Luigi Vietti (1903-1998) ha avuto una carriera professionale particolarmente fortunata, in gran parte dedicata a incarichi che hanno contribuito alla trasformazione del territorio italiano, legati principalmente all’architettura per le vacanze. Negli anni trenta egli ha iniziato a definire la propria posizione culturale mantenendo una certa autonomia rispetto al contesto; a partire dagli anni cinquanta, ha progressivamente precisato un ambito in cui consacrare la propria attività. Vietti, in particolare, si è interessato, in misura maggiore, alla valorizzazione turistica di località come Cortina d’Ampezzo e Portofino, individuando nella storia e nelle tradizioni la chiave per dare risalto a un’estetica locale. Facendo riferimento alle tradizioni architettoniche e costruttive di un determinato territorio, Vietti ha affinato una sempre più libera e personale interpretazione delle stesse, senza trascurare le nuove istanze di un turismo che inizia ad essere a scala globale. Per una committenza alto-borghese ed aristocratica, in particolare, Vietti ha allestito delle scenografie in cui è ambientata una vita domestica che possa al contempo ospitare dei rituali sociali particolarmente esclusivi. I numerosi progetti di seconde case (al mare, in montagna, ma anche al lago) da lui costruiti, hanno avuto il merito di proporre un inedito modo di abitare “spontaneo” e “confortevole”. Inoltre, le sue realizzazioni risultano uniche e “su misura” grazie alla ricercatezza dei dettagli, alla qualità dei materiali e alla minuziosità delle lavorazioni che le contraddistinguono. Negli anni sessanta Vietti è stato tra i principali professionisti che hanno contributo alla nascita e allo sviluppo della Costa Smeralda nel litorale nordorientale della Sardegna. Questa iniziativa è stata promossa da un consorzio di investitori internazionali il cui presidente, il Principe Karim Aga Khan IV (1936), ha coinvolto fin da subito un’equipe di lavoro composta da Michele Busiri Vici, Jacques Couëlle, Antonio Simon Mossa e Luigi Vietti. Il ruolo di quest’ultimo è difficilmente paragonabile a quello degli altri progettisti. Per oltre trent’anni Vietti, infatti, si è fatto promotore delle principali scelte architettoniche e urbanistiche che hanno orientato la costruzione ex novo del comprensorio turistico. A Porto Cervo e negli altri nuovi insediamenti della Costa Smeralda, ai turisti viene offerta la possibilità di vivere un’esperienza immersiva in cui riscoprire una vita per certi versi arcaica. Per allestire una tale scenografia, Vietti fa ricorso a un nuovo linguaggio figurativo componendo sia i materiali ricavati dalle coste sarde, sia le forme e tipi edilizi riconducibili ad altre architetture spontanee. In questo modo, egli è riuscito a dare concretezza a una tradizione decorativa d’invenzione in grado di produrre un immaginario vernacolare a cui sono ricondotte non solo le sue architetture ma anche l’estetica dell’intero comprensorio turistico. In Costa Smeralda, in particolare, Vietti ha definito un repertorio di soluzioni architettoniche e di dettaglio che, con variazioni, è stato successivamente riproposto in tutti gli interventi sardi. Egli ha ricreato un’atmosfera complessiva, la quale, sotto l’apparenza “spontanea”, cela gli artifici introdotti per ottenere, ad esempio, il comfort ambientale desiderato. In un modo che risulta coerente con un’idea di architettura maturata nel corso della sua precedente attività, le realizzazioni di Vietti, curate fino alla definizione dell’arredo, sono riuscite a diventare rappresentative del gusto di una determinata classe sociale.
Luigi Vietti in Costa Smeralda: l’invenzione di un vernacolo contemporaneo / Sala, Giorgia. - (2020 Jun 04). [10.25432/sala-giorgia_phd2020-06-04]
Luigi Vietti in Costa Smeralda: l’invenzione di un vernacolo contemporaneo
SALA, GIORGIA
2020-06-04
Abstract
Luigi Vietti (1903-1998) ha avuto una carriera professionale particolarmente fortunata, in gran parte dedicata a incarichi che hanno contribuito alla trasformazione del territorio italiano, legati principalmente all’architettura per le vacanze. Negli anni trenta egli ha iniziato a definire la propria posizione culturale mantenendo una certa autonomia rispetto al contesto; a partire dagli anni cinquanta, ha progressivamente precisato un ambito in cui consacrare la propria attività. Vietti, in particolare, si è interessato, in misura maggiore, alla valorizzazione turistica di località come Cortina d’Ampezzo e Portofino, individuando nella storia e nelle tradizioni la chiave per dare risalto a un’estetica locale. Facendo riferimento alle tradizioni architettoniche e costruttive di un determinato territorio, Vietti ha affinato una sempre più libera e personale interpretazione delle stesse, senza trascurare le nuove istanze di un turismo che inizia ad essere a scala globale. Per una committenza alto-borghese ed aristocratica, in particolare, Vietti ha allestito delle scenografie in cui è ambientata una vita domestica che possa al contempo ospitare dei rituali sociali particolarmente esclusivi. I numerosi progetti di seconde case (al mare, in montagna, ma anche al lago) da lui costruiti, hanno avuto il merito di proporre un inedito modo di abitare “spontaneo” e “confortevole”. Inoltre, le sue realizzazioni risultano uniche e “su misura” grazie alla ricercatezza dei dettagli, alla qualità dei materiali e alla minuziosità delle lavorazioni che le contraddistinguono. Negli anni sessanta Vietti è stato tra i principali professionisti che hanno contributo alla nascita e allo sviluppo della Costa Smeralda nel litorale nordorientale della Sardegna. Questa iniziativa è stata promossa da un consorzio di investitori internazionali il cui presidente, il Principe Karim Aga Khan IV (1936), ha coinvolto fin da subito un’equipe di lavoro composta da Michele Busiri Vici, Jacques Couëlle, Antonio Simon Mossa e Luigi Vietti. Il ruolo di quest’ultimo è difficilmente paragonabile a quello degli altri progettisti. Per oltre trent’anni Vietti, infatti, si è fatto promotore delle principali scelte architettoniche e urbanistiche che hanno orientato la costruzione ex novo del comprensorio turistico. A Porto Cervo e negli altri nuovi insediamenti della Costa Smeralda, ai turisti viene offerta la possibilità di vivere un’esperienza immersiva in cui riscoprire una vita per certi versi arcaica. Per allestire una tale scenografia, Vietti fa ricorso a un nuovo linguaggio figurativo componendo sia i materiali ricavati dalle coste sarde, sia le forme e tipi edilizi riconducibili ad altre architetture spontanee. In questo modo, egli è riuscito a dare concretezza a una tradizione decorativa d’invenzione in grado di produrre un immaginario vernacolare a cui sono ricondotte non solo le sue architetture ma anche l’estetica dell’intero comprensorio turistico. In Costa Smeralda, in particolare, Vietti ha definito un repertorio di soluzioni architettoniche e di dettaglio che, con variazioni, è stato successivamente riproposto in tutti gli interventi sardi. Egli ha ricreato un’atmosfera complessiva, la quale, sotto l’apparenza “spontanea”, cela gli artifici introdotti per ottenere, ad esempio, il comfort ambientale desiderato. In un modo che risulta coerente con un’idea di architettura maturata nel corso della sua precedente attività, le realizzazioni di Vietti, curate fino alla definizione dell’arredo, sono riuscite a diventare rappresentative del gusto di una determinata classe sociale.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Luigi Vietti in Costa Smeralda - L'invenzione di un vernacolo contemporaneo
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Tesi di dottorato
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