Come esplicitato dal titolo, si vogliono indagare le condizioni per le quali, a partire dall’invenzione dell’Idea della “Natura Selvaggia” nel XVIII secolo, nel mondo occidentale contemporaneo si sia perso un approccio empatico nei confronti della natura e degli spazi naturali. Tale condizione, che ha veicolato la loro sottomissione a ragioni che ne hanno alterato il nostro rapporto con essi, a vantaggio di uno sviluppo produttivo scisso dall’idea di natura e, nella maggior parte dei casi, distruttivo nei suoi confronti. In opposizione a tali presupposti, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del Movimento Ecologista, a cavallo tra Stati Uniti d’America e Nord Europa, tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azionireazioni che si sviluppano sottolineano le differenze tra mondo anglosassone e giudaico-cristiano rispetto all’idea di “natura”. Se i primi hanno saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, resosi evidente sino dagli inizi di tale storia, più eterogeneo è apparso l’approccio europeo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt’ora a trovare sinergia nella possibilità di argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico, nello stabilire sinergie con lo studio e risoluzione di problematiche legate all’ambiente.
Il mondo non è più un giardino : verso una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell’ambiente
Laura Zampieri
2021-01-01
Abstract
Come esplicitato dal titolo, si vogliono indagare le condizioni per le quali, a partire dall’invenzione dell’Idea della “Natura Selvaggia” nel XVIII secolo, nel mondo occidentale contemporaneo si sia perso un approccio empatico nei confronti della natura e degli spazi naturali. Tale condizione, che ha veicolato la loro sottomissione a ragioni che ne hanno alterato il nostro rapporto con essi, a vantaggio di uno sviluppo produttivo scisso dall’idea di natura e, nella maggior parte dei casi, distruttivo nei suoi confronti. In opposizione a tali presupposti, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del Movimento Ecologista, a cavallo tra Stati Uniti d’America e Nord Europa, tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azionireazioni che si sviluppano sottolineano le differenze tra mondo anglosassone e giudaico-cristiano rispetto all’idea di “natura”. Se i primi hanno saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, resosi evidente sino dagli inizi di tale storia, più eterogeneo è apparso l’approccio europeo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt’ora a trovare sinergia nella possibilità di argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico, nello stabilire sinergie con lo studio e risoluzione di problematiche legate all’ambiente.File | Dimensione | Formato | |
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Zampieri L. Il mondo non è più un giardino Qu0dlibetDiap Print_ 2021-compresso.pdf
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Descrizione: Monografia. Indice: Introduzione 1. La crisi dell’idea di “Natura” tra il XVIII e il XIX secolo e l’avvento dell’ecologia; 2. Progetto di paesaggio ed emergenza ambientale; 3. Ripensare il progetto con la “natura” nel contesto mediterraneo ed europeo; 4. Quale accordo per il futuro?; Bibliografia essenziale
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