Il saggio affronta un ambito specialistico di ricerca dell’immaginario barocco, quello dell’anamorfosi, la tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII. L’interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all’analisi geometrico–evolutiva di un caso studio ritenuto paradigmatico e sviluppatosi in ambito romano è dedicato questo saggio: l’immagine accelerata prospetticamente che ritrae San Giovanni Evangelista nell’isola di Pathmos mentre scrive l’Apocalisse, eseguito nel 1639 dal frate Minimo francese Jean François Niceron presso il convento della Santissima Trinità dei Monti sul Colle Pincio, a Roma. Nell’accezione qui proposta, oltre a esercitare il potere illusorio, tipico dell’anamorfosi, nel farci accedere a conoscenze nascoste, quest’opera mostra come la logica proiettiva delle immagini iniziasse a formarsi con chiarezza sempre più crescente nel Seicento, proprio sotto l’egida della nozione di deformazione, e di come tale orizzonte esegetico fosse stato precocemente intuito da Girard Desargues (1591–1661) nella sua manière universelle in cui prospettiva, gnomonica e strereotomia erano tutte accomunate sotto l’unico vessillo della proiezione.

All’ombra dell’Apocalisse: Jean François Niceron e l’anamorfosi di San Giovanni Evangelista = In the shadow of the Apocalypse: Jean François Niceron and the anamorphosis of Saint John the Evangelist

De Rosa, Agostino
2023-01-01

Abstract

Il saggio affronta un ambito specialistico di ricerca dell’immaginario barocco, quello dell’anamorfosi, la tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII. L’interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all’analisi geometrico–evolutiva di un caso studio ritenuto paradigmatico e sviluppatosi in ambito romano è dedicato questo saggio: l’immagine accelerata prospetticamente che ritrae San Giovanni Evangelista nell’isola di Pathmos mentre scrive l’Apocalisse, eseguito nel 1639 dal frate Minimo francese Jean François Niceron presso il convento della Santissima Trinità dei Monti sul Colle Pincio, a Roma. Nell’accezione qui proposta, oltre a esercitare il potere illusorio, tipico dell’anamorfosi, nel farci accedere a conoscenze nascoste, quest’opera mostra come la logica proiettiva delle immagini iniziasse a formarsi con chiarezza sempre più crescente nel Seicento, proprio sotto l’egida della nozione di deformazione, e di come tale orizzonte esegetico fosse stato precocemente intuito da Girard Desargues (1591–1661) nella sua manière universelle in cui prospettiva, gnomonica e strereotomia erano tutte accomunate sotto l’unico vessillo della proiezione.
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