Nel 1947 viene istituita presso la casa editrice il Balcone una collana editoriale dal titolo ‘Architetti del Movimento Moderno’. La cura editoriale è affidata allo studio BBPR e la scelta dei titoli, traccia, in modo esemplare, il posizionamento della cultura architettonica Italiana nel secondo dopoguerra. Solo per citarne alcuni titoli: Max Bill cura il volume su Ludwig Mies Van der Rohe, Ernesto N. Rogers il volume su Auguste Perret. I volumi della collana descrivono la ricerca di una nuova alfabetizzazione architettonica che potesse agire come una rottura con la cultura architettonica di matrice fascista. In questo dialogo differito uno dei titoli è curato da Liliana Grassi sulla figura di Camillo Boito nel 1959, pochi anni dopo la morte di Ambrogio Annoni, di cui eredita il ruolo di critico del pensiero architettonico nel campo del restauro. Tale è il momento culturale che l’autrice sente di dover esplicitare nella ‘avvertenza’ al volume come non si tratti di una ‘rivalutazione’ di Camillo Boito ma come ‘limiti e contraddizioni’ mettano in luce il valore di un perdurante ‘dramma architettonico’: la necessità di un linguaggio per una architettura ‘nuova’ e italiana, che dal processo di unificazione alla ricostruzione postbellica permane come un tema di stringente necessità. La specificità italiana di questo percorso costellato di rotture e rinascite è nel rapporto con la storia o meglio nei processi di conoscenza e interpretazione del fatto storico come matrice operante e operativa del progetto. Questa filiera culturale che da Camillo Boito, attraverso Ambrogio Annoni porta a Liliana Grassi, è incrociata con le vicende della ricostruzione dell’ex Ospedale dè Poveri di Milano, la Cà Granda di Filarete, ora Università Statale di Milano, un cantiere che perdura, come muto testimone del rovesciamento espistemologico del rapporto con la storia e con il restauro pre e post bellico, dagli anni 30 agli anni 80 del Novecento. Attraverso tale lente e la costellazione delle indicazioni delle carte internazionali, la rilettura di Camillo Boito, proposta nel 1959, rilegge il ruolo della storia come una scissione tra linguaggio e ‘verità’, ponendo problematicamente (quanto iniziaticamente) il progetto di restauro in Italia in una chiave ancora (sorprendentemente) attuale. Il testo proposto per il volume indaga l’evoluzione del pensiero da Camillo Boito a Liliana Grassi come una lente operativa che possa guidare il lettore a comporre un atlante di Italian Visual Toughts per il progetto di restauro, sullo sfondo il Trattato di Architettura di Filarete, la nascita del modello dell’Ospedale, il processo di unificazione nazionale, il fascismo, le carte internazionali del restauro, i bombardamenti, le ricostruzioni postbelliche, le figure di Rosario Assunto, Benedetto Croce, Cesare Brandi, Roberto Pane, definiscono un caleidoscopio di guide interpretative della cultura italiana.
“Importa cercare la verità anche fra le contraddizioni”. Storia e critica del restauro in Italia da Camillo Boito a Liliana Grassi
Emanuela Sorbo
2022-01-01
Abstract
Nel 1947 viene istituita presso la casa editrice il Balcone una collana editoriale dal titolo ‘Architetti del Movimento Moderno’. La cura editoriale è affidata allo studio BBPR e la scelta dei titoli, traccia, in modo esemplare, il posizionamento della cultura architettonica Italiana nel secondo dopoguerra. Solo per citarne alcuni titoli: Max Bill cura il volume su Ludwig Mies Van der Rohe, Ernesto N. Rogers il volume su Auguste Perret. I volumi della collana descrivono la ricerca di una nuova alfabetizzazione architettonica che potesse agire come una rottura con la cultura architettonica di matrice fascista. In questo dialogo differito uno dei titoli è curato da Liliana Grassi sulla figura di Camillo Boito nel 1959, pochi anni dopo la morte di Ambrogio Annoni, di cui eredita il ruolo di critico del pensiero architettonico nel campo del restauro. Tale è il momento culturale che l’autrice sente di dover esplicitare nella ‘avvertenza’ al volume come non si tratti di una ‘rivalutazione’ di Camillo Boito ma come ‘limiti e contraddizioni’ mettano in luce il valore di un perdurante ‘dramma architettonico’: la necessità di un linguaggio per una architettura ‘nuova’ e italiana, che dal processo di unificazione alla ricostruzione postbellica permane come un tema di stringente necessità. La specificità italiana di questo percorso costellato di rotture e rinascite è nel rapporto con la storia o meglio nei processi di conoscenza e interpretazione del fatto storico come matrice operante e operativa del progetto. Questa filiera culturale che da Camillo Boito, attraverso Ambrogio Annoni porta a Liliana Grassi, è incrociata con le vicende della ricostruzione dell’ex Ospedale dè Poveri di Milano, la Cà Granda di Filarete, ora Università Statale di Milano, un cantiere che perdura, come muto testimone del rovesciamento espistemologico del rapporto con la storia e con il restauro pre e post bellico, dagli anni 30 agli anni 80 del Novecento. Attraverso tale lente e la costellazione delle indicazioni delle carte internazionali, la rilettura di Camillo Boito, proposta nel 1959, rilegge il ruolo della storia come una scissione tra linguaggio e ‘verità’, ponendo problematicamente (quanto iniziaticamente) il progetto di restauro in Italia in una chiave ancora (sorprendentemente) attuale. Il testo proposto per il volume indaga l’evoluzione del pensiero da Camillo Boito a Liliana Grassi come una lente operativa che possa guidare il lettore a comporre un atlante di Italian Visual Toughts per il progetto di restauro, sullo sfondo il Trattato di Architettura di Filarete, la nascita del modello dell’Ospedale, il processo di unificazione nazionale, il fascismo, le carte internazionali del restauro, i bombardamenti, le ricostruzioni postbelliche, le figure di Rosario Assunto, Benedetto Croce, Cesare Brandi, Roberto Pane, definiscono un caleidoscopio di guide interpretative della cultura italiana.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Pensiero in immagine_Sorbo.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: Materiale in Post Print
Tipologia:
Versione Editoriale
Licenza:
DRM non definito
Dimensione
2.76 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.76 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.