Fin dal loro disvelamento negli anni Ottanta del Novecento, i dipinti della galleria delle Battaglie nel castello di Spezzano - residenza di delizia dei Pio di Savoia, signori di Sassuolo - hanno costituito un enigma per gli studiosi. Assai rovinato, il ciclo rappresenta le scene di una campagna militare - assedi, perlustrazioni, accampamenti, scontri frontali o a distanza – dando adito in passato alle più svariate ipotesi interpretative; la data di esecuzione era stata fissata attorno al 1530, per l’influenza delle figure sinuose di Nicolò dell’Abate sulla composizione. Grazie alle ricerche condotte sul fondo contabile dei Pio di Savoia depositato presso l’archivio di stato di Milano, da lei stessa riscoperto alcuni anni prima, l’autrice spazza via tali congetture, restituendo al ciclo il suo vero committente – Marco Pio - , l’autore - Giovanni Guerra, il celebre pittore della Roma di Sisto V -, la data, 1596. Il ciclo rientra in una vasta opera di ristrutturazione e decorazione dell’edificio, attuata in quel torno d’anni dal committente, che mira a imporsi nel panorama italiano con il suo mecenatismo, chiamando artisti di primo piano (oltre a Guerra, Cesare Baglione) e celebrando se stesso, i suoi domini (immortalati nella sala delle Vedute del medesimo edificio) e le sue personali imprese. L’esatta collocazione cronologica consente infatti di rileggere l’iconografia del ciclo di Battaglie: si tratta della campagna militare appena condotta da Marco Pio in Ungheria contro i Turchi al fianco dell’imperatore e, forse, in qualche scena, della precedente campagna di Fiandra.
La Galleria delle battaglie nel castello di Spezzano : un ciclo di Giovanni Guerra tra gli Appennini emiliani
Sambin De Norcen, Maria Teresa
2021-01-01
Abstract
Fin dal loro disvelamento negli anni Ottanta del Novecento, i dipinti della galleria delle Battaglie nel castello di Spezzano - residenza di delizia dei Pio di Savoia, signori di Sassuolo - hanno costituito un enigma per gli studiosi. Assai rovinato, il ciclo rappresenta le scene di una campagna militare - assedi, perlustrazioni, accampamenti, scontri frontali o a distanza – dando adito in passato alle più svariate ipotesi interpretative; la data di esecuzione era stata fissata attorno al 1530, per l’influenza delle figure sinuose di Nicolò dell’Abate sulla composizione. Grazie alle ricerche condotte sul fondo contabile dei Pio di Savoia depositato presso l’archivio di stato di Milano, da lei stessa riscoperto alcuni anni prima, l’autrice spazza via tali congetture, restituendo al ciclo il suo vero committente – Marco Pio - , l’autore - Giovanni Guerra, il celebre pittore della Roma di Sisto V -, la data, 1596. Il ciclo rientra in una vasta opera di ristrutturazione e decorazione dell’edificio, attuata in quel torno d’anni dal committente, che mira a imporsi nel panorama italiano con il suo mecenatismo, chiamando artisti di primo piano (oltre a Guerra, Cesare Baglione) e celebrando se stesso, i suoi domini (immortalati nella sala delle Vedute del medesimo edificio) e le sue personali imprese. L’esatta collocazione cronologica consente infatti di rileggere l’iconografia del ciclo di Battaglie: si tratta della campagna militare appena condotta da Marco Pio in Ungheria contro i Turchi al fianco dell’imperatore e, forse, in qualche scena, della precedente campagna di Fiandra.File | Dimensione | Formato | |
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