Questo libro è parte di una collana dedicata ai temi di architettura; negli ultimi anni sono usciti i volumi dedicati alla frugalità, al kitsch, alla fragilità, alla stilizzazione, a cui si aggiungeranno quelli sulla convenzionalità, sulla nudità e sul manierismo. Sette temi utilizzati come dispositivo per comprendere la nostra epoca, il suo gusto e il suo sentire fatto di infatuazioni e idiosincrasie, di aspirazioni come anche di inevitabili frustrazioni. Come si sa i temi prendono forma in diversi modi i quali dialogano tra loro per accostamenti, analogie e metafore. Nelle diverse espressioni tematiche riconosciamo delle apparizioni, delle ricorrenze, come anche degli slittamenti semantici che nel tempo hanno prodotto delle vere e proprie metamorfosi ed è proprio questo andamento il nucleo di interesse della collana. L’analisi per temi non è una novità. Nella seconda metà del secolo scorso Hans Sedlmayr ha incentrato il suo libro Perdita del centro sull’analisi tematica. Egli ha così analizzato la modernità attraverso determinati temi: la fabbrica, il museo, il teatro, il monumento architettonico figurativo, la casa popolare, il giardino all’inglese. Mediante essi Sedlmayr intendeva cogliere, da buon hegeliano, lo spirito di un’epoca da lui considerata, non senza forzature, una morbosa patologia. A prescindere dalle conclusioni a cui Sedlmayr è giunto, la sua analisi possiede ancora il fascino delle letture a volo d’uccello, di grande respiro, che hanno il coraggio di rifuggire quel debilitante relativismo, oggi soverchiante, che considerando solo i particolari avvilisce la narrazione generale, ovvero la narrazione critica. Leggendo il libro di Sedlmayr abbiamo infatti la sensazione di riappropriarci del dibattito e questa riappropriazione nasce proprio da quell’analisi tematica che appare come il necessario preludio a qualunque teoresi. Preludio senza il quale le forme, inseguendo loro stesse, scivolano inevitabilmente nell’entropia. Quella frugale è un'architettura rappresentativa nel senso che oltre a se stessa mette in mostra una condotta etica e dei riti ad essa connessi: mette in mostra uno stile di vita. Senza comprendere lo stile di vita frugale non si comprendono le sue forme, sempre in bilico tra l'estetico e l'etico. Tutte le espressioni della frugalità implicano il concetto che le risorse sono limitate: proprio nello stile di vita a risorse limitate la frugalità esprime le sue ragioni esistenziali, sociali e politiche. Pochi anni or sono, nel periodo delle archistar che concepivano l'architettura come un gioco a risorse illimitate, l'architettura frugale sembrava scomparsa. Dopo la crisi del 2007 e con l'affermarsi del paradigma ecologico la situazione è radicalmente cambiata e l'architettura frugale si è imposta sulla scena sebbene in forme diverse da quel passato a cui per altro ancora appartiene.
Frugalità in architettura
Mosco, Valerio Paolo
2022-01-01
Abstract
Questo libro è parte di una collana dedicata ai temi di architettura; negli ultimi anni sono usciti i volumi dedicati alla frugalità, al kitsch, alla fragilità, alla stilizzazione, a cui si aggiungeranno quelli sulla convenzionalità, sulla nudità e sul manierismo. Sette temi utilizzati come dispositivo per comprendere la nostra epoca, il suo gusto e il suo sentire fatto di infatuazioni e idiosincrasie, di aspirazioni come anche di inevitabili frustrazioni. Come si sa i temi prendono forma in diversi modi i quali dialogano tra loro per accostamenti, analogie e metafore. Nelle diverse espressioni tematiche riconosciamo delle apparizioni, delle ricorrenze, come anche degli slittamenti semantici che nel tempo hanno prodotto delle vere e proprie metamorfosi ed è proprio questo andamento il nucleo di interesse della collana. L’analisi per temi non è una novità. Nella seconda metà del secolo scorso Hans Sedlmayr ha incentrato il suo libro Perdita del centro sull’analisi tematica. Egli ha così analizzato la modernità attraverso determinati temi: la fabbrica, il museo, il teatro, il monumento architettonico figurativo, la casa popolare, il giardino all’inglese. Mediante essi Sedlmayr intendeva cogliere, da buon hegeliano, lo spirito di un’epoca da lui considerata, non senza forzature, una morbosa patologia. A prescindere dalle conclusioni a cui Sedlmayr è giunto, la sua analisi possiede ancora il fascino delle letture a volo d’uccello, di grande respiro, che hanno il coraggio di rifuggire quel debilitante relativismo, oggi soverchiante, che considerando solo i particolari avvilisce la narrazione generale, ovvero la narrazione critica. Leggendo il libro di Sedlmayr abbiamo infatti la sensazione di riappropriarci del dibattito e questa riappropriazione nasce proprio da quell’analisi tematica che appare come il necessario preludio a qualunque teoresi. Preludio senza il quale le forme, inseguendo loro stesse, scivolano inevitabilmente nell’entropia. Quella frugale è un'architettura rappresentativa nel senso che oltre a se stessa mette in mostra una condotta etica e dei riti ad essa connessi: mette in mostra uno stile di vita. Senza comprendere lo stile di vita frugale non si comprendono le sue forme, sempre in bilico tra l'estetico e l'etico. Tutte le espressioni della frugalità implicano il concetto che le risorse sono limitate: proprio nello stile di vita a risorse limitate la frugalità esprime le sue ragioni esistenziali, sociali e politiche. Pochi anni or sono, nel periodo delle archistar che concepivano l'architettura come un gioco a risorse illimitate, l'architettura frugale sembrava scomparsa. Dopo la crisi del 2007 e con l'affermarsi del paradigma ecologico la situazione è radicalmente cambiata e l'architettura frugale si è imposta sulla scena sebbene in forme diverse da quel passato a cui per altro ancora appartiene.File | Dimensione | Formato | |
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