Il disegno realizzato per la mostra online "Il disegno, il disegno sempre ricominciato" realizzata dall'Accademia Nazionale di San Luca (01.07.2021-01.09.2021), rappresenta una sezione del Luogo di riflessione all'interno del Memoriale della Shoah di Milano. Lo spazio è inserito nell'area di manovra interna della stazione centrale. Ne sono mostrati i caratteri architettonici e la collocazione tra i binari, al di sotto delle banchine passeggeri, nel suo essere in rapporto con il sito e le sue precipue caratteristiche morfologiche e linguistiche. Il progetto è in particolare mostrato nel suo essere inserito nell'area secondo il principio del distanziamento dalle strutture preesistenti, con le quali si prefigge di attivare un rapporto dialettico. Testo allegato al disegno: Luogo di Riflessione. Memoriale della Shoah di Milano Il Luogo di Riflessione è un avvenimento plastico singolare e il segno di un’assenza. Esprime la necessità di ridefinire uno spazio in cui pensare ciò che è impensabile: la memoria di un passato indelebile. Oggettiva il tentativo di rielaborarla, di riorganizzarne la narrazione attraverso i materiali delle pratiche artistiche: la forma innanzitutto. La forma come indagine critica del reale e delle sue possibilità, come traduzione-interpretazione di un insieme di interrogazioni. La forma aperta che rende manifesta la dimensione dell’“interminabile” attraverso il disegno, suo irrinunciabile fondamento, sua ragione rigorosa ed essenziale. Questo volume troncoconico collocato nel cuore dell’area delle deportazioni si offre così come luogo da cui rimisurare le fratture della civiltà e le sue lacerazioni nella trama storica del presente, attraverso il silenzio della forma. Esso è il prodotto dell’interazione metamorfica delle tracce, degli indizi morfologici e dei residui materici, della contesa tra ombra e luce che orienta la fenomenologia della sua stessa percezione ed esperienza. È un’archeologia operante, lo scavo di un vuoto nel pieno, un’azione progettuale sinestetica in “distanziamento” dalla violenza degli eventi, per sempre confitta nelle strutture esposte dell’immane contenitore ferroviario. È il luogo della coincidenza di forma e struttura, della dimensione del nostro tempo con la materia della sua stessa memoria e i compiti che essa contiene per il futuro.

Luogo di Riflessione

Guido Morpurgo
2021-01-01

Abstract

Il disegno realizzato per la mostra online "Il disegno, il disegno sempre ricominciato" realizzata dall'Accademia Nazionale di San Luca (01.07.2021-01.09.2021), rappresenta una sezione del Luogo di riflessione all'interno del Memoriale della Shoah di Milano. Lo spazio è inserito nell'area di manovra interna della stazione centrale. Ne sono mostrati i caratteri architettonici e la collocazione tra i binari, al di sotto delle banchine passeggeri, nel suo essere in rapporto con il sito e le sue precipue caratteristiche morfologiche e linguistiche. Il progetto è in particolare mostrato nel suo essere inserito nell'area secondo il principio del distanziamento dalle strutture preesistenti, con le quali si prefigge di attivare un rapporto dialettico. Testo allegato al disegno: Luogo di Riflessione. Memoriale della Shoah di Milano Il Luogo di Riflessione è un avvenimento plastico singolare e il segno di un’assenza. Esprime la necessità di ridefinire uno spazio in cui pensare ciò che è impensabile: la memoria di un passato indelebile. Oggettiva il tentativo di rielaborarla, di riorganizzarne la narrazione attraverso i materiali delle pratiche artistiche: la forma innanzitutto. La forma come indagine critica del reale e delle sue possibilità, come traduzione-interpretazione di un insieme di interrogazioni. La forma aperta che rende manifesta la dimensione dell’“interminabile” attraverso il disegno, suo irrinunciabile fondamento, sua ragione rigorosa ed essenziale. Questo volume troncoconico collocato nel cuore dell’area delle deportazioni si offre così come luogo da cui rimisurare le fratture della civiltà e le sue lacerazioni nella trama storica del presente, attraverso il silenzio della forma. Esso è il prodotto dell’interazione metamorfica delle tracce, degli indizi morfologici e dei residui materici, della contesa tra ombra e luce che orienta la fenomenologia della sua stessa percezione ed esperienza. È un’archeologia operante, lo scavo di un vuoto nel pieno, un’azione progettuale sinestetica in “distanziamento” dalla violenza degli eventi, per sempre confitta nelle strutture esposte dell’immane contenitore ferroviario. È il luogo della coincidenza di forma e struttura, della dimensione del nostro tempo con la materia della sua stessa memoria e i compiti che essa contiene per il futuro.
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