Nel 1970 iniziano a comparire le prime architetture della Ciudad Abierta, gli abitanti sono di passaggio, sono tutti ospiti, sono parte del cambiamento della forma e dello spazio della città che sviluppa una nuova identità per la città sudamericana. E anche se non ha la forza e la dimensione di una città, trae la sua autorizzazione a chiamarsi Città perché è stata concepita e realizzata “en ronda”. L’atto dell’abitare ha portato alla costruzione di luoghi dove ad ogni incontro si rinnova l’atto della fondazione poetica della Ciudad, le “agorà e la Sala della Musica, a luoghi dove si abita, si lavora e le ospederie; Hospedería del Errante, Hospedería de los Diseños, Portico de los Huespedes che accolgono i professori dell’Università a rotazione e i loro ospiti, le officine dove realizzare i prototipi e i palazzi, Palacio del Alba y del Ocaso, che consentono di abitare le “soglie” tra natura e costruzione. La materialità e la concezione del costruire che accomunano gli edifici della Ciudad Abierta sono parte di un enigmatica atteggiamento verso la natura e il luogo che non è arbitrario, ma cerca di appropriarsi delle qualità essenziali dell’ambiente naturale; il mare, le dune, la sabbia vengono usate come una sorta di tessuto su cui alzare le differenti opere che si plasmano seguendo l’andamento dei venti, del sole, dell’Oceano. Si instaura una forte relazione con il presente, “l’essere e l’adesso” diventano gli strumenti principali dell’azione architettonica. Perché è il tempo presente la destinazione dell’operare architettonico in questa America del Sud. L’architettura è sempre in trasformazione, finchè dura, finchè silenziosamente non sparisce. Qui la costruzione fragile, contrariamente a quel che il nome può far pensare, è fatta per durare. Nel ottobre 2022 l’Università IUAV di Venezia è stata invitata a partecipare a la ronda di costruzione dell l’Hosdpederia del Errante, a costruire con i professori e gli studenti cileni la terza parte dell’edificio. L’Hospedería all’oggi incompiuta, destinata ad accogliere gli spazi per la didattica e per l’ospitalità, è un’opera concepita per parti che possono essere autonome, due delle quali sono già state costruite in tempi diversi. Il disegno dell’involucro rimanda alla forma di una fusoliera, plasmata modulando le energie naturali e utilizzando al meglio i fattori climatici: nel lato Sud, l’involucro si deforma sec- ondo l’andamento dei venti dominanti, la tramontana che porta il sale marino, il lato Nord è protetto da una cascata di gelosias, da cui filtrano i raggi del sole modulando l’intensità della luce all’interno dell’ampio spazio aperto. La stereometria dell’opera, comporta la formazione all’interno di geometrie deformate da cui nascono gli spazi principali, la sala di ricevimento, i locali degli ospiti grazie all’intersezione dei piani con la volumetria esterna dell’abitazione. Abbiamo cominciato a costruire il terzo volume mancante. La facciata che chiude il lato Est, data dalla composizione di sei pilastri a forma di L, di legno e acciaio alti 9 metri, che posano sul terreno in modo morbido e leggero e proiettano all’esterno su una nuova terrazza pavimentata che avvolge l’intero lato orientale dell’ edificio instaurando un forte rapporto con le gradonate, le rampe, i muri di contenimento inseriti nel suolo nella parte ovest dell’Hospedería. 70 anni dopo Il progetto accademico della PUCV di Valparaíso, non è più solo un’ utopia ma una magnifica realtà. La Ciudad Abierta ha continuato e continua a essere costruita da studenti, universitari, poeti, e anche se alcune opere sono già scomparse e ne restano solo le tracce, altre stanno per essere terminate. L’Hospedería del Errante ad esempio. Research Platform La Ciudad Abierta Iuav Venezia

Mostra Ciudad Abierta, km 4 Camino Concon-Quintero, Valparaiso, 8/02-28/02/2023, Atrio Cotonificio, IUAV Venezia

Montini Zimolo, Patrizia;Castelli, Lorenzo
Membro del Collaboration Group
;
Ferrada, Jorge
Membro del Collaboration Group
2023-01-01

Abstract

Nel 1970 iniziano a comparire le prime architetture della Ciudad Abierta, gli abitanti sono di passaggio, sono tutti ospiti, sono parte del cambiamento della forma e dello spazio della città che sviluppa una nuova identità per la città sudamericana. E anche se non ha la forza e la dimensione di una città, trae la sua autorizzazione a chiamarsi Città perché è stata concepita e realizzata “en ronda”. L’atto dell’abitare ha portato alla costruzione di luoghi dove ad ogni incontro si rinnova l’atto della fondazione poetica della Ciudad, le “agorà e la Sala della Musica, a luoghi dove si abita, si lavora e le ospederie; Hospedería del Errante, Hospedería de los Diseños, Portico de los Huespedes che accolgono i professori dell’Università a rotazione e i loro ospiti, le officine dove realizzare i prototipi e i palazzi, Palacio del Alba y del Ocaso, che consentono di abitare le “soglie” tra natura e costruzione. La materialità e la concezione del costruire che accomunano gli edifici della Ciudad Abierta sono parte di un enigmatica atteggiamento verso la natura e il luogo che non è arbitrario, ma cerca di appropriarsi delle qualità essenziali dell’ambiente naturale; il mare, le dune, la sabbia vengono usate come una sorta di tessuto su cui alzare le differenti opere che si plasmano seguendo l’andamento dei venti, del sole, dell’Oceano. Si instaura una forte relazione con il presente, “l’essere e l’adesso” diventano gli strumenti principali dell’azione architettonica. Perché è il tempo presente la destinazione dell’operare architettonico in questa America del Sud. L’architettura è sempre in trasformazione, finchè dura, finchè silenziosamente non sparisce. Qui la costruzione fragile, contrariamente a quel che il nome può far pensare, è fatta per durare. Nel ottobre 2022 l’Università IUAV di Venezia è stata invitata a partecipare a la ronda di costruzione dell l’Hosdpederia del Errante, a costruire con i professori e gli studenti cileni la terza parte dell’edificio. L’Hospedería all’oggi incompiuta, destinata ad accogliere gli spazi per la didattica e per l’ospitalità, è un’opera concepita per parti che possono essere autonome, due delle quali sono già state costruite in tempi diversi. Il disegno dell’involucro rimanda alla forma di una fusoliera, plasmata modulando le energie naturali e utilizzando al meglio i fattori climatici: nel lato Sud, l’involucro si deforma sec- ondo l’andamento dei venti dominanti, la tramontana che porta il sale marino, il lato Nord è protetto da una cascata di gelosias, da cui filtrano i raggi del sole modulando l’intensità della luce all’interno dell’ampio spazio aperto. La stereometria dell’opera, comporta la formazione all’interno di geometrie deformate da cui nascono gli spazi principali, la sala di ricevimento, i locali degli ospiti grazie all’intersezione dei piani con la volumetria esterna dell’abitazione. Abbiamo cominciato a costruire il terzo volume mancante. La facciata che chiude il lato Est, data dalla composizione di sei pilastri a forma di L, di legno e acciaio alti 9 metri, che posano sul terreno in modo morbido e leggero e proiettano all’esterno su una nuova terrazza pavimentata che avvolge l’intero lato orientale dell’ edificio instaurando un forte rapporto con le gradonate, le rampe, i muri di contenimento inseriti nel suolo nella parte ovest dell’Hospedería. 70 anni dopo Il progetto accademico della PUCV di Valparaíso, non è più solo un’ utopia ma una magnifica realtà. La Ciudad Abierta ha continuato e continua a essere costruita da studenti, universitari, poeti, e anche se alcune opere sono già scomparse e ne restano solo le tracce, altre stanno per essere terminate. L’Hospedería del Errante ad esempio. Research Platform La Ciudad Abierta Iuav Venezia
2023
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