Il testo introduce ad serie di riflessioni, verificate attraverso la progettazione, su paesaggi e territori, in questo caso terrazzati, costruiti attraverso pratiche di produzione agricola, cura, trasformazione morfologica e regimentazione delle acque, la cui progressiva dismissione ha comportato regressione ad uno stato di natura incolta, inaccessibile e banale, esposti ad una rapida perdita di forma, quale effetto di fenomeni erosivi. Per i casi dei contesti liguri, progettualmente analizzati, si pone l’obiettivo della conservazione ‘attiva’ del patrimonio paesaggistico e geomorfologico, la cui perdita di segni sembra essere una conseguenza inevitabile, ma inaccettabile. I casi indagati, del paesaggio costiero ligure, non d’altronde dissimili dal paesaggio veneto lagunare, dove l’abbandono dell’attività di pescicoltura ha comporta la rapida recessione della morfologia di suoli e la conseguente perdita di paesaggi consolidati. Spesso forme e misure di produzione, che hanno configurato gli assetti dei suoli oggi sottoposti a tutela, non sono più compatibili con un adeguamento tecnologico dell’attività agricola. Lo spazio breve dei terrazzamenti liguri è al contempo contenitore del capitale umano che si è depositato sul suolo e misura delle azioni che lo hanno prodotto. Il valore paesaggistico di tali luoghi impone attenzione alla morfologia dei suoli ed all’impiego di pratiche di coltura ancora fortemente legate alla scala umana. I progetti illustrati esplorano queste condizioni agli opposti geografici della costa ligure, precisamente in provincia di Savona e di La Spezia. Per entrambi il punto di partenza imprescindibile è la conoscenza della condizione orografica contestuale, che diventa il palinsesto delle riflessioni su come attivare interventi e processi di trasformazione, che consentano di tutelarne le struttura morfologica verso una condizione di sostenibilità della loro conservazione, venuta meno la funzione produttiva di reddito.

Il territorio costiero ligure: recupero e manutenzione di paesaggi agricoli terrazzati

Zampieri, Laura
2012-01-01

Abstract

Il testo introduce ad serie di riflessioni, verificate attraverso la progettazione, su paesaggi e territori, in questo caso terrazzati, costruiti attraverso pratiche di produzione agricola, cura, trasformazione morfologica e regimentazione delle acque, la cui progressiva dismissione ha comportato regressione ad uno stato di natura incolta, inaccessibile e banale, esposti ad una rapida perdita di forma, quale effetto di fenomeni erosivi. Per i casi dei contesti liguri, progettualmente analizzati, si pone l’obiettivo della conservazione ‘attiva’ del patrimonio paesaggistico e geomorfologico, la cui perdita di segni sembra essere una conseguenza inevitabile, ma inaccettabile. I casi indagati, del paesaggio costiero ligure, non d’altronde dissimili dal paesaggio veneto lagunare, dove l’abbandono dell’attività di pescicoltura ha comporta la rapida recessione della morfologia di suoli e la conseguente perdita di paesaggi consolidati. Spesso forme e misure di produzione, che hanno configurato gli assetti dei suoli oggi sottoposti a tutela, non sono più compatibili con un adeguamento tecnologico dell’attività agricola. Lo spazio breve dei terrazzamenti liguri è al contempo contenitore del capitale umano che si è depositato sul suolo e misura delle azioni che lo hanno prodotto. Il valore paesaggistico di tali luoghi impone attenzione alla morfologia dei suoli ed all’impiego di pratiche di coltura ancora fortemente legate alla scala umana. I progetti illustrati esplorano queste condizioni agli opposti geografici della costa ligure, precisamente in provincia di Savona e di La Spezia. Per entrambi il punto di partenza imprescindibile è la conoscenza della condizione orografica contestuale, che diventa il palinsesto delle riflessioni su come attivare interventi e processi di trasformazione, che consentano di tutelarne le struttura morfologica verso una condizione di sostenibilità della loro conservazione, venuta meno la funzione produttiva di reddito.
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