Il pensiero e l’attività di Giuseppe Mazzariol sono fondati in modo profondo nella conoscenza del territorio veneziano e veneto, tanto da trarne la linfa vitale, la forma formante, per immaginarne e proporne una trasformazione coerente con la struttura storica, eppure innovativa. Convivono quindi nel suo pensiero tradizionalismo e internazionalismo, l’attenzione per i fatti e gli interpreti locali e la tensione per proporne un confronto internazionale che consenta ragionamenti più generali sui temi della conservazione e innovazione, di Venezia e dei centri storici in generale, del provincialismo e della dialettalità, ossia di quelle radici che rendono uniche le identità locali in tutte le loro espressioni, della contemporaneità e dello storicismo, delle forme storiche e della formatività. Questo chiarisce l’ecclettismo apparente, o meglio l’etereogenità, con la quale chiama ad esprimersi sulla città gli architetti Carlo Scarpa e Le Corbusier, Aldo Rossi e Louis Kahn. Venezia è concepita come un Laboratorio, che dopo la grande alluvione del 1966 e il dibattito che ne seguì sul destino della città, deve assumere il ruolo internazionale di luogo di confronto tra le arti, di elaborazione e sperimentazione di progetti, di riunificazione tra urbs e civitas, in una concezione etica del fare. Ecco quindi anche il suo impegno, oltre che nei ruoli istituzionali e politici, nell’insegnamento con la partecipazione all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, all’Università Internazionale dell’Arte e al Corso Superiore di Disegno Industriale di Venezia, all’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, all’interno dei quali propone il confronto tra le arti in modo da penetrare le loro logiche formative e fornire strumenti per giungere a nuove espressioni, contemporanee sia nella individuazione delle problematiche che nella espressione, lavorando attraverso le modalità dell’eidos e del logos.

Per una interpretazione del pensiero di Giuseppe Mazzariol su architettura e territorio

Manzelle, Maura
2014-01-01

Abstract

Il pensiero e l’attività di Giuseppe Mazzariol sono fondati in modo profondo nella conoscenza del territorio veneziano e veneto, tanto da trarne la linfa vitale, la forma formante, per immaginarne e proporne una trasformazione coerente con la struttura storica, eppure innovativa. Convivono quindi nel suo pensiero tradizionalismo e internazionalismo, l’attenzione per i fatti e gli interpreti locali e la tensione per proporne un confronto internazionale che consenta ragionamenti più generali sui temi della conservazione e innovazione, di Venezia e dei centri storici in generale, del provincialismo e della dialettalità, ossia di quelle radici che rendono uniche le identità locali in tutte le loro espressioni, della contemporaneità e dello storicismo, delle forme storiche e della formatività. Questo chiarisce l’ecclettismo apparente, o meglio l’etereogenità, con la quale chiama ad esprimersi sulla città gli architetti Carlo Scarpa e Le Corbusier, Aldo Rossi e Louis Kahn. Venezia è concepita come un Laboratorio, che dopo la grande alluvione del 1966 e il dibattito che ne seguì sul destino della città, deve assumere il ruolo internazionale di luogo di confronto tra le arti, di elaborazione e sperimentazione di progetti, di riunificazione tra urbs e civitas, in una concezione etica del fare. Ecco quindi anche il suo impegno, oltre che nei ruoli istituzionali e politici, nell’insegnamento con la partecipazione all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, all’Università Internazionale dell’Arte e al Corso Superiore di Disegno Industriale di Venezia, all’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, all’interno dei quali propone il confronto tra le arti in modo da penetrare le loro logiche formative e fornire strumenti per giungere a nuove espressioni, contemporanee sia nella individuazione delle problematiche che nella espressione, lavorando attraverso le modalità dell’eidos e del logos.
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