Il contributo al volume indaga, utilizzando fonti primarie e secondarie, un tema poco esplorato dalla storia del graphic design italiano, ossia le reazioni dei graphic designer alla trasformazione della professione dovuta alla diffusione delle tecnologie digitali avvenuta negli ultimi due decenni del Novecento. Un processo rivoluzionario, attuato inizialmente dall’introduzione del personal computer o, più propriamente, delle logiche e dei “dispositivi” connessi al desktop publishing, che cambia gli strumenti del progettare, la prassi produttiva, le figure professionali coinvolte, i supporti, gli ambiti di intervento, la qualità degli artefatti. In bilico fra scettici, integrati e tecno-entusiasti, i grafici italiani, per molteplici ragioni, rispondono in ritardo ai cambiamenti rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti o in Inghilterra. Senza omettere l’antesignano lavoro nel campo della videografica per la televisione attuato da Mario Convertino già dal 1981, il saggio dimostra che Milano, seppure rimanga l’“ombelico del design” nazionale (Antonelli, 1993, p. 24) e polarizzi ancora il “sistema” della comunicazione italiana, produca solo riflessioni discontinue sul tema e partecipi flebilmente al dibattito internazionale. Le maggiori iniziative di divulgazione e gli esiti più evidenti della grafica digitale sul supporto cartaceo succedono invece in un’area di intreccio fra differenti discipline e media, geograficamente collocata fra Modena, Bologna e la riviera romagnola, Firenze, Venezia e dintorni. A questo proposito non appare trascurabile né l’insediamento iniziale di Apple Italia a Reggio Emilia né la corrispondenza di tale frammentazione territoriale del panorama grafico nazionale con quella affiorata con la stagione della grafica di Pubblica utilità, sviluppata a cavallo fra i decenni settanta e ottanta. Fra tutti, il contributo approfondisce l’apporto delle progettiste, pressoché ignorato dalla storiografia sull’argomento, in particolare quelli di Elisabetta Ognibene – una delle protagoniste della grafica di Pubblica utilità e della “generazione di mezzo” –, Patrizia Di Gioia e Alessandra Morcella – appartenenti invece alla “generazione tecno-entusiasta”, facendo emergere il loro contributo al cambiamento della grafica italiana e alla predisposizione mentale verso la multimedialità e il web, ambiti progettuali che si imporranno prepotentemente nel panorama nazionale solo dall'inizio del Millennio. Il contributo, in italiano e inglese, è stato elaborato su invito e fa parte del volume dedicato ad AWDA – Aiap Women in Design Award, progetto realizzato da AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva, che è stato epsosto anche in una mostra dedicata. Il volume raccoglie proposte progettuali di studentesse, professioniste e ricercatrici selezionate nella III e IV edizione del premio e raccoglie riflessioni teoriche che affrontano attraverso la lente del design i temi dei diritti e del lavoro femminile, e più in generale delle disparità in ogni ambito. Ai saggi e ai progetti visuali si affiancano le interviste con persone impegnate nei più svariati campi – economia, comunicazione, giornalismo, politica, formazione, arte, volontariato, istituzioni.
Oltre l'ombelico del design = Beyond the heart of design
Bulegato, Fiorella
;Pastore, Monica
2022-01-01
Abstract
Il contributo al volume indaga, utilizzando fonti primarie e secondarie, un tema poco esplorato dalla storia del graphic design italiano, ossia le reazioni dei graphic designer alla trasformazione della professione dovuta alla diffusione delle tecnologie digitali avvenuta negli ultimi due decenni del Novecento. Un processo rivoluzionario, attuato inizialmente dall’introduzione del personal computer o, più propriamente, delle logiche e dei “dispositivi” connessi al desktop publishing, che cambia gli strumenti del progettare, la prassi produttiva, le figure professionali coinvolte, i supporti, gli ambiti di intervento, la qualità degli artefatti. In bilico fra scettici, integrati e tecno-entusiasti, i grafici italiani, per molteplici ragioni, rispondono in ritardo ai cambiamenti rispetto a quanto avviene negli Stati Uniti o in Inghilterra. Senza omettere l’antesignano lavoro nel campo della videografica per la televisione attuato da Mario Convertino già dal 1981, il saggio dimostra che Milano, seppure rimanga l’“ombelico del design” nazionale (Antonelli, 1993, p. 24) e polarizzi ancora il “sistema” della comunicazione italiana, produca solo riflessioni discontinue sul tema e partecipi flebilmente al dibattito internazionale. Le maggiori iniziative di divulgazione e gli esiti più evidenti della grafica digitale sul supporto cartaceo succedono invece in un’area di intreccio fra differenti discipline e media, geograficamente collocata fra Modena, Bologna e la riviera romagnola, Firenze, Venezia e dintorni. A questo proposito non appare trascurabile né l’insediamento iniziale di Apple Italia a Reggio Emilia né la corrispondenza di tale frammentazione territoriale del panorama grafico nazionale con quella affiorata con la stagione della grafica di Pubblica utilità, sviluppata a cavallo fra i decenni settanta e ottanta. Fra tutti, il contributo approfondisce l’apporto delle progettiste, pressoché ignorato dalla storiografia sull’argomento, in particolare quelli di Elisabetta Ognibene – una delle protagoniste della grafica di Pubblica utilità e della “generazione di mezzo” –, Patrizia Di Gioia e Alessandra Morcella – appartenenti invece alla “generazione tecno-entusiasta”, facendo emergere il loro contributo al cambiamento della grafica italiana e alla predisposizione mentale verso la multimedialità e il web, ambiti progettuali che si imporranno prepotentemente nel panorama nazionale solo dall'inizio del Millennio. Il contributo, in italiano e inglese, è stato elaborato su invito e fa parte del volume dedicato ad AWDA – Aiap Women in Design Award, progetto realizzato da AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva, che è stato epsosto anche in una mostra dedicata. Il volume raccoglie proposte progettuali di studentesse, professioniste e ricercatrici selezionate nella III e IV edizione del premio e raccoglie riflessioni teoriche che affrontano attraverso la lente del design i temi dei diritti e del lavoro femminile, e più in generale delle disparità in ogni ambito. Ai saggi e ai progetti visuali si affiancano le interviste con persone impegnate nei più svariati campi – economia, comunicazione, giornalismo, politica, formazione, arte, volontariato, istituzioni.File | Dimensione | Formato | |
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