Atti del terzo Convegno nazionale organizzato dalla Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA) tenutosi a Napoli nei giorni 15 e 16 giugno 2023 con la presenza complessiva di 281 relatori, 19 esperti tra discussant e rapporteur, 168 contributi presentati dei quali 146 sono confluiti nei presenti Atti. Il primo Convegno nazionale si tenne a Roma nel 2016, con il coordinamento di Donatella Fiorani, sul tema RICerca/REStauro mentre il secondo a Bologna nel 2018, con il coordinamento di Stefano Francesco Musso e Marco Pretelli, sul tema Restauro: Conoscenza, Progetto, Cantiere, Gestione. I lavori di ciascuna Sezione sono stati coordinati da discussant e da rapporteur che hanno riportato in plenaria l’esito dei lavori delle Sezioni e il testo di sintesi del corrispondente ‘capitolo’ del Documento di indirizzo che ne è derivato. La Sezione 1 (Finalità e ambito di applicazione), articolata in due sottosezioni, ha affrontato le tematiche di fondo del rapporto tra tutela e progetto. In primo luogo, si è introdotta una riflessione sulle ragioni per le quali, nell’attuale situazione, sia utile, o addirittura necessaria, una linea guida sul ‘progetto di restauro’ distinta da quella sul ‘progetto di architettura’. Un primo punto riguarda la differenza tra standard, norme prescrittive e la linea guida, pensata a supporto della discrezionalità e dell’impegno progettuale. Il tema delle modalità e ambito di applicazione è cruciale: può essere (relativamente) facile pensare ad un’applicazione diretta ai beni individuati e protetti ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Tuttavia, è risultata molto interessante proprio la discussione se, a quali condizioni e con quali modalità, si possa pensare di perseguire metodologie e obiettivi propri del restauro attraverso interventi in edifici storici non protetti, o ‘protetti’ soltanto da misure di pianificazione locale, e di come questi interventi possano contribuire a conservare non solo singoli manufatti ma anche le qualità paesaggistiche e sociali degli insediamenti urbani storici. Tali aspetti hanno, di conseguenza, introdotto riflessioni sui confini dell’ambito applicativo del restauro, sulle connessioni che ne derivano con altri ambiti operativi e, quindi, con le sfide connesse all’ampliamento dei campi di interesse che ne discende.
Restauro dell’architettura : per un progetto di qualità : vol. 1: "Finalità e ambito di applicazione”, Apparati e Documento di indirizzo per la qualità dei progetti di restauro dell’architettura
Di Resta, Sara
;
2023-01-01
Abstract
Atti del terzo Convegno nazionale organizzato dalla Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA) tenutosi a Napoli nei giorni 15 e 16 giugno 2023 con la presenza complessiva di 281 relatori, 19 esperti tra discussant e rapporteur, 168 contributi presentati dei quali 146 sono confluiti nei presenti Atti. Il primo Convegno nazionale si tenne a Roma nel 2016, con il coordinamento di Donatella Fiorani, sul tema RICerca/REStauro mentre il secondo a Bologna nel 2018, con il coordinamento di Stefano Francesco Musso e Marco Pretelli, sul tema Restauro: Conoscenza, Progetto, Cantiere, Gestione. I lavori di ciascuna Sezione sono stati coordinati da discussant e da rapporteur che hanno riportato in plenaria l’esito dei lavori delle Sezioni e il testo di sintesi del corrispondente ‘capitolo’ del Documento di indirizzo che ne è derivato. La Sezione 1 (Finalità e ambito di applicazione), articolata in due sottosezioni, ha affrontato le tematiche di fondo del rapporto tra tutela e progetto. In primo luogo, si è introdotta una riflessione sulle ragioni per le quali, nell’attuale situazione, sia utile, o addirittura necessaria, una linea guida sul ‘progetto di restauro’ distinta da quella sul ‘progetto di architettura’. Un primo punto riguarda la differenza tra standard, norme prescrittive e la linea guida, pensata a supporto della discrezionalità e dell’impegno progettuale. Il tema delle modalità e ambito di applicazione è cruciale: può essere (relativamente) facile pensare ad un’applicazione diretta ai beni individuati e protetti ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Tuttavia, è risultata molto interessante proprio la discussione se, a quali condizioni e con quali modalità, si possa pensare di perseguire metodologie e obiettivi propri del restauro attraverso interventi in edifici storici non protetti, o ‘protetti’ soltanto da misure di pianificazione locale, e di come questi interventi possano contribuire a conservare non solo singoli manufatti ma anche le qualità paesaggistiche e sociali degli insediamenti urbani storici. Tali aspetti hanno, di conseguenza, introdotto riflessioni sui confini dell’ambito applicativo del restauro, sulle connessioni che ne derivano con altri ambiti operativi e, quindi, con le sfide connesse all’ampliamento dei campi di interesse che ne discende.File | Dimensione | Formato | |
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