La ricerca delle proprietà di auto-generazione formale delle matrici ordinative dell’insediamento, storicamente individuabili e operabili nella vicenda storica della città europea, rappresenta il fondamento da cui muove l’attraversamento del corpus disciplinare antico e sedimentato proposto dalla dissertazione. Esso analizza le condizioni di riferimento su cui si è sviluppato il dibattito attuale sulla crisi dell’architettura e i possibili indirizzi metodologici attraverso i quali promuovere la ricomposizione dei materiali eterogenei di cui sono composti gli attuali fenomeni urbani, proponendo al contempo alcuni sondaggi in luoghi di pensiero confinari con l’ambito disciplinare, la cui autonomizzazione è in costante aumento, evidenziando così la dimensione esplorativa degli attuali contorni disciplinari contesi, instabili e mutanti. La conferma progettuale dell’esistenza-emergenza di un principio generativo delle trasformazioni urbane, offre quindi un possibile sistema di riferimento critico-concettuale e una proposta metodologica per la progettazione. La sperimentazione coglie nelle condizioni d’interferenza dei processi morfogenetici dell’insediamento, il terreno di una nuova opera-tività progettuale e teorica per riattribuire pregnanza formale ai contesti abitati, deformati nell’attuale fase dissipativa. Si ricerca così, entro la dialettica della forma architettonica con i luoghi fisici, il disvelamento progettuale dell’imprescindibile correlazione strutturale tra l’autonoma sintesi architettonica e l’incidenza delle matrici storicamente circostanti, intese in senso fisico–spaziale, socioculturale, tecnico–realizzativo. La rilevanza dimostrativa dell’assunto vede nel progetto, processo che pilota la trasformazione, il proprio strumento privilegiato, mezzo di ri-cerca e conoscenza. Entro questa accezione di architettura continua-mente prodotta per rapporto coi contesti urbani e antropogeografici, il progetto architettonico e urbano si sviluppa continuamente sulla base della dialettica tra teoria e pratica. È una pratica teorica dell’architettura che si carica della consapevolezza di complessi rapporti tra teoria, metodo e strumentazione; condizioni che sono ancora in grado di garantire riconoscibilità all’ambito disciplinare. Ricongiungendo aspetti fondativi e operativi, la proposta metodologica si determina come possibilità di definire una nuova forma coincidente con un principio insediativo ogni volta basato sul dialogo coi siti: dall’interazione contestuale alla trasformazione progettuale si estende il dominio dell’architettura, come procedimento finalizzato di formalizzazione.

Attraversamenti architettonici: progetto e generatività formale delle matrici urbane storiche. Tesi di Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica e Urbana-Politecnico di Milano

Guido Morpurgo
1998-01-01

Abstract

La ricerca delle proprietà di auto-generazione formale delle matrici ordinative dell’insediamento, storicamente individuabili e operabili nella vicenda storica della città europea, rappresenta il fondamento da cui muove l’attraversamento del corpus disciplinare antico e sedimentato proposto dalla dissertazione. Esso analizza le condizioni di riferimento su cui si è sviluppato il dibattito attuale sulla crisi dell’architettura e i possibili indirizzi metodologici attraverso i quali promuovere la ricomposizione dei materiali eterogenei di cui sono composti gli attuali fenomeni urbani, proponendo al contempo alcuni sondaggi in luoghi di pensiero confinari con l’ambito disciplinare, la cui autonomizzazione è in costante aumento, evidenziando così la dimensione esplorativa degli attuali contorni disciplinari contesi, instabili e mutanti. La conferma progettuale dell’esistenza-emergenza di un principio generativo delle trasformazioni urbane, offre quindi un possibile sistema di riferimento critico-concettuale e una proposta metodologica per la progettazione. La sperimentazione coglie nelle condizioni d’interferenza dei processi morfogenetici dell’insediamento, il terreno di una nuova opera-tività progettuale e teorica per riattribuire pregnanza formale ai contesti abitati, deformati nell’attuale fase dissipativa. Si ricerca così, entro la dialettica della forma architettonica con i luoghi fisici, il disvelamento progettuale dell’imprescindibile correlazione strutturale tra l’autonoma sintesi architettonica e l’incidenza delle matrici storicamente circostanti, intese in senso fisico–spaziale, socioculturale, tecnico–realizzativo. La rilevanza dimostrativa dell’assunto vede nel progetto, processo che pilota la trasformazione, il proprio strumento privilegiato, mezzo di ri-cerca e conoscenza. Entro questa accezione di architettura continua-mente prodotta per rapporto coi contesti urbani e antropogeografici, il progetto architettonico e urbano si sviluppa continuamente sulla base della dialettica tra teoria e pratica. È una pratica teorica dell’architettura che si carica della consapevolezza di complessi rapporti tra teoria, metodo e strumentazione; condizioni che sono ancora in grado di garantire riconoscibilità all’ambito disciplinare. Ricongiungendo aspetti fondativi e operativi, la proposta metodologica si determina come possibilità di definire una nuova forma coincidente con un principio insediativo ogni volta basato sul dialogo coi siti: dall’interazione contestuale alla trasformazione progettuale si estende il dominio dell’architettura, come procedimento finalizzato di formalizzazione.
1998
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