Il contesto istituzionale L’università Iuav di Venezia ha attivato attraverso il cluster Matesca molteplici forme di collaborazione con vari enti istituzionali, i quali sono stati coinvolti a vario titolo in attività di conservazione e di valorizzazione dei beni architettonici tutelati ex parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Nell’ambito di queste attività, l’accordo quadro con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza rappresenta un esempio virtuoso che vede l’Università Iuav coinvolta in primo piano, da diversi anni e in molte esperienze. Se ne citano alcune: la valorizzazione del complesso dell’ex ospedale psichiatrico di Rovigo; le attività svolte per gli eventi legati al progetto di ricerca “VIcenza|VIsioni in corso d’opera”; la conoscenza e la valorizzazione della chiesa “incompiuta” di Brendola. Queste azioni, che afferiscono alla “terza missione universitaria”, trovano un felice approdo nel recente Protocollo d’intesa istituito nell’aprile del 2021 con il Comune di Vicenza. Risultato di questo accordo istituzionale è la ricerca, oggetto del presente abstract, dal titolo “Vicenza visioni. Conoscenza, valorizzazione e conservazione di luoghi e architetture di rilevante interesse culturale” in corso di svolgimento da aprile scorso per la durata di un anno. Tale accordo ha al suo centro l’idea che le attività di conoscenza dei beni tutelati, se disseminate in una forma che le renda consultabili e interoperabili fra gli enti pubblici coinvolti, possano costituire una base operativa strategica importante per la visione del futuro di questi luoghi culturali. In questo quadro: l’Università ha il compito di promuovere, coordinare e costruire il percorso di conoscenza che sottende a questa idea di accessibilità delle fonti; la Soprintendenza ha l’aspettativa di migliorare e rendere condivisa l’azione della tutela attraverso l’attivazione di un costruttivo dialogo multidisciplinare; il Comune intende promuovere la conoscenza e favorire la consapevolezza del ruolo del patrimonio culturale all’interno della comunità. Il programma di ricerca e il dialogo tra le istituzioni La ricerca si sviluppa in due fasi che afferiscono alle due scale: urbana e architettonica. L’intento durante la prima fase è quello di considerare la città storica di Vicenza e di acquisire una maggiore conoscenza sullo stato di conservazione e di utilizzo dei luoghi e delle architetture di rilevante interesse storico-artistico. La seconda fase invece, concentrandosi su alcuni casi studio ritenuti esemplificativi, è rivolta alla sperimentazione di possibili strategie di conservazione e di valorizzazione. Alla prima fase appartiene l’individuazione, mediante una mappatura, di quei beni architettonici in condizioni di dismissione o di sottoutilizzo che necessitano di essere valorizzati. La mappa elaborata ha l’intento di rappresentare un’importante risorsa per le pubbliche amministrazioni nella messa a sistema dei luoghi della cultura della città di Vicenza. Si tratta di uno strumento utile all’attività progettuale poiché ad ogni Bene sono associate delle informazioni riguardo il quadro conoscitivo e le relative criticità che ne impediscono o ne limitano l’utilizzazione, la conoscenza e il riconoscimento collettivo. All’interno del contesto urbano, l’ex Castel s. Pietro costituito oggi dal Teatro Olimpico e dal Palazzo del Territorio viene inteso come il primo caso esemplare in cui applicare un metodo sistemico. Lo studio delle fonti bibliografiche, iconografiche, cartografiche, d’archivio e l’acquisizione di dati relativi alla consistenza materica e allo stato di conservazione costituiscono la prima fase per una conoscenza approfondita del Bene. Il dialogo tra gli enti coinvolti ha permesso di reperire e studiare sia la documentazione storica conservata negli archivi, che quella più recente che si trova negli uffici di competenza. Dagli studi condotti sono emersi dati inediti che hanno permesso di far luce sulle molte trasformazioni del complesso architettonico. I dati saranno restituiti in un modello H-BIM. Analogamente alla mappatura urbana, questo strumento non è solo l’occasione per la sistematizzazione dei dati, ma anche un dispositivo utile alle pubbliche amministrazioni con cui poter elaborare un piano futuro di manutenzione del bene e delle possibili strategie di intervento. Il giardino viene considerato, in questa fase, come un primo stralcio di un più ampio progetto generale di conservazione e di valorizzazione dell’intero complesso architettonico del Palazzo del Territorio. Uno strumento fondamentale, adottato nel