Fin dalle origini della fotografia Venezia è documentata con il nuovo medium, capace di riprodurre architetture e spazi urbani nel solco della tradizione pittorica e incisoria. Il Grand Tour fa della città una meta turistica privilegiata e i principali atelier fotografici, seguendo la moda delle vedute settecentesche, costruiscono dei repertori di catalogazione dei monumenti e delle principali opere del territorio, influenzando a lungo la percezione stessa della città lagunare. Dai primi dagherrotipi realizzati a Venezia da John Ellis, a cui fanno seguito quelli della collezione del critico d’arte John Ruskin, che ne fece ampio uso per i suoi studi sulla conservazione e il restauro dei monumenti architettonici, passando per alcuni autori che usano la tecnica del calotipo, come Bresolin, e del collodio, come Ponti, la fama di Venezia cresce nell’immaginario collettivo del XIX secolo per la sua “unicità” e la sua aura di città immobile nel tempo.
L’immagine di Venezia nell’Ottocento
Maggi, Angelo
2024-01-01
Abstract
Fin dalle origini della fotografia Venezia è documentata con il nuovo medium, capace di riprodurre architetture e spazi urbani nel solco della tradizione pittorica e incisoria. Il Grand Tour fa della città una meta turistica privilegiata e i principali atelier fotografici, seguendo la moda delle vedute settecentesche, costruiscono dei repertori di catalogazione dei monumenti e delle principali opere del territorio, influenzando a lungo la percezione stessa della città lagunare. Dai primi dagherrotipi realizzati a Venezia da John Ellis, a cui fanno seguito quelli della collezione del critico d’arte John Ruskin, che ne fece ampio uso per i suoi studi sulla conservazione e il restauro dei monumenti architettonici, passando per alcuni autori che usano la tecnica del calotipo, come Bresolin, e del collodio, come Ponti, la fama di Venezia cresce nell’immaginario collettivo del XIX secolo per la sua “unicità” e la sua aura di città immobile nel tempo.File | Dimensione | Formato | |
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