La storia del pronao “all’antica” della chiesa teatina di San Nicolò da Tolentino a Venezia è stata finora approfondita attraverso fonti eterogenee ma di natura parziale, insufficienti per districare le ambiguità ancora esistenti legate alla committenza dell’opera. L’evolversi del cantiere è stato infatti ricostruito principalmente attraverso un tardo memoriale redatto dai teatini, beneficiati dal lascito testamentario col quale la facciata è stata finanziata ma anche danneggiati, a loro dire, dalla scelta compiuta dall’esecutore testamentario, il cavaliere Alessandro Zen (1639-1707), di costruire un magnifico portico su colonne «stante uno simile veduto da lui in Germania». Il saggio presenta i primi risultati di una ricerca in corso a partire da nuovi documenti conservati presso archivi pubblici e privati veneziani. Essi consentono di ricostruire diversamente la vicenda costruttiva rispetto alla testimonianza già nota e di affrontare, su basi più solide, molteplici interrogativi relativi alla fabbrica, come il ruolo avuto dai rispettivi protagonisti coinvolti nella scelta del modello architettonico e del progettista, il proto Andrea Tirali (1657?-1737). La documentazione permette, in particolare, di attribuire all'intermediario Alessandro Zen un ruolo ben più ampio rispetto a quanto ritenuto finora, dalla scelta del progettista e dei materiali all'aver tradotto in forme grafiche il modello da sottoporre a Tirali e ai teatini stessi.

«Quanto debolmente son andato figurando»: Alessandro Zen e il pronao di San Nicolò da Tolentino a Venezia (1706-1714)

Capponi, Marco
2022-01-01

Abstract

La storia del pronao “all’antica” della chiesa teatina di San Nicolò da Tolentino a Venezia è stata finora approfondita attraverso fonti eterogenee ma di natura parziale, insufficienti per districare le ambiguità ancora esistenti legate alla committenza dell’opera. L’evolversi del cantiere è stato infatti ricostruito principalmente attraverso un tardo memoriale redatto dai teatini, beneficiati dal lascito testamentario col quale la facciata è stata finanziata ma anche danneggiati, a loro dire, dalla scelta compiuta dall’esecutore testamentario, il cavaliere Alessandro Zen (1639-1707), di costruire un magnifico portico su colonne «stante uno simile veduto da lui in Germania». Il saggio presenta i primi risultati di una ricerca in corso a partire da nuovi documenti conservati presso archivi pubblici e privati veneziani. Essi consentono di ricostruire diversamente la vicenda costruttiva rispetto alla testimonianza già nota e di affrontare, su basi più solide, molteplici interrogativi relativi alla fabbrica, come il ruolo avuto dai rispettivi protagonisti coinvolti nella scelta del modello architettonico e del progettista, il proto Andrea Tirali (1657?-1737). La documentazione permette, in particolare, di attribuire all'intermediario Alessandro Zen un ruolo ben più ampio rispetto a quanto ritenuto finora, dalla scelta del progettista e dei materiali all'aver tradotto in forme grafiche il modello da sottoporre a Tirali e ai teatini stessi.
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