dialogo tra gli enti coinvolti, è la scheda tecnica ai sensi dell’art. 16 del Regolamento sugli appalti pubblici di lavori riguardanti i beni culturali, D.M. n.154/2017. La sistematizzazione della documentazione ha permesso di avere un quadro conoscitivo molto approfondito non solo sugli aspetti storico-artistici, ma anche sulle questioni tecniche. Inoltre, ha consentito di far emergere le caratteristiche dell’area oggetto di riflessione e la molteplicità dei temi connessi che non sono stati affrontati negli interventi precedenti, o sono stati affrontati solo parzialmente, ma che in nuovo progetto di conservazione e di valorizzazione dovranno essere approfonditi. Il valore aggiunto e la complessità di questo progetto sono pertanto da ricondurre alla sinergia tra l’Università Iuav di Venezia, il Comune di Vicenza e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Ogni ente coinvolto collabora attivamente rendendo disponibile il proprio know how, sia relativamente agli aspetti propriamente tecnici che a quelli legati alla valorizzazione e alla fruizione. La possibilità di interagire, già a livello di pianificazione preliminare, consente di comprendere, analizzare e rispondere in modo efficace e coordinato a tutte le diverse, e potenzialmente conflittuali, istanze. Infine, la ricerca suggerisce una serie di possibili attività di public engagement concepite per la comunità per migliorare il riconoscimento dei luoghi culturali, tra cui: mostre, conferenze, workshop finalizzati alla condivisione di attività didattiche e di ricerca. Un esempio sarà il prossimo workshop internazionale organizzato all’interno del progetto Erasmus plus Hersus “Enhancing of Heritage Awareness and Sustainability of Built Environment in Architectural and Urban Design Higher Education“ dove gli studenti saranno chiamati a riflettere sulla Ricostruzione Sostenibile per i Beni Culturali nell'area interessata dai giardini di Valmarana Salvi a Vicenza. Queste operazioni si ispirano ai risultati positivi ottenuti in precedenti esperienze, quali: la mostra "Vicenza. Visioni in Corso" che si è svolta nei giardini di Valmarana Salvi (2019) e la conferenza "Le mura di Vicenza e l'Acqua" a Palazzo Chiericati (2019).

Vicenza Visioni. Il patrimonio culturale. La collettività e la ricerca

Emanuela Sorbo
2021-01-01

Abstract

Il contesto istituzionale L’università Iuav di Venezia ha attivato attraverso il cluster Matesca molteplici forme di collaborazione con vari enti istituzionali, i quali sono stati coinvolti a vario titolo in attività di conservazione e di valorizzazione dei beni architettonici tutelati ex parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Nell’ambito di queste attività, l’accordo quadro con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza rappresenta un esempio virtuoso che vede l’Università Iuav coinvolta in primo piano, da diversi anni e in molte esperienze. Se ne citano alcune: la valorizzazione del complesso dell’ex ospedale psichiatrico di Rovigo; le attività svolte per gli eventi legati al progetto di ricerca “VIcenza|VIsioni in corso d’opera”; la conoscenza e la valorizzazione della chiesa “incompiuta” di Brendola. Queste azioni, che afferiscono alla “terza missione universitaria”, trovano un felice approdo nel recente Protocollo d’intesa istituito nell’aprile del 2021 con il Comune di Vicenza. Risultato di questo accordo istituzionale è la ricerca, oggetto del presente abstract, dal titolo “Vicenza visioni. Conoscenza, valorizzazione e conservazione di luoghi e architetture di rilevante interesse culturale” in corso di svolgimento da aprile scorso per la durata di un anno. Tale accordo ha al suo centro l’idea che le attività di conoscenza dei beni tutelati, se disseminate in una forma che le renda consultabili e interoperabili fra gli enti pubblici coinvolti, possano costituire una base operativa strategica importante per la visione del futuro di questi luoghi culturali. In questo quadro: l’Università ha il compito di promuovere, coordinare e costruire il percorso di conoscenza che sottende a questa idea di accessibilità delle fonti; la Soprintendenza ha l’aspettativa di migliorare e rendere condivisa l’azione della tutela attraverso l’attivazione di un costruttivo dialogo multidisciplinare; il Comune intende promuovere la conoscenza e favorire la consapevolezza del ruolo del patrimonio culturale all’interno della comunità. Il programma di ricerca e il dialogo tra le istituzioni La ricerca si sviluppa in due fasi che afferiscono alle due scale: urbana e architettonica. L’intento durante la prima fase è quello di considerare la città storica di Vicenza e di acquisire una maggiore conoscenza sullo stato di conservazione e di utilizzo dei luoghi e delle architetture di rilevante interesse storico-artistico. La seconda fase invece, concentrandosi su alcuni casi studio ritenuti esemplificativi, è rivolta alla sperimentazione di possibili strategie di conservazione e di valorizzazione. Alla prima fase appartiene l’individuazione, mediante una mappatura, di quei beni architettonici in condizioni di dismissione o di sottoutilizzo che necessitano di essere valorizzati. La mappa elaborata ha l’intento di rappresentare un’importante risorsa per le pubbliche amministrazioni nella messa a sistema dei luoghi della cultura della città di Vicenza. Si tratta di uno strumento utile all’attività progettuale poiché ad ogni Bene sono associate delle informazioni riguardo il quadro conoscitivo e le relative criticità che ne impediscono o ne limitano l’utilizzazione, la conoscenza e il riconoscimento collettivo. All’interno del contesto urbano, l’ex Castel s. Pietro costituito oggi dal Teatro Olimpico e dal Palazzo del Territorio viene inteso come il primo caso esemplare in cui applicare un metodo sistemico. Lo studio delle fonti bibliografiche, iconografiche, cartografiche, d’archivio e l’acquisizione di dati relativi alla consistenza materica e allo stato di conservazione costituiscono la prima fase per una conoscenza approfondita del Bene. Il dialogo tra gli enti coinvolti ha permesso di reperire e studiare sia la documentazione storica conservata negli archivi, che quella più recente che si trova negli uffici di competenza. Dagli studi condotti sono emersi dati inediti che hanno permesso di far luce sulle molte trasformazioni del complesso architettonico. I dati saranno restituiti in un modello H-BIM. Analogamente alla mappatura urbana, questo strumento non è solo l’occasione per la sistematizzazione dei dati, ma anche un dispositivo utile alle pubbliche amministrazioni con cui poter elaborare un piano futuro di manutenzione del bene e delle possibili strategie di intervento. Il giardino viene considerato, in questa fase, come un primo stralcio di un più ampio progetto generale di conservazione e di valorizzazione dell’intero complesso architettonico del Palazzo del Territorio. Uno strumento fondamentale, adottato nel dialogo tra gli enti coinvolti, è la scheda tecnica ai sensi dell’art. 16 del Regolamento sugli appalti pubblici di lavori riguardanti i beni culturali, D.M. n.154/2017. La sistematizzazione della documentazione ha permesso di avere un quadro conoscitivo molto approfondito non solo sugli aspetti storico-artistici, ma anche sulle questioni tecniche. Inoltre, ha consentito di far emergere le caratteristiche dell’area oggetto di riflessione e la molteplicità dei temi connessi che non sono stati affrontati negli interventi precedenti, o sono stati affrontati solo parzialmente, ma che in nuovo progetto di conservazione e di valorizzazione dovranno essere approfonditi. Il valore aggiunto e la complessità di questo progetto sono pertanto da ricondurre alla sinergia tra l’Università Iuav di Venezia, il Comune di Vicenza e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Ogni ente coinvolto collabora attivamente rendendo disponibile il proprio know how, sia relativamente agli aspetti propriamente tecnici che a quelli legati alla valorizzazione e alla fruizione. La possibilità di interagire, già a livello di pianificazione preliminare, consente di comprendere, analizzare e rispondere in modo efficace e coordinato a tutte le diverse, e potenzialmente conflittuali, istanze. Infine, la ricerca suggerisce una serie di possibili attività di public engagement concepite per la comunità per migliorare il riconoscimento dei luoghi culturali, tra cui: mostre, conferenze, workshop finalizzati alla condivisione di attività didattiche e di ricerca. Un esempio sarà il prossimo workshop internazionale organizzato all’interno del progetto Erasmus plus Hersus “Enhancing of Heritage Awareness and Sustainability of Built Environment in Architectural and Urban Design Higher Education“ dove gli studenti saranno chiamati a riflettere sulla Ricostruzione Sostenibile per i Beni Culturali nell'area interessata dai giardini di Valmarana Salvi a Vicenza. Queste operazioni si ispirano ai risultati positivi ottenuti in precedenti esperienze, quali: la mostra "Vicenza. Visioni in Corso" che si è svolta nei giardini di Valmarana Salvi (2019) e la conferenza "Le mura di Vicenza e l'Acqua" a Palazzo Chiericati (2019).
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