La pubblicazione nasce dalle ricerche da me fatte per la tesi di dottorato in filosofia, dedicata all'analisi del ruolo giocato dalla rappresentazione prospettica nella filosofia moderna (XVII-XVIII secolo), in particolare nelle opere di autori come Descartes, Pascal e Leibniz. Dopo un'analisi dettagliata del modo in cui viene posta la questione dell'individuazione del "giusto punto di vista" di fronte a una rappresentazione prospettica in una serie di trattati che vanno dal De Pictura di Leon Battista Alberti (1435) agli scritti seicenteschi di Abraham Bosse, l'attenzione si sposta sul modo in cui il tema dell'individuazione del "giusto punto di vista" viene riformulato all'interno della filosofia seicentesca. Una tradizione in cui la prospettiva da forma di rappresentazione artistica si trasforma in un modello epistemologico dotato di una forte valenza descrittiva e metaforica, con cui descrivere la relazione tra il soggetto conoscente e il mondo. Ecco quindi che in scritti come i Pensieri di Pascal, la Monadologia e la Teodicea di Leibniz, il riferimento alla prospettiva e alle sue forme "aberranti" come l'anamorfosi diventa un modo di spiegare la relazione dell'individuo moderno con un mondo in cui sembrano dominare il male e il disordine piuttosto che il bene e l'armonia.
Rappresentazione prospettica e punto di vista
SOMAINI, ANTONIO
2004-01-01
Abstract
La pubblicazione nasce dalle ricerche da me fatte per la tesi di dottorato in filosofia, dedicata all'analisi del ruolo giocato dalla rappresentazione prospettica nella filosofia moderna (XVII-XVIII secolo), in particolare nelle opere di autori come Descartes, Pascal e Leibniz. Dopo un'analisi dettagliata del modo in cui viene posta la questione dell'individuazione del "giusto punto di vista" di fronte a una rappresentazione prospettica in una serie di trattati che vanno dal De Pictura di Leon Battista Alberti (1435) agli scritti seicenteschi di Abraham Bosse, l'attenzione si sposta sul modo in cui il tema dell'individuazione del "giusto punto di vista" viene riformulato all'interno della filosofia seicentesca. Una tradizione in cui la prospettiva da forma di rappresentazione artistica si trasforma in un modello epistemologico dotato di una forte valenza descrittiva e metaforica, con cui descrivere la relazione tra il soggetto conoscente e il mondo. Ecco quindi che in scritti come i Pensieri di Pascal, la Monadologia e la Teodicea di Leibniz, il riferimento alla prospettiva e alle sue forme "aberranti" come l'anamorfosi diventa un modo di spiegare la relazione dell'individuo moderno con un mondo in cui sembrano dominare il male e il disordine piuttosto che il bene e l'armonia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.