La tesi investiga la costruzione di un luogo, attraverso i tentativi portati avanti da un imprenditore nel campo laniero. Un paesaggio che racconta la trasformazione dell’esistente e che ritrova nel significato etimologico della parola “paese”, la capacità di abbracciare oggi tutto il reale, gli attori che lo abitano e le azioni che quotidianamente impongono le proprie trasformazioni. La costruzione di un paesaggio. L’invenzione di una montagna. Questa tesi è una dissertazione che vuole indagare questo processo antropico (e molto poco naturale) che passa attraverso l’intervento di una serie di protagonisti, ma soprattutto attraverso la visione di un imprenditore: Ermenegildo Zegna. Un’imprenditoria illuminata, la montagna (del biellese) sopra Trivero e una serie di progettisti che saranno in grado di restituire dignità e bellezza ad un luogo di produzione sono i protagonisti di questa vicenda italiana conosciuta come Azienda Ermenegildo Zegna, una vicenda particolare che mette in rapporto architettura, paesaggio e industria nell’Italia a cavallo tra gli anni Trenta e Sessanta. Ma la vera protagonista di questa ricerca è la montagna, simbolo e palcoscenico della grande opera di ricucitura paesaggistica e sociale, capace di esaltare i caratteri identitari e il senso di appartenenza al luogo. Le Prealpi Biellesi sono lo scenario in cui si costruisce un insediamento diffuso dove il progetto industriale dei fratelli Zegna assume carattere territoriale investendo tutto l’abitato di Trivero e le zone ad esso adiacenti, implicando uno sforzo progettuale e costruttivo che andava al di là della mera espansione e modernizzazione dell’apparato produttivo dei lanifici, toccando aspetti residenziali, ricreativi, assistenziali e paesaggistici dell’intera comunità. La ricerca, attraverso l’analisi dei rapporti che Zegna instaura con affermati progettisti, si pone l’obiettivo di analizzare le differenti progettualità portate avanti da un imprenditore nella “costruzione” di una montagna. Nella relazione tra architetti, paesaggisti e tecnici, le idee dell’imprenditore laniero prendono forma depositandosi sul territorio prealpino di Trivero. Le architetture e le opere analizzate, più che per la loro valenza architettonica, sono prese in considerazione per la relazione con gli spazi esterni, spazi privati che diverranno pubblici e di rappresentanza, ma anche per la loro capacità di raccontare gli immaginari dell’imprenditore di Trivero e per la loro attitudine a veicolare e modificare la relazione con il territorio. Il percorso di ricerca è stato svolto attraverso la consultazione dei materiali presenti presso la Fondazione Zegna a Trivero, e con lo studio della documentazione presente nell’Archivio Pietro Porcinai a Fiesole (Firenze) con l’intento di indagare il percorso che sottende la costruzione di un luogo e la crescita di un’azienda. Un progetto che non è un “fallimento”, dove al ruolo dell’architettura, che rimane impigliata più in una risposta meramente funzionale rispetto all’importanza della sua espressività, Zegna corrisponde un’attenzione tutta particolare alla progettazione architettonica su scala territoriale, in cui l’importanza del paesaggio assume una posizione sempre più determinante nella crescita dell’azienda stessa e del suo futuro sviluppo. Il progetto Zegna è un progetto vivo, continuo, il “potente” risultato di «attività umana, inattività umana e caso», è una “macchina”. “Macchina” non solo come tramite tra natura e uomo nella realizzazione di un filo, infiniti fili, una stoffa, ma in una visione più ampia, come concetto applicabile all’intero territorio di Trivero, come un organismo complesso e in continua evoluzione, una “macchina scenica” capace di rispondere alle esigenze imprenditoriali e al contempo di mutare lo spazio e la sua percezione.
La montagna di Ermenegildo Zegna. Invenzione di un paesaggio dell’Italia moderna / Zilio, Luca. - (2021 Jun 28). [10.25432/zilio-luca_phd2021-06-28]
La montagna di Ermenegildo Zegna. Invenzione di un paesaggio dell’Italia moderna
ZILIO, LUCA
2021-06-28
Abstract
La tesi investiga la costruzione di un luogo, attraverso i tentativi portati avanti da un imprenditore nel campo laniero. Un paesaggio che racconta la trasformazione dell’esistente e che ritrova nel significato etimologico della parola “paese”, la capacità di abbracciare oggi tutto il reale, gli attori che lo abitano e le azioni che quotidianamente impongono le proprie trasformazioni. La costruzione di un paesaggio. L’invenzione di una montagna. Questa tesi è una dissertazione che vuole indagare questo processo antropico (e molto poco naturale) che passa attraverso l’intervento di una serie di protagonisti, ma soprattutto attraverso la visione di un imprenditore: Ermenegildo Zegna. Un’imprenditoria illuminata, la montagna (del biellese) sopra Trivero e una serie di progettisti che saranno in grado di restituire dignità e bellezza ad un luogo di produzione sono i protagonisti di questa vicenda italiana conosciuta come Azienda Ermenegildo Zegna, una vicenda particolare che mette in rapporto architettura, paesaggio e industria nell’Italia a cavallo tra gli anni Trenta e Sessanta. Ma la vera protagonista di questa ricerca è la montagna, simbolo e palcoscenico della grande opera di ricucitura paesaggistica e sociale, capace di esaltare i caratteri identitari e il senso di appartenenza al luogo. Le Prealpi Biellesi sono lo scenario in cui si costruisce un insediamento diffuso dove il progetto industriale dei fratelli Zegna assume carattere territoriale investendo tutto l’abitato di Trivero e le zone ad esso adiacenti, implicando uno sforzo progettuale e costruttivo che andava al di là della mera espansione e modernizzazione dell’apparato produttivo dei lanifici, toccando aspetti residenziali, ricreativi, assistenziali e paesaggistici dell’intera comunità. La ricerca, attraverso l’analisi dei rapporti che Zegna instaura con affermati progettisti, si pone l’obiettivo di analizzare le differenti progettualità portate avanti da un imprenditore nella “costruzione” di una montagna. Nella relazione tra architetti, paesaggisti e tecnici, le idee dell’imprenditore laniero prendono forma depositandosi sul territorio prealpino di Trivero. Le architetture e le opere analizzate, più che per la loro valenza architettonica, sono prese in considerazione per la relazione con gli spazi esterni, spazi privati che diverranno pubblici e di rappresentanza, ma anche per la loro capacità di raccontare gli immaginari dell’imprenditore di Trivero e per la loro attitudine a veicolare e modificare la relazione con il territorio. Il percorso di ricerca è stato svolto attraverso la consultazione dei materiali presenti presso la Fondazione Zegna a Trivero, e con lo studio della documentazione presente nell’Archivio Pietro Porcinai a Fiesole (Firenze) con l’intento di indagare il percorso che sottende la costruzione di un luogo e la crescita di un’azienda. Un progetto che non è un “fallimento”, dove al ruolo dell’architettura, che rimane impigliata più in una risposta meramente funzionale rispetto all’importanza della sua espressività, Zegna corrisponde un’attenzione tutta particolare alla progettazione architettonica su scala territoriale, in cui l’importanza del paesaggio assume una posizione sempre più determinante nella crescita dell’azienda stessa e del suo futuro sviluppo. Il progetto Zegna è un progetto vivo, continuo, il “potente” risultato di «attività umana, inattività umana e caso», è una “macchina”. “Macchina” non solo come tramite tra natura e uomo nella realizzazione di un filo, infiniti fili, una stoffa, ma in una visione più ampia, come concetto applicabile all’intero territorio di Trivero, come un organismo complesso e in continua evoluzione, una “macchina scenica” capace di rispondere alle esigenze imprenditoriali e al contempo di mutare lo spazio e la sua percezione.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: La montagna di Ermenegildo Zegna. Invenzione di un paesaggio dell’Italia moderna
Tipologia:
Tesi di dottorato
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