Borromini in esilio. Progetti, architetture e ristrutturazione urbana nell’area viterbese (1651-1652).

During the restoration of San Giovanni in Laterano, started in the central years of the 17th century, Francesco Borromini (1599-1667) was involved in the murder of a cleric caught damaging the marble of the basilica. The legal consequences of this event appear to influence the genesis of the projects for the Viterbo territorial context: the proposal for the expansion and renovation of the church of Santa Maria delle Fortezze near Viterbo, and those for the urban site of San Martino al Cimino, started by Innocent X and the Pamphilj family starting from 1646, in the period of peace between the two Castro Wars. The research aims to clarify and expand the information traditionally transmitted regarding Borromini's possible stay in the area of Viterbo and Orvieto, where he would have been sent to exile, based on the reconstruction of the historical and building events of the area and of the buildings in examination. The contextualization of the drawings and projects within the Viterbo context, which in the mid-17th century was experiencing a decisive phase of evolution, allowed to advance further considerations regarding the motivations linked to Borromini's participation in the design process. The data and hypotheses formulated are finally analyzed in relation to roman episodes of different scales and entities, in an attempt to provide more documented elements of comparison compared to the Viterbo projects, which can therefore facilitate the reconstruction of an executive practice and deepen the relationship between the project and the urban context of insertion through the construction, economic and regulatory characteristics of the process.

Durante il cantiere del restauro di San Giovanni in Laterano, avviato negli anni centrali del XVII secolo, Francesco Borromini (1599-1667) risulta coinvolto nell’omicidio di un chierico sorpreso a danneggiare i marmi della basilica. Le conseguenze giuridiche di tale evento sembrano essere di fatto condizionanti nella genesi dei progetti per il contesto territoriale viterbese: la proposta di ampliamento e ristrutturazione della chiesa di Santa Maria delle Fortezze presso Viterbo, e quelle per il cantiere urbano di San Martino al Cimino, avviato da Innocenzo X e la famiglia Pamphilj a partire dal 1646, nel periodo di pace tra le due Guerre di Castro. La ricerca si propone di chiarire e ampliare le informazioni tradizionalmente trasmesse rispetto al possibile soggiorno di Borromini nell’area di Viterbo e Orvieto, in cui sarebbe stato inviato in esilio, sulla base della ricostruzione delle vicende storiche e edilizie dell’area e dei manufatti in esame. La contestualizzazione dei disegni e dei progetti all’interno del contesto viterbese, che alla metà del XVII secolo vive una determinante fase di evoluzione, ha permesso di avanzare ulteriori considerazioni rispetto alle motivazioni legate alla partecipazione di Borromini nel processo progettuale. I dati e le ipotesi formulate risultano infine analizzate in relazione a episodi romani di scala ed entità diverse, nel tentativo di fornire elementi di comparazione più documentati rispetto ai progetti viterbesi, che possano quindi facilitare la ricostruzione di una prassi esecutiva e approfondire la relazione tra il progetto e il contesto urbano di inserimento attraverso le caratteristiche costruttive, economiche e normative del processo.