Il ritratto mostra un giovane frate dal viso emaciato, delineato da una barba appena accennata, che indossa la tunica con cappuccio tipica dell’Ordine religioso dei Minimi, mentre sorregge con la mano la planche di uno dei suoi trattati, quello più prossimo alla data della sua morte, il 22 settembre 1646. L’incisione eseguita da Michel Lasne appare come un paradosso spazio-temporale, soprattutto dal momento che il soggetto del ritratto non avrà il tempo materiale di vedere pubblicata la sua ultima opera, che pure stringe tra le sue mani nell’immagine, e che dunque verrà edita postuma. Se il corpo è rivolto al testo, il viso e soprattutto il suo sguardo sono rivolti altrove, oltre i limiti della pagina illustrata, verso la sorgente di luce che si riflette nelle sue terse pupille, orientati al di fuori dei cenacoli religiosi e scientifici – romani e parigini - in cui il giovane frate minimo visse per gran parte della sua breve esistenza. Jean-François Niceron muore infatti ad Aix-en-Provence all’età cristologica di 33 anni, avendo speso la sua giovinezza tra l’esercizio delle fede, la ricerca scientifica e le sperimentazioni applicative di una bizzarra, ma affascinante teoria della magia artificiale al mondo delle immagini e della percezione.

Il pensiero configurativo di Jean François Niceron, tra sperimentazione prospettica e riflessione filosofica

De rosa, Agostino
2024-01-01

Abstract

Il ritratto mostra un giovane frate dal viso emaciato, delineato da una barba appena accennata, che indossa la tunica con cappuccio tipica dell’Ordine religioso dei Minimi, mentre sorregge con la mano la planche di uno dei suoi trattati, quello più prossimo alla data della sua morte, il 22 settembre 1646. L’incisione eseguita da Michel Lasne appare come un paradosso spazio-temporale, soprattutto dal momento che il soggetto del ritratto non avrà il tempo materiale di vedere pubblicata la sua ultima opera, che pure stringe tra le sue mani nell’immagine, e che dunque verrà edita postuma. Se il corpo è rivolto al testo, il viso e soprattutto il suo sguardo sono rivolti altrove, oltre i limiti della pagina illustrata, verso la sorgente di luce che si riflette nelle sue terse pupille, orientati al di fuori dei cenacoli religiosi e scientifici – romani e parigini - in cui il giovane frate minimo visse per gran parte della sua breve esistenza. Jean-François Niceron muore infatti ad Aix-en-Provence all’età cristologica di 33 anni, avendo speso la sua giovinezza tra l’esercizio delle fede, la ricerca scientifica e le sperimentazioni applicative di una bizzarra, ma affascinante teoria della magia artificiale al mondo delle immagini e della percezione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/343229
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