Per approfondire il significato di formule che cercano di sintetizzare nuove esigenze - come “nuove residenze per nuove utenze” - è necessario porre quesiti che vadano alla radice di alcune concezioni fondamentali nella progettazione dell’abitare, e della residenza collettiva in particolare, riconoscendo che quegli slogans riflettono la necessità di stabilire campi di innovazione che rispondano a una organizzazione sociale diversa da quella che ha prodotto sino ad oggi la residenza. A titolo di esempio: ha ancora senso smembrare la funzione abitativa in sotto funzioni, facendo corrispondere a queste precisi spazi? Ossia: una funzione occupa ancora univocamente una stanza? Chi abita la casa? Vi sono specifici spazi per ogni abitante? Quale rapporto dimensionale deve esistere tra le superfici della privacy e quelle della vita sociale nella residenza collettiva? Ossia: qual è la superficie minima di una unità abitativa? Quale il rapporto tra lo spazio privato e lo spazio collettivo? Quale il rapporto tra la figurazione privata e quella collettiva? Quali possono essere gli spazi della personalizzazione? Quali le caratteristiche spaziali dell’appropriabilità? Quale il rapporto tra le attrezzature fisse e quelle mobili dell’alloggio, in relazione alle caratteristiche degli spazi e in relazione alle specifiche, diverse esigenze degli abitanti?

Nuovi spazi per nuovi modi di abitare? Spazio e uso nelle residenze collettive

Manzelle, Maura
2010-01-01

Abstract

Per approfondire il significato di formule che cercano di sintetizzare nuove esigenze - come “nuove residenze per nuove utenze” - è necessario porre quesiti che vadano alla radice di alcune concezioni fondamentali nella progettazione dell’abitare, e della residenza collettiva in particolare, riconoscendo che quegli slogans riflettono la necessità di stabilire campi di innovazione che rispondano a una organizzazione sociale diversa da quella che ha prodotto sino ad oggi la residenza. A titolo di esempio: ha ancora senso smembrare la funzione abitativa in sotto funzioni, facendo corrispondere a queste precisi spazi? Ossia: una funzione occupa ancora univocamente una stanza? Chi abita la casa? Vi sono specifici spazi per ogni abitante? Quale rapporto dimensionale deve esistere tra le superfici della privacy e quelle della vita sociale nella residenza collettiva? Ossia: qual è la superficie minima di una unità abitativa? Quale il rapporto tra lo spazio privato e lo spazio collettivo? Quale il rapporto tra la figurazione privata e quella collettiva? Quali possono essere gli spazi della personalizzazione? Quali le caratteristiche spaziali dell’appropriabilità? Quale il rapporto tra le attrezzature fisse e quelle mobili dell’alloggio, in relazione alle caratteristiche degli spazi e in relazione alle specifiche, diverse esigenze degli abitanti?
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