“Penso alla forza dei venti o all’azione dell’acqua, e alle infinite figure generate: crinali, piani, valli, lagune”, afferma Alberto Cecchetto, riflettendo con Esther Giani sulle ragioni e sui modi del progettare luoghi. Il compito dell’architetto è qui ampliato, dilatato a saper leggere un luogo e a saperlo trasformare, innovare, innervare di nuova vita. Il termine luogo non dà scampo: il materiale del progetto è il contesto, la natura con i suoi processi di costruzione e la cultura materiale che l’ha interpretata. Complessità e contraddizioni emergono come valori: così è ribadito nel testo, ma anche nei disegni di Cecchetto abitati da persone, alberi, movimenti, linee di tensione, domande, processi in fieri e configurazioni. Il dialogo attraversa luoghi come Venezia e il Trentino, passaggi della storia dello Iuav, ripercorre il rapporto tra allievo e maestro, tra Cecchetto e De Carlo. Il rapporto allievo e maestro è affrontato da Esther Giani anche per ribadire la necessità che gli studenti siano il fulcro di una scuola. Si arriva così a riattraversare le modalità di ideazione del progetto per Mazzorbo, esperienza oggi certamente da studiare come apripista di una nuova stagione dell’architettura della partecipazione. “A un progettista servono ambizione e coraggio”, affermava De Carlo, parole che riecheggiano nello scorrere delle pagine. Il dialogo immerge appunto in un’idea di architettura fatta di sfide da affrontare con competenza e pazienza, un’idea di architettura che abbatte i recinti tra progetto e vita. (Sara Marini)

Prologo

Giani, Esther
2021-01-01

Abstract

“Penso alla forza dei venti o all’azione dell’acqua, e alle infinite figure generate: crinali, piani, valli, lagune”, afferma Alberto Cecchetto, riflettendo con Esther Giani sulle ragioni e sui modi del progettare luoghi. Il compito dell’architetto è qui ampliato, dilatato a saper leggere un luogo e a saperlo trasformare, innovare, innervare di nuova vita. Il termine luogo non dà scampo: il materiale del progetto è il contesto, la natura con i suoi processi di costruzione e la cultura materiale che l’ha interpretata. Complessità e contraddizioni emergono come valori: così è ribadito nel testo, ma anche nei disegni di Cecchetto abitati da persone, alberi, movimenti, linee di tensione, domande, processi in fieri e configurazioni. Il dialogo attraversa luoghi come Venezia e il Trentino, passaggi della storia dello Iuav, ripercorre il rapporto tra allievo e maestro, tra Cecchetto e De Carlo. Il rapporto allievo e maestro è affrontato da Esther Giani anche per ribadire la necessità che gli studenti siano il fulcro di una scuola. Si arriva così a riattraversare le modalità di ideazione del progetto per Mazzorbo, esperienza oggi certamente da studiare come apripista di una nuova stagione dell’architettura della partecipazione. “A un progettista servono ambizione e coraggio”, affermava De Carlo, parole che riecheggiano nello scorrere delle pagine. Il dialogo immerge appunto in un’idea di architettura fatta di sfide da affrontare con competenza e pazienza, un’idea di architettura che abbatte i recinti tra progetto e vita. (Sara Marini)
2021
9788884977861
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
cecchetto impGAM 14 maggio 21.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: Accesso ristretto
Dimensione 1.7 MB
Formato Adobe PDF
1.7 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/305282
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact