Oggetto del volume è villa Sarabhai, costruita da Le Corbusier ad Ahmedabad, in India, tra il 1951 e il 1956 per Manorama Sarabhai, esponente di una tra le più raffinate e potenti famiglie imprenditoriali indiane. Costruita all’ombra della più eclatante impresa che vede Le Corbusier dare forma negli stessi anni a Chandigarh — la città di nuova fondazione nel Punjab — la villa resta ancora oggi, nonostante la sovrabbondante bibliografia dedicata all’architetto franco-svizzero, un’opera poco conosciuta e scarsamente indagata. La natura in qualche modo ambigua della villa, espressione matura della stagione “brutalista” di Le Corbusier, e al contempo salutata come l’opera più “indiana” tra quanto costruito dall’architetto ad Ahmedabad, suscita a tutt’oggi irrisolti interrogativi. Sullo sfondo di un’India da poco uscita dalla dominazione britannica, casa Sarabhai prende forma a partire dal tipo di villa mediterranea messa a punto da Le Corbusier nel tempo, rispetto al quale tradisce tuttavia significativi “scarti”, rivelando molteplici e complesse contaminazioni, le cui ragioni vanno verosimilmente ricercate nei modi di vita tradizionali e nel paesaggio culturale locale, strenuamente difeso da un’esigente committente, qual era Manorama Sarabhai. Nel tentativo di comprendere il ruolo svolto da Le Corbusier nel farsi della fabbrica, insieme alle effettive intenzioni riposte nelle soluzioni di cui l’architettura è documento, il volume ripercorre le circostanze intrinseche alla progettazione e costruzione della villa – a partire dal complesso intreccio tra committenza, disegno e cantiere – avvalendosi della fitta corrispondenza tra lo studio parigino e il cantiere, seguito da fidati collaboratori come Jean Louis Véret e Balkrishna Doshi. L’insieme degli scatti fotografici realizzati da Véret ai cantieri delle diverse fabbriche lecorbuseriane ad Ahmedabad, riproposti per la prima volta, costituiscono infine una documentazione utile sia alla ricostruzione della cronologia delle fabbriche, sia all’individuazione dei ruoli svolti dai diversi protagonisti che si sono susseguiti nel tempo.
Le Corbusier in India : villa Sarabhai, Ahmedabad, 1951-1956
Maria Bonaiti
2021-01-01
Abstract
Oggetto del volume è villa Sarabhai, costruita da Le Corbusier ad Ahmedabad, in India, tra il 1951 e il 1956 per Manorama Sarabhai, esponente di una tra le più raffinate e potenti famiglie imprenditoriali indiane. Costruita all’ombra della più eclatante impresa che vede Le Corbusier dare forma negli stessi anni a Chandigarh — la città di nuova fondazione nel Punjab — la villa resta ancora oggi, nonostante la sovrabbondante bibliografia dedicata all’architetto franco-svizzero, un’opera poco conosciuta e scarsamente indagata. La natura in qualche modo ambigua della villa, espressione matura della stagione “brutalista” di Le Corbusier, e al contempo salutata come l’opera più “indiana” tra quanto costruito dall’architetto ad Ahmedabad, suscita a tutt’oggi irrisolti interrogativi. Sullo sfondo di un’India da poco uscita dalla dominazione britannica, casa Sarabhai prende forma a partire dal tipo di villa mediterranea messa a punto da Le Corbusier nel tempo, rispetto al quale tradisce tuttavia significativi “scarti”, rivelando molteplici e complesse contaminazioni, le cui ragioni vanno verosimilmente ricercate nei modi di vita tradizionali e nel paesaggio culturale locale, strenuamente difeso da un’esigente committente, qual era Manorama Sarabhai. Nel tentativo di comprendere il ruolo svolto da Le Corbusier nel farsi della fabbrica, insieme alle effettive intenzioni riposte nelle soluzioni di cui l’architettura è documento, il volume ripercorre le circostanze intrinseche alla progettazione e costruzione della villa – a partire dal complesso intreccio tra committenza, disegno e cantiere – avvalendosi della fitta corrispondenza tra lo studio parigino e il cantiere, seguito da fidati collaboratori come Jean Louis Véret e Balkrishna Doshi. L’insieme degli scatti fotografici realizzati da Véret ai cantieri delle diverse fabbriche lecorbuseriane ad Ahmedabad, riproposti per la prima volta, costituiscono infine una documentazione utile sia alla ricostruzione della cronologia delle fabbriche, sia all’individuazione dei ruoli svolti dai diversi protagonisti che si sono susseguiti nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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