Franco Antonelli, architetto e urbanista, umbro di nascita e romano di formazione, ha lasciato nella sua regione alcune architetture magistrali, note a livello internazionale: in primo luogo il monastero di Santa Maria di Betlem (1969-1994), che sovrasta la valle folignate con la grazia severa di una fabbrica medievale, e lo stabilimento tipografico Campi (1968-1972), la cui potenza espressiva ancora oggi sorprende. Ripercorrere criticamente l’opera di Antonelli, ricollocandola nel suo tempo, a partire dai primi decenni del dopoguerra – che videro brillare la nuova architettura italiana, uscita dalle strettoie del fascismo – significa non solo rendere giustizia a un singolare talento progettuale, ma anche proiettare una nuova luce su un periodo fecondo della cultura e della società italiana.
Un architetto al servizio della comunità
Marandola, Marzia
2022-01-01
Abstract
Franco Antonelli, architetto e urbanista, umbro di nascita e romano di formazione, ha lasciato nella sua regione alcune architetture magistrali, note a livello internazionale: in primo luogo il monastero di Santa Maria di Betlem (1969-1994), che sovrasta la valle folignate con la grazia severa di una fabbrica medievale, e lo stabilimento tipografico Campi (1968-1972), la cui potenza espressiva ancora oggi sorprende. Ripercorrere criticamente l’opera di Antonelli, ricollocandola nel suo tempo, a partire dai primi decenni del dopoguerra – che videro brillare la nuova architettura italiana, uscita dalle strettoie del fascismo – significa non solo rendere giustizia a un singolare talento progettuale, ma anche proiettare una nuova luce su un periodo fecondo della cultura e della società italiana.File | Dimensione | Formato | |
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