In passato, in architettura, la sovrapposizione di diversi strati temporali avveniva in modo naturale e senza una definizione precisa per farlo. Ma, alla fine del XVIII secolo, dopo l’introduzione del concetto di patrimonio come qualcosa che necessita di una speciale protezione regolamentata, lo sviluppo di teorie e interventi sul patrimonio si è susseguito dando forma alla disciplina del restauro architettonico. D’altra parte, in contrasto con la concezione secondo cui fosse necessaria un certo intervallo temporale affinchè un edificio potesse essere considerato patrimonio, negli ultimi decenni l’architettura contemporanea ex-novo ha cominciato ad essere considerata tale. All’interno di questo processo è stata rilevata, però, una lacuna rispetto agli interventi sul patrimonio architettonico dello stesso periodo. Questi ultimi si trovano in una sorta di limbo tra l’agire su una preesistenza già considerata patrimonio e l’assegnare significati o valori all’architettura ex-novo. L’ipotesi di partenza, quindi, è che esistono interventi contemporanei sul patrimonio che aggiungono valori alla preesistenza su cui agiscono, con la dignità di essere considerati patrimonio formando un tutt’uno con l’edificio di cui fanno parte. Per fare questo, si segue una metodologia analitica, partendo dal contesto teorico della tutela e dell’intervento sul patrimonio architettonico, per poi passare alla sua messa in pratica e, infine, nello studiare come potrebbero essere applicati nei casi di interventi contemporanei. Il patrimonio si basa sul concetto di valore, il valore assegnato a un bene come modo per concordare ciò che è considerato patrimonio e perché. Si fa riferimento al termine “assegnare” perché, a differenza della protezione del patrimonio che in passato veniva effettuata dall’autorità verso il basso, sulla base dell’idea che i valori fossero intrinseci al bene, oggi si ritiene che i valori siano assegnati dalle persone, con la possibilità che significati diversi possano essere attribuiti a un bene da differenti parti della popolazione. Esistono numerose tipologie di valori applicabili al patrimonio, ma nessuna riesce a superare quella originariamente proposta da Alois Riegl nel 1903. Per la sua applicazione nella ricerca, si propone di aggiornarla per adattarla al contesto attuale. D’altra parte, negli ultimi decenni si è intensificata in Europa la pratica degli interventi su edifici preesistenti, che in molti casi sono stati realizzati da architetti non necessariamente specializzati in restauro. Questo tipo di progetti coincide con la consapevolezza della complessità dell’applicazione dei principi o dei criteri di intervento concordati a livello teorico, con particolare attenzione alla reversibilità ed al minimo intervento. Siamo quindi di fronte a un cambiamento di paradigma in cui i principi non sono più considerati un dogma ma la loro applicazione dipende dalle circostanze, dando priorità ad altri aspetti come la memoria o l’identità delle comunità legate al patrimonio oggetto di intervento. Nel contesto teorico appena descritto, si evidenzia anche l’esistenza di architetture recenti ex-novo a cui viene attribuito un valore o che vengono considerate patrimonio, pur non godendo di una tutela giuridica pari a quella dei beni tradizionalmente considerati monumenti storici. Esistono anche casi di interventi contemporanei sul patrimonio architettonico, ma sono trattati indipendentemente dalla preesistenza su cui agiscono, che di solito viene elencata separatamente nelle schede di catalogo dei beni protetti. Il passo successivo è quello di analizzare casi di interventi contemporanei sul patrimonio per determinare le possibili ragioni della loro persistenza o scomparsa, prima campionando casi in Europa occidentale e poi concentrandosi su casi nella città di Venezia, anche attraverso la co-tutela con l’Università IUAV di Venezia ed il soggiorno di ricerca in città. La particolarità di Venezia come patrimonio in sé fa sì che il dibattito generato intorno agli interventi fornisca un’ampia prospettiva sui valori che possono essere assegnati prima e dopo ciascuno di essi. I casi analizzati in profondità —Punta della Dogana, Fondaco dei Tedeschi e Fondazione Masieri— mostrano che gli interventi possono causare sia l’aggiunta che la perdita di valori all’insieme dell’edificio su cui agiscono, dimostrando che gli interventi dovrebbero essere oggetto di tutela e diventare parte di un altro strato nella sovvrapposizione del patrimonio architettonico.

In the past, the superposition of different temporal layers in architecture occurred naturally, without a defined specific way of doing so. Since the concept of heritage and its conception as something in need of special regulated protection was introduced at the end of the 18th century, the development of theories and interventions on heritage has followed one after the other, shaping architectural restoration as a discipline. On the other hand, in contrast to the conception that a certain time perspective was necessary for a building to be considered heritage, in recent decades contemporary ex-novo architecture has begun to be considered as heritage too, but a gap has been detected regarding interventions on architectural heritage from the same period. Interventions find themselves in a kind of limbo between acting on a pre-existence already considered heritage and assessing significance or values to ex-novo architecture. The hypothesis, therefore, is that there are contemporary interventions on heritage that have added values to the pre-existence they act on, being worthy of being considered heritage in the ensemble of the building they belong to. In order to do this, an analytical methodology is followed, firstly in the theoretical context of protection and intervention in architectural heritage, and then in its implementation, to study how they could be applied in cases of contemporary interventions. Heritage is based on the concept of value, value assessed to an asset as a way of reaching a consensus on what is considered heritage and why. The term “assess” is used because, in the past, heritage was protected in a top-down manner by the authorities, based on the idea that values were intrinsic to the monument, but now values are considered to be assessed by people, so that different meanings can be assigned to a property by different segments of the population. There are numerous typologies of values applicable to heritage, but none of them manages to surpass the one originally proposed by Alois Riegl in 1903. For its application in this research, an update is proposed to adapt it to current times. On the other hand, in recent years, there has been an intensification in the practice of interventions on pre-existing buildings in Europe, which in many cases have been carried out by architects not necessarily specialised in heritage restoration. This situation converges with the awareness of the complexity in the application of the consensus-based principles of intervention, especially those of reversibility and minimum intervention. Thus, we are facing a paradigm shift in which the principles are ceasing to be considered dogma and their application depends on the circumstances, giving priority to other aspects such as the memory or identity of the communities related to the heritage object of intervention. In addition to the theoretical context just described, it can be seen that currently there are recent ex-novo architectures that are assessed cultural significance, although they do not have legal protection like buildings traditionally considered historical monuments. There are also examples of contemporary interventions on architectural heritage, but they are treated separately from the pre-existences they act on. These pre-existences usually are protected through their own independent entry in heritage lists. To determine the possible reasons for the persistence or disappearance of contemporary interventions, some cases are analysed, first through a sampling of cases in Western Europe and then focusing on cases in the city of Venice, taking advantage of the joint PhD with Università IUAV di Venezia and the research stay in the city. The particularity of Venice as a heritage site in itself makes the debate generated around the interventions give a broad perspective on the values that can be assessed before and after each one. The cases analysed in depth —Punta della Dogana, Fondaco dei Tedeschi and Fondazione Masieri— show that the interventions can cause both the addition and the loss of values to the ensemble of the building they act on, proving that interventions should be the object of protection and become part of one more layer in the stratification of architectural heritage.

SUPERIMPOSED HERITAGE. The persistence of contemporary interventions on architectural heritage - PATRIMONIO SUPERPUESTO. La persistencia de las intervenciones contemporáneas sobre el patrimonio arquitectónico / BURGOS VARGAS, Camila. - (2024 Feb 16). [10.20868/UPM.thesis.81229]

SUPERIMPOSED HERITAGE. The persistence of contemporary interventions on architectural heritage - PATRIMONIO SUPERPUESTO. La persistencia de las intervenciones contemporáneas sobre el patrimonio arquitectónico

BURGOS VARGAS, CAMILA
2024-02-16

Abstract

In passato, in architettura, la sovrapposizione di diversi strati temporali avveniva in modo naturale e senza una definizione precisa per farlo. Ma, alla fine del XVIII secolo, dopo l’introduzione del concetto di patrimonio come qualcosa che necessita di una speciale protezione regolamentata, lo sviluppo di teorie e interventi sul patrimonio si è susseguito dando forma alla disciplina del restauro architettonico. D’altra parte, in contrasto con la concezione secondo cui fosse necessaria un certo intervallo temporale affinchè un edificio potesse essere considerato patrimonio, negli ultimi decenni l’architettura contemporanea ex-novo ha cominciato ad essere considerata tale. All’interno di questo processo è stata rilevata, però, una lacuna rispetto agli interventi sul patrimonio architettonico dello stesso periodo. Questi ultimi si trovano in una sorta di limbo tra l’agire su una preesistenza già considerata patrimonio e l’assegnare significati o valori all’architettura ex-novo. L’ipotesi di partenza, quindi, è che esistono interventi contemporanei sul patrimonio che aggiungono valori alla preesistenza su cui agiscono, con la dignità di essere considerati patrimonio formando un tutt’uno con l’edificio di cui fanno parte. Per fare questo, si segue una metodologia analitica, partendo dal contesto teorico della tutela e dell’intervento sul patrimonio architettonico, per poi passare alla sua messa in pratica e, infine, nello studiare come potrebbero essere applicati nei casi di interventi contemporanei. Il patrimonio si basa sul concetto di valore, il valore assegnato a un bene come modo per concordare ciò che è considerato patrimonio e perché. Si fa riferimento al termine “assegnare” perché, a differenza della protezione del patrimonio che in passato veniva effettuata dall’autorità verso il basso, sulla base dell’idea che i valori fossero intrinseci al bene, oggi si ritiene che i valori siano assegnati dalle persone, con la possibilità che significati diversi possano essere attribuiti a un bene da differenti parti della popolazione. Esistono numerose tipologie di valori applicabili al patrimonio, ma nessuna riesce a superare quella originariamente proposta da Alois Riegl nel 1903. Per la sua applicazione nella ricerca, si propone di aggiornarla per adattarla al contesto attuale. D’altra parte, negli ultimi decenni si è intensificata in Europa la pratica degli interventi su edifici preesistenti, che in molti casi sono stati realizzati da architetti non necessariamente specializzati in restauro. Questo tipo di progetti coincide con la consapevolezza della complessità dell’applicazione dei principi o dei criteri di intervento concordati a livello teorico, con particolare attenzione alla reversibilità ed al minimo intervento. Siamo quindi di fronte a un cambiamento di paradigma in cui i principi non sono più considerati un dogma ma la loro applicazione dipende dalle circostanze, dando priorità ad altri aspetti come la memoria o l’identità delle comunità legate al patrimonio oggetto di intervento. Nel contesto teorico appena descritto, si evidenzia anche l’esistenza di architetture recenti ex-novo a cui viene attribuito un valore o che vengono considerate patrimonio, pur non godendo di una tutela giuridica pari a quella dei beni tradizionalmente considerati monumenti storici. Esistono anche casi di interventi contemporanei sul patrimonio architettonico, ma sono trattati indipendentemente dalla preesistenza su cui agiscono, che di solito viene elencata separatamente nelle schede di catalogo dei beni protetti. Il passo successivo è quello di analizzare casi di interventi contemporanei sul patrimonio per determinare le possibili ragioni della loro persistenza o scomparsa, prima campionando casi in Europa occidentale e poi concentrandosi su casi nella città di Venezia, anche attraverso la co-tutela con l’Università IUAV di Venezia ed il soggiorno di ricerca in città. La particolarità di Venezia come patrimonio in sé fa sì che il dibattito generato intorno agli interventi fornