Le azioni di risanamento e cura sono di solito consequenziali. Quando il primo interviene a seguito di una fase di crisi e di degrado, si stabilisce inevitabilmente un equilibrio diverso dal precedente. La nuova condizione va adeguata e preservata nel tempo, con cure che possano assecondare la capacità di adattamento alle tante variazioni e trasformazioni sia da parte delle persone sia dell’ambiente costruito e del paesaggio. A inizio Novecento la trasformazione della gronda lagunare consente la costruzione di nuove parti urbane per rispondere a quelle necessità di sviluppo incompatibili tanto con la struttura insulare del centro storico quanto con la densità del suo patrimonio artistico e architettonico. In particolare Porto Marghera nasce anche con l’obiettivo di liberare la città insulare da quelle attività produttive e portuali che richiedevano sempre più spazio ed erano causa di problematiche varie tra degrado e inquinamento. La costruzione del porto industriale favorirà infatti l’avvio di un importante percorso di risanamento del centro storico come città d'arte votata al turismo, che dopo essersi risollevata da varie crisi e calamità, come l’alluvione del 1966, insieme alla sua Laguna sarà riconosciuta città di rilevanza mondiale per il valore storico-artistico e ambientale e dichiarata nel 1987 patrimonio dell’umanità. Con lo spostamento del Porto di Venezia oltre al realizzarsi di alcune premesse per il risanamento generale della città d’acqua, si configura anche uno sviluppo industriale a una certa distanza dal patrimonio storico-artistico. Una distanza fisica poco significativa ai fini ambientali, ma che allora trova le condizioni politiche ed economiche per alimentare una trasformazione sostanziale con la costruzione di un sistema industriale complesso, incentrato sulla chimica e sui derivati del petrolio. Intanto le attività industriali iniziano a influenzare notevolmente la qualità della Laguna nonché lo stato di salute delle persone, tanto che nel 1998 Porto Marghera è identificato ad alto rischio ambientale e nel 2000 viene definito il perimetro del Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.). Marghera città giardino vuole rispondere sin dall’inizio alla volontà di realizzare una città più sana e verde, in grado di reagire alla nascita della grande area industriale. Si adottano quindi principi di igiene e salubrità, alternativi alla città densa e compatta qual'è la Venezia insulare. Curare Venezia a partire da Marghera vuol dire riconoscere in entrambe sia i fattori critici e di rischio, sia quelli positivi emersi dalle specificità dei modelli che le hanno costruite e tutt’oggi connotano parti di una città molteplice ma allo stesso tempo unica. È tuttavia necessario comprendere l’utilità di una nuova inversione di rotta, che presti attenzione alle problematiche di quelle parti urbane costruite nel secolo scorso, consapevoli che proprio la Venezia del centro storico può oggi assumere il ruolo di modello di resilienza e sostenibilità a cui la città del margine lagunare può guardare per migliorare la qualità di vita di chi vi abita.

Tra risanamento e cura : Venezia-Marghera andata e ritorno

Vanore, M.
2021-01-01

Abstract

Le azioni di risanamento e cura sono di solito consequenziali. Quando il primo interviene a seguito di una fase di crisi e di degrado, si stabilisce inevitabilmente un equilibrio diverso dal precedente. La nuova condizione va adeguata e preservata nel tempo, con cure che possano assecondare la capacità di adattamento alle tante variazioni e trasformazioni sia da parte delle persone sia dell’ambiente costruito e del paesaggio. A inizio Novecento la trasformazione della gronda lagunare consente la costruzione di nuove parti urbane per rispondere a quelle necessità di sviluppo incompatibili tanto con la struttura insulare del centro storico quanto con la densità del suo patrimonio artistico e architettonico. In particolare Porto Marghera nasce anche con l’obiettivo di liberare la città insulare da quelle attività produttive e portuali che richiedevano sempre più spazio ed erano causa di problematiche varie tra degrado e inquinamento. La costruzione del porto industriale favorirà infatti l’avvio di un importante percorso di risanamento del centro storico come città d'arte votata al turismo, che dopo essersi risollevata da varie crisi e calamità, come l’alluvione del 1966, insieme alla sua Laguna sarà riconosciuta città di rilevanza mondiale per il valore storico-artistico e ambientale e dichiarata nel 1987 patrimonio dell’umanità. Con lo spostamento del Porto di Venezia oltre al realizzarsi di alcune premesse per il risanamento generale della città d’acqua, si configura anche uno sviluppo industriale a una certa distanza dal patrimonio storico-artistico. Una distanza fisica poco significativa ai fini ambientali, ma che allora trova le condizioni politiche ed economiche per alimentare una trasformazione sostanziale con la costruzione di un sistema industriale complesso, incentrato sulla chimica e sui derivati del petrolio. Intanto le attività industriali iniziano a influenzare notevolmente la qualità della Laguna nonché lo stato di salute delle persone, tanto che nel 1998 Porto Marghera è identificato ad alto rischio ambientale e nel 2000 viene definito il perimetro del Sito di Interesse Nazionale (S.I.N.). Marghera città giardino vuole rispondere sin dall’inizio alla volontà di realizzare una città più sana e verde, in grado di reagire alla nascita della grande area industriale. Si adottano quindi principi di igiene e salubrità, alternativi alla città densa e compatta qual'è la Venezia insulare. Curare Venezia a partire da Marghera vuol dire riconoscere in entrambe sia i fattori critici e di rischio, sia quelli positivi emersi dalle specificità dei modelli che le hanno costruite e tutt’oggi connotano parti di una città molteplice ma allo stesso tempo unica. È tuttavia necessario comprendere l’utilità di una nuova inversione di rotta, che presti attenzione alle problematiche di quelle parti urbane costruite nel secolo scorso, consapevoli che proprio la Venezia del centro storico può oggi assumere il ruolo di modello di resilienza e sostenibilità a cui la città del margine lagunare può guardare per migliorare la qualità di vita di chi vi abita.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/304730
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