Le trasformazioni urbane di Rabat-Salé – soprattutto nelle due decadi successive all’Indipendenza – si prestano a una lettura critica interessante se si osservano, da un lato, il rapporto tra edifici e piani urbani, dall’altro, il rapporto di questi con l’architettura tradizionale marocchina. Rabat-Salé è di per sé un caso atipico di città maghrebina. Gli antichi insediamenti presenti sui rilievi rocciosi ai lati del fiume Bou Regreg hanno qui dato origine a due medine distinte. Nel 1912 il generale Lyautey vi trasferisce la capitale amministrativa del Protettorato. È allora che Henri Prost programma una città giardino fuori dalla medina. A partire dal 1949 il Service de l’Urbanisme avvia l’espansione della città oltre la ville nouvelle coloniale con un piano che divide in zone i quartieri residenziali per europei, quelli per la popolazione di fede musulmana. Mentre nel periodo post-indipendenza prendono l’avvio i lavori per la costruzione di una serie di edifici pubblici, in cui sono impegnati diversi architetti francesi e marocchini, tra cui Henri Tastemain ed Eliane Castelnau, entrambi francesi di formazione Beaux Arts, ricopriranno un ruolo fondamentale all’interno del Movimento Moderno marocchino. Attorno al loro studio, ruotavano infatti altri protagonisti afferenti al GAMMA, come Louis Riou, Elie Azagury e Jean-Francois Zevaco. Il Centre d’hygiène de Bab el Had (1967-68) realizzato da Eliane Castelnau, rappresenta un caso atipico nella logica di urbanizzazione di matrice francese proprio in ragione del suo posizionamento. Costruito in un terreno ricco di vegetazione, l’edificio si presentava come vera e propria enclave moderna all’interno della medina. Il Centro d’igiene si contraddistingueva per l’utilizzo del cemento armato lasciato a vista negli elementi strutturali, e dell’intonaco bianco sulle parti non portanti. Nella reinterpretazione del moderno, Eliane Castelnau non rinuncia al confronto con la tradizione marocchina, che emerge maggiormente nella cura del progetto del giardino. La recente demolizione del Centre d’hygiène fa riflettere sul rapporto, o più propriamente la distanza, che intercorre tra la ricerca intellettuale del progettista, in questo caso proiettata verso una sintesi tra tradizione e modernità, e l’effettiva ricaduta degli esiti progettuali sull’immaginario della società. Il Centre d’hygiène è la testimonianza perduta di un edificio moderno intra moenia, non avendo avuto seguito alcuno, il centro rappresenta anche, e soprattutto, un’occasione mancata per il destino dei centri storici marocchini.
Modernità post-coloniali : Rabat, (la sorte di) un caso atipico intra moenia
	
	
	
		
		
		
		
		
	
	
	
	
	
	
	
	
		
		
		
		
		
			
			
			
		
		
		
		
			
			
				
				
					
					
					
					
						
							
						
						
					
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
			
		
		
		
		
	
Ruggeri, Daniela
			2018-01-01
Abstract
Le trasformazioni urbane di Rabat-Salé – soprattutto nelle due decadi successive all’Indipendenza – si prestano a una lettura critica interessante se si osservano, da un lato, il rapporto tra edifici e piani urbani, dall’altro, il rapporto di questi con l’architettura tradizionale marocchina. Rabat-Salé è di per sé un caso atipico di città maghrebina. Gli antichi insediamenti presenti sui rilievi rocciosi ai lati del fiume Bou Regreg hanno qui dato origine a due medine distinte. Nel 1912 il generale Lyautey vi trasferisce la capitale amministrativa del Protettorato. È allora che Henri Prost programma una città giardino fuori dalla medina. A partire dal 1949 il Service de l’Urbanisme avvia l’espansione della città oltre la ville nouvelle coloniale con un piano che divide in zone i quartieri residenziali per europei, quelli per la popolazione di fede musulmana. Mentre nel periodo post-indipendenza prendono l’avvio i lavori per la costruzione di una serie di edifici pubblici, in cui sono impegnati diversi architetti francesi e marocchini, tra cui Henri Tastemain ed Eliane Castelnau, entrambi francesi di formazione Beaux Arts, ricopriranno un ruolo fondamentale all’interno del Movimento Moderno marocchino. Attorno al loro studio, ruotavano infatti altri protagonisti afferenti al GAMMA, come Louis Riou, Elie Azagury e Jean-Francois Zevaco. Il Centre d’hygiène de Bab el Had (1967-68) realizzato da Eliane Castelnau, rappresenta un caso atipico nella logica di urbanizzazione di matrice francese proprio in ragione del suo posizionamento. Costruito in un terreno ricco di vegetazione, l’edificio si presentava come vera e propria enclave moderna all’interno della medina. Il Centro d’igiene si contraddistingueva per l’utilizzo del cemento armato lasciato a vista negli elementi strutturali, e dell’intonaco bianco sulle parti non portanti. Nella reinterpretazione del moderno, Eliane Castelnau non rinuncia al confronto con la tradizione marocchina, che emerge maggiormente nella cura del progetto del giardino. La recente demolizione del Centre d’hygiène fa riflettere sul rapporto, o più propriamente la distanza, che intercorre tra la ricerca intellettuale del progettista, in questo caso proiettata verso una sintesi tra tradizione e modernità, e l’effettiva ricaduta degli esiti progettuali sull’immaginario della società. Il Centre d’hygiène è la testimonianza perduta di un edificio moderno intra moenia, non avendo avuto seguito alcuno, il centro rappresenta anche, e soprattutto, un’occasione mancata per il destino dei centri storici marocchini.| File | Dimensione | Formato | |
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											Descrizione: Modernità post-coloniali. Rabat, (la sorte di) un caso atipico intra moenia
										 
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