tra le stanze di Verona, come il wa-pan a sostegno delle mura di Ningbo, sta proprio dentro questo principio, che osserva ciò che è stato, riportandolo ad un nuovo senso. La lezione delle avversità, siano queste abbandoni o distruzioni belliche, forniscono l’occasione di classificare e apprendere, coinvolgendo in ogni costruire ragionato, il senso insito del (ri) costruire. Così a Firenze come a Marsiglia, oggi come ieri, si tratteggia nell’immaginario urbano una soluzione continua secondo cui la presenza del passato, in qualsiasi ‘forma’, produce progetto. Pezzi come parti di architetture viaggiano a comporre un sillabario identico ma sempre nuovo; tipi e forme, ci insegnano Aalto, Rossi e Taut, possono diventare l’apparato spaziale in cui trascrivere e trasportare molteplici geografie. Comprendiamo quindi come la ricostruzione, in questo sistema, sia una questione di eredità compositiva, sostanziale e narrativa.

Costruire Ri-Costruire

Vincenzo Moschetti
2019-01-01

Abstract

Guardare, imparare, trasporre. Sono questi gli atti del fare. Come imponenti connessioni, i tre termini identificano quello che si trova tra le logiche condizioni del progetto, tra il pensiero e l’azione. Il colossale gioco di immagini tra il Castello di Novara, e le nuove geografie proposte dalle rovine della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, non è altro che la misurata capacità di interagire con lo sguardo attraverso il significato dell’architettura. La tessitura della scarsella di scarpiana memoria tra le stanze di Verona, come il wa-pan a sostegno delle mura di Ningbo, sta proprio dentro questo principio, che osserva ciò che è stato, riportandolo ad un nuovo senso. La lezione delle avversità, siano queste abbandoni o distruzioni belliche, forniscono l’occasione di classificare e apprendere, coinvolgendo in ogni costruire ragionato, il senso insito del (ri) costruire. Così a Firenze come a Marsiglia, oggi come ieri, si tratteggia nell’immaginario urbano una soluzione continua secondo cui la presenza del passato, in qualsiasi ‘forma’, produce progetto. Pezzi come parti di architetture viaggiano a comporre un sillabario identico ma sempre nuovo; tipi e forme, ci insegnano Aalto, Rossi e Taut, possono diventare l’apparato spaziale in cui trascrivere e trasportare molteplici geografie. Comprendiamo quindi come la ricostruzione, in questo sistema, sia una questione di eredità compositiva, sostanziale e narrativa.
2019
9788833380803
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2019, COSTRUIRE RI-COSTRUIRE(1).pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: DRM non definito
Dimensione 8.69 MB
Formato Adobe PDF
8.69 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/284864
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact