Il testo propone una riflessione sulla riqualificazione degli edifici e dei luoghi ad essi contigui che, pur essendo molto significativi dal punto di vista paesaggistico e rchitettonico, sono oggi in condizione di degrado ed abbandono. Il recupero ed il restauro delle torri costiere, se attuato con continuità su tutto il litorale e in sinergia tra le diverse amministrazioni locali, potrebbe contribuire sensibilmente alla riqualificazione del territorio e alla sua valorizzazione, fornendo nuovi spunti a favore di uno sviluppo economico ‘a Km zero’ e ad un turismo ecosostenibile della regione. Nella proposta elaborata, la torre viene adibita a centro di promozione della cultura enogastronomica locale, nella piena interpretazione di questo spazio come un canale comunicativo che voglia ricordare l’antico legame tra l’agricoltura salentina ed il sistema delle torri costiere, quest’ultime, un tempo, caposaldo al contributo della difesa delle derrate alimentari. Da qui nasce inoltre l’idea di affiancare all’edificio storico altri servizi, come un mercato contadino, dove far incontrare direttamente consumatori e produttori. In questo modo, la torre di S. Caterina diventa il centro di un sistema più complesso di eventi e manifestazioni legate alla promozione della cultura enogastronomica locale. Per ciò che concerne la conservazione della Torre, lo studio dei materiali delle tecniche costruttive e l’analisi del degrado hanno permesso di compiere delle scelte orientate al massimo rispetto di tutti quei segni testimoni del passaggio del tempo. Secondo questa prospettiva, i nuovi elementi architettonici necessari all’adeguamento funzionale, come parapetti e sistemi di risalita, sono stati pensati in modo tale da alterare il meno possibile la preesistenza.

Pietre d’allerta in Terra d’Otranto. Il restauro di torre S. Caterina

Danesi, Giorgio
;
2014-01-01

Abstract

Il testo propone una riflessione sulla riqualificazione degli edifici e dei luoghi ad essi contigui che, pur essendo molto significativi dal punto di vista paesaggistico e rchitettonico, sono oggi in condizione di degrado ed abbandono. Il recupero ed il restauro delle torri costiere, se attuato con continuità su tutto il litorale e in sinergia tra le diverse amministrazioni locali, potrebbe contribuire sensibilmente alla riqualificazione del territorio e alla sua valorizzazione, fornendo nuovi spunti a favore di uno sviluppo economico ‘a Km zero’ e ad un turismo ecosostenibile della regione. Nella proposta elaborata, la torre viene adibita a centro di promozione della cultura enogastronomica locale, nella piena interpretazione di questo spazio come un canale comunicativo che voglia ricordare l’antico legame tra l’agricoltura salentina ed il sistema delle torri costiere, quest’ultime, un tempo, caposaldo al contributo della difesa delle derrate alimentari. Da qui nasce inoltre l’idea di affiancare all’edificio storico altri servizi, come un mercato contadino, dove far incontrare direttamente consumatori e produttori. In questo modo, la torre di S. Caterina diventa il centro di un sistema più complesso di eventi e manifestazioni legate alla promozione della cultura enogastronomica locale. Per ciò che concerne la conservazione della Torre, lo studio dei materiali delle tecniche costruttive e l’analisi del degrado hanno permesso di compiere delle scelte orientate al massimo rispetto di tutti quei segni testimoni del passaggio del tempo. Secondo questa prospettiva, i nuovi elementi architettonici necessari all’adeguamento funzionale, come parapetti e sistemi di risalita, sono stati pensati in modo tale da alterare il meno possibile la preesistenza.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2014_Danesi, Gagliardi_Pietre d'allerta in.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: DRM non definito
Dimensione 7.57 MB
Formato Adobe PDF
7.57 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/334628
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact