Istituzione governativa di sostegno, controllo e documentazione del settore, l’Ente nazionale della moda inaugura il 20 agosto 1941 la “Rassegna del tessile e dell’abbigliamento autarchico” a Venezia, nella sede di Ca’ Giustinian, palazzo storico affacciato sul Canal Grande, nei pressi del bacino di san Marco. In “attesa della Vittoria” – ad oltre un anno dall’inizio della partecipazione italiana alla guerra mondiale –, si vogliono celebrare nelle sale marmoree del palazzo le conquiste della moda italiana ma anche il suo ruolo nel promuovere una mentalità autarchica, premessa di uno stile identitario nazionale, in grado di contrastare le tendenze straniere. Il contributo ricostruire il ruolo di questa mostra, che celebra le produzioni di oltre tremila stabilimenti di tessitura, maglieria e calzetteria, ovvero i campioni di mille tessuti-tipo realizzati secondo gli indirizzi autarchici, nell'attuazione del “sistema di propaganda” messo in atto dal regime fascista, servendosi della città lagunare, scelta per accogliere un “problema economico, di indispensabile utilità nazionale, […] mai impostato” fino ad allora in un palazzo storico. Un compito affidato a Erberto Carboni, affermato architetto, illustratore, scenografo e grafico, che realizza la “più originale, attraente ed artisticamente spettacolare mostra del genere”. Riprendendo l'attività di Carboni a partire dagli esordi parmensi, il testo delinea il contesto di riferimento e le caratteristiche che connotano il suo operato e l'interpretazione sottesa al progetto grafico-allestitivo della Rassegna, soffermandosi sul rapporto fra Carboni e Herbert Bayer, fra l'altro autore nel 1955 di una seminale Prefazione al volume voluto da Carboni per i suoi allestimenti (1957), aggiungendo un altro tassello alla sfaccettata tradizione italiana del "mostrare", originale nel contesto europeo, delineatasi negli anni Trenta e proseguita per buona parte del secolo.

Erberto Carboni, una modernità inquieta

Bulegato, Fiorella
2020-01-01

Abstract

Istituzione governativa di sostegno, controllo e documentazione del settore, l’Ente nazionale della moda inaugura il 20 agosto 1941 la “Rassegna del tessile e dell’abbigliamento autarchico” a Venezia, nella sede di Ca’ Giustinian, palazzo storico affacciato sul Canal Grande, nei pressi del bacino di san Marco. In “attesa della Vittoria” – ad oltre un anno dall’inizio della partecipazione italiana alla guerra mondiale –, si vogliono celebrare nelle sale marmoree del palazzo le conquiste della moda italiana ma anche il suo ruolo nel promuovere una mentalità autarchica, premessa di uno stile identitario nazionale, in grado di contrastare le tendenze straniere. Il contributo ricostruire il ruolo di questa mostra, che celebra le produzioni di oltre tremila stabilimenti di tessitura, maglieria e calzetteria, ovvero i campioni di mille tessuti-tipo realizzati secondo gli indirizzi autarchici, nell'attuazione del “sistema di propaganda” messo in atto dal regime fascista, servendosi della città lagunare, scelta per accogliere un “problema economico, di indispensabile utilità nazionale, […] mai impostato” fino ad allora in un palazzo storico. Un compito affidato a Erberto Carboni, affermato architetto, illustratore, scenografo e grafico, che realizza la “più originale, attraente ed artisticamente spettacolare mostra del genere”. Riprendendo l'attività di Carboni a partire dagli esordi parmensi, il testo delinea il contesto di riferimento e le caratteristiche che connotano il suo operato e l'interpretazione sottesa al progetto grafico-allestitivo della Rassegna, soffermandosi sul rapporto fra Carboni e Herbert Bayer, fra l'altro autore nel 1955 di una seminale Prefazione al volume voluto da Carboni per i suoi allestimenti (1957), aggiungendo un altro tassello alla sfaccettata tradizione italiana del "mostrare", originale nel contesto europeo, delineatasi negli anni Trenta e proseguita per buona parte del secolo.
2020
9788857575339
9788831241335
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