Il saggio propone una riflessione sulle mappe e sugli schizzi realizzati dal coreografo Virgilio Sieni tra il 2013 e il 2016 come direttore di Biennale College - Danza Abitare il mondo. Trasmissione e pratiche (2013) e La dignità del gesto (2015) e della IX e della X edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia Mondo nuovo. Gesto luogo e comunità (2014) e Senza il mio corpo lo spazio nemmeno esisterebbe (2016). A partire dall’idea formulata nell’articolo Atlas of the Gesture (2018), in cui l’autore interpreta i disegni come una vera e propria «‘carta dei misteri’, (…) che ci lascia vagare alla ricerca di rivelazioni», il saggio indaga le modalità con cui immagini, impronte, note e mappe trattengono la forza affettiva dell’evento – in questo caso della curatela di un festival di danza – ricordandoci, per citare la studiosa Annalisa Sacchi, che seppur siamo arrivati tardi, non tutto è perduto (Sacchi 2013, 100-105). Attraverso l’analisi delle caratteristiche compositive, rintraccio gli effetti e gli affetti che le annotazioni come afterlife dell’evento trattengono al di là del tempo circoscritto dell’accadimento.

Senza il mio corpo lo spazio nemmeno esisterebbe

Alessia Prati
2022-01-01

Abstract

Il saggio propone una riflessione sulle mappe e sugli schizzi realizzati dal coreografo Virgilio Sieni tra il 2013 e il 2016 come direttore di Biennale College - Danza Abitare il mondo. Trasmissione e pratiche (2013) e La dignità del gesto (2015) e della IX e della X edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia Mondo nuovo. Gesto luogo e comunità (2014) e Senza il mio corpo lo spazio nemmeno esisterebbe (2016). A partire dall’idea formulata nell’articolo Atlas of the Gesture (2018), in cui l’autore interpreta i disegni come una vera e propria «‘carta dei misteri’, (…) che ci lascia vagare alla ricerca di rivelazioni», il saggio indaga le modalità con cui immagini, impronte, note e mappe trattengono la forza affettiva dell’evento – in questo caso della curatela di un festival di danza – ricordandoci, per citare la studiosa Annalisa Sacchi, che seppur siamo arrivati tardi, non tutto è perduto (Sacchi 2013, 100-105). Attraverso l’analisi delle caratteristiche compositive, rintraccio gli effetti e gli affetti che le annotazioni come afterlife dell’evento trattengono al di là del tempo circoscritto dell’accadimento.
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