Il rinnovamento architettonico in chiave rinascimentale avvenne nella basilica del Santo grazie a fondamentali interventi di allestimento interno, piuttosto che a grandi opere costruttive. A partire dal 1443 fu profondamente ammodernata l’area del capocroce, dove si costruì un nuovo coro, chiuso da alte pareti rivestite in marmo, unito al presbiterio dove si trovava l’altare, su cui l’officiante celebrava con le spalle rivolte ai fedeli, secondo la tradizione medievale. Il coro – smantellato nel 1651 in adeguamento alle nuove consuetudini liturgiche – era preceduto da un’arcata su colonne, una sorta di iconostasi sulla quale campeggiava il Crocifisso bronzeo di Donatello, situata tra i piloni posteriori della crociera. L’attribuzione del disegno architettonico dell’insieme al grande scultore fiorentino, dibattuta dalla storiografia, è confermata dalle fonti documentarie e dai pezzi tuttora superstiti nella basilica, sebbene diversamente collocati, fortemente improntati al linguaggio personalissimo dell’artista. A completare l’opera intrapresa da Donatello, i massari della Veneranda Arca 113 AS, I, 344, n. 226; p. 363, nn. 482-487. Blake McHam 1994, pp. 78-83, che tuttavia equivoca sui lavori condotti nel 1533, ritenendo che anche lo schermo colonnato verso la chiesa fosse eretto in tale anno. Per la biografia di Falconetto vedi Guzzo 1994. Sui rilievi figurati della volta vedi il saggio di Michele Asolati in questo volume. 114 Sulle sculture di figura si vedano in questo volume i saggi di Anne Markham Schulz e Luca Siracusano. chiamarono - qualche decennio più tardi - il loro proto e scultore di fiducia, Giovanni Minello, che coordinò i lavori tra il 1482 e il 1497. Nello stesso 1497 si decise il rinnovamento della cappella dell’Arca del Santo, ubicata nel braccio settentrionale del transetto, bisognosa di restauri e non più adeguata alla magnificenza generale. I lavori furono avviati negli ultimi mesi del 1499 sotto la direzione di Minello, su progetto di Tullio Lombardo, forse coadiuvato dal fratello Antonio. Lo scultore veneziano rilesse in forma aggiornata lo schema della loggia, illusionisticamente sfondata verso l’esterno dalle prospettive delineate sulla pietra, che vanno a costituire lo sfondo per le scene del ciclo dei Miracoli. Grazie a un disegno ingegnoso e accurato, Tullio riuscì a realizzare la perfetta integrazione fra architettura fittizia e reale, ricca di richiami al repertorio lagunare, cui proprio la bottega dei Lombardo aveva dato un contributo fondamentale. La volta, realizzata nel 1533-34 su progetto di Giovan Maria Falconetto, con il prevalere di decorazioni in stucco dorato, contribuì ad accrescere l’effetto di brillante trasparenza del sacello.

L’ALLESTIMENTO ARCHITETTONICO RINASCIMENTALE : I CONTRIBUTI DI DONATELLO E TULLIO LOMBARDO

SAMBIN DE NORCEN, Maria Teresa
2021-01-01

Abstract

Il rinnovamento architettonico in chiave rinascimentale avvenne nella basilica del Santo grazie a fondamentali interventi di allestimento interno, piuttosto che a grandi opere costruttive. A partire dal 1443 fu profondamente ammodernata l’area del capocroce, dove si costruì un nuovo coro, chiuso da alte pareti rivestite in marmo, unito al presbiterio dove si trovava l’altare, su cui l’officiante celebrava con le spalle rivolte ai fedeli, secondo la tradizione medievale. Il coro – smantellato nel 1651 in adeguamento alle nuove consuetudini liturgiche – era preceduto da un’arcata su colonne, una sorta di iconostasi sulla quale campeggiava il Crocifisso bronzeo di Donatello, situata tra i piloni posteriori della crociera. L’attribuzione del disegno architettonico dell’insieme al grande scultore fiorentino, dibattuta dalla storiografia, è confermata dalle fonti documentarie e dai pezzi tuttora superstiti nella basilica, sebbene diversamente collocati, fortemente improntati al linguaggio personalissimo dell’artista. A completare l’opera intrapresa da Donatello, i massari della Veneranda Arca 113 AS, I, 344, n. 226; p. 363, nn. 482-487. Blake McHam 1994, pp. 78-83, che tuttavia equivoca sui lavori condotti nel 1533, ritenendo che anche lo schermo colonnato verso la chiesa fosse eretto in tale anno. Per la biografia di Falconetto vedi Guzzo 1994. Sui rilievi figurati della volta vedi il saggio di Michele Asolati in questo volume. 114 Sulle sculture di figura si vedano in questo volume i saggi di Anne Markham Schulz e Luca Siracusano. chiamarono - qualche decennio più tardi - il loro proto e scultore di fiducia, Giovanni Minello, che coordinò i lavori tra il 1482 e il 1497. Nello stesso 1497 si decise il rinnovamento della cappella dell’Arca del Santo, ubicata nel braccio settentrionale del transetto, bisognosa di restauri e non più adeguata alla magnificenza generale. I lavori furono avviati negli ultimi mesi del 1499 sotto la direzione di Minello, su progetto di Tullio Lombardo, forse coadiuvato dal fratello Antonio. Lo scultore veneziano rilesse in forma aggiornata lo schema della loggia, illusionisticamente sfondata verso l’esterno dalle prospettive delineate sulla pietra, che vanno a costituire lo sfondo per le scene del ciclo dei Miracoli. Grazie a un disegno ingegnoso e accurato, Tullio riuscì a realizzare la perfetta integrazione fra architettura fittizia e reale, ricca di richiami al repertorio lagunare, cui proprio la bottega dei Lombardo aveva dato un contributo fondamentale. La volta, realizzata nel 1533-34 su progetto di Giovan Maria Falconetto, con il prevalere di decorazioni in stucco dorato, contribuì ad accrescere l’effetto di brillante trasparenza del sacello.
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