Nel pensiero di René Descartes (1596-1650) la radiazione luminosa viene assimilata ad un moto che raggiunge istantaneo e potente il nostro sistema visivo “nello stesso modo in cui il movimento o la resistenza dei corpi, che incontra un cieco, si trasmetterebbe alla sua mano attraverso il bastone”1. Visione e cecità dunque sono avvicinate in questo orizzonte gnoseologico attraverso una nozione fisica e corporea dello sguardo, in cui sembra necessario chiudere gli occhi per vedere meglio e in modo certificato, a meno di non incorrere nella follia dello sguardo. I giochi anamorfici, catottrici e diottrici del padre Minimo Jean- François Niceron (1313-1636) (fig. 1) sembrano assecondare questa interpretazione della vista come “un pensiero che decifra rigorosamente i segni del corpo”2 in cui la follia è espunta e al suo posto compare un’immagine frutto di creazione artistica, palesemente artefatta, che dunque rende esplicite, nel suo farsi e mostrarsi, le strutture retoriche e scientifiche che la sostengono.

L’apocalisse dell’Ottica, il testimone oculare dell’Apocalisse

De Rosa, Agostino
2022-01-01

Abstract

Nel pensiero di René Descartes (1596-1650) la radiazione luminosa viene assimilata ad un moto che raggiunge istantaneo e potente il nostro sistema visivo “nello stesso modo in cui il movimento o la resistenza dei corpi, che incontra un cieco, si trasmetterebbe alla sua mano attraverso il bastone”1. Visione e cecità dunque sono avvicinate in questo orizzonte gnoseologico attraverso una nozione fisica e corporea dello sguardo, in cui sembra necessario chiudere gli occhi per vedere meglio e in modo certificato, a meno di non incorrere nella follia dello sguardo. I giochi anamorfici, catottrici e diottrici del padre Minimo Jean- François Niceron (1313-1636) (fig. 1) sembrano assecondare questa interpretazione della vista come “un pensiero che decifra rigorosamente i segni del corpo”2 in cui la follia è espunta e al suo posto compare un’immagine frutto di creazione artistica, palesemente artefatta, che dunque rende esplicite, nel suo farsi e mostrarsi, le strutture retoriche e scientifiche che la sostengono.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/319253
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