Una riflessione completa sul territorio della città diffusa veneta, negli anni della crisi del suo modello economico, sociale ed ambientale, non é ancora pienamente avvenuta. Le interpretazioni più interessanti, sul panorama dello studio del progetto alle scale dell'urbanistica, restituiscono spesso immagini legate ai fenomeni di abbandono, riuso e riciclo che le ricerche, collegate al Prin Recycle Italy- Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio, hanno esplorato attraverso ricadute operative nel processo e nel progetto di riciclo. In questo ultimo caso infatti l'obiettivo risulta chiaro e coincideva con: “l'esplorazione e la definizione di nuovi cicli di vita per infrastrutture, spazi, elementi, brani di città e del territorio che hanno perso senso, uso e attenzione”1. I territori di indagine infatti in questo caso risultano assai differenti tra di loro, dalle aree metropolitane postindustriali, alle strutture caratterizzate dal policentrismo fino alla città diffusa dell'ormai Terza Italia (Bartolini 2016) Ponendosi però all'interno di una dimensione di “ascolto” di tali ricerche si ricavano campagne di rilievo, interviste, esplorazioni progettuali che talvolta in maniera puntuale si innestano nelle configurazioni spaziali, economiche e sociali esistenti. Nei termini legati all'economia della città diffusa, se qualcosa può essere detto in maniera definitiva e condivisa é che il ritorno a condizioni dei primi anni del secolo XXI, con valori, volumi ed economie in costante crescita, strutturalmente non sia più pensabile e la natura stessa del cambiamento di una simile fase storica ed economica si può definire strutturale. I temi inerenti al capitalismo molecolare sembrano contenere la propria predominanza nella misura in cui il capitale sembra sempre più venire meno, con ricadute spaziali evidenti, lasciando dietro di sé effetti di sottocapitalizzaione spaziale in senso quantitativo con conseguenti squilibri, costi sociali e tentativi di compensazioni purtroppo solo parziali. Nei manufatti dismessi completamente o solo parzialmente, nelle aree sottoposte a conversione d' uso da agricolo ad edificabile per esempio, con spesso progetti approvati ma mai partiti, si depositano talvolta immaginari progettuali, promossi da amministrazioni o da singoli, che risultano talvolta interessanti da indagare perché descrivono la reale efficacia o distanza di alcuni strumenti della pianificazione. La città di Valdagno, nell'area pedemontana della provincia vicentina, ha offerto nei mesi di collaborazione con l'amministrazione comunale locale un valido e ricco bacino di questioni che forse valgono la pena di rimettere in sequenza.
Risignificazione tra norma e progetto per la città diffusa
Velo, Luca
2017-01-01
Abstract
Una riflessione completa sul territorio della città diffusa veneta, negli anni della crisi del suo modello economico, sociale ed ambientale, non é ancora pienamente avvenuta. Le interpretazioni più interessanti, sul panorama dello studio del progetto alle scale dell'urbanistica, restituiscono spesso immagini legate ai fenomeni di abbandono, riuso e riciclo che le ricerche, collegate al Prin Recycle Italy- Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio, hanno esplorato attraverso ricadute operative nel processo e nel progetto di riciclo. In questo ultimo caso infatti l'obiettivo risulta chiaro e coincideva con: “l'esplorazione e la definizione di nuovi cicli di vita per infrastrutture, spazi, elementi, brani di città e del territorio che hanno perso senso, uso e attenzione”1. I territori di indagine infatti in questo caso risultano assai differenti tra di loro, dalle aree metropolitane postindustriali, alle strutture caratterizzate dal policentrismo fino alla città diffusa dell'ormai Terza Italia (Bartolini 2016) Ponendosi però all'interno di una dimensione di “ascolto” di tali ricerche si ricavano campagne di rilievo, interviste, esplorazioni progettuali che talvolta in maniera puntuale si innestano nelle configurazioni spaziali, economiche e sociali esistenti. Nei termini legati all'economia della città diffusa, se qualcosa può essere detto in maniera definitiva e condivisa é che il ritorno a condizioni dei primi anni del secolo XXI, con valori, volumi ed economie in costante crescita, strutturalmente non sia più pensabile e la natura stessa del cambiamento di una simile fase storica ed economica si può definire strutturale. I temi inerenti al capitalismo molecolare sembrano contenere la propria predominanza nella misura in cui il capitale sembra sempre più venire meno, con ricadute spaziali evidenti, lasciando dietro di sé effetti di sottocapitalizzaione spaziale in senso quantitativo con conseguenti squilibri, costi sociali e tentativi di compensazioni purtroppo solo parziali. Nei manufatti dismessi completamente o solo parzialmente, nelle aree sottoposte a conversione d' uso da agricolo ad edificabile per esempio, con spesso progetti approvati ma mai partiti, si depositano talvolta immaginari progettuali, promossi da amministrazioni o da singoli, che risultano talvolta interessanti da indagare perché descrivono la reale efficacia o distanza di alcuni strumenti della pianificazione. La città di Valdagno, nell'area pedemontana della provincia vicentina, ha offerto nei mesi di collaborazione con l'amministrazione comunale locale un valido e ricco bacino di questioni che forse valgono la pena di rimettere in sequenza.File | Dimensione | Formato | |
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