Un design adattivo per gli artefatti e gli interni della vita quotidiana dell’età ibrida

Si può sostenere che siamo da tempo di fronte a una nuo- va concezione e a un nuovo modo di intendere gli ogget- ti-prodotti-merci contemporanei, già in essere ben prima dell’attuale situazione di pandemia e dei suoi effetti globali e complessivi. La condizione degli artefatti – dentro quella che da A. e P. Khanna è stata definita l’“età ibrida” di commistione fra fisico e digitale, fra materiale e immateriale (L’età ibrida. Il potere della tecnologia nella competizione globale, Codi- ce Edizioni 2013) – si è avviata lungo due direzioni. Da una parte si collocano i prodotti commodity, vale a dire beni indifferenziati che usiamo tutti i giorni e rispondono a specifiche e puntuali necessità, dai nostri computer agli smart phone. Funzionano in buona sostanza come “uten- sili”: come quelli archetipi e storici (ad esempio gli attrezzi da lavoro o... le armi), come i moderni elettrodomestici o alcuni mezzi di trasporto pubblico o collettivo. In verità sia- mo probabilmente da tempo già avviati verso una nuova generazione di automobili commodity, che si ricaricano e si guidano da sole, depotenziate di ogni valore simbo- lico-emotivo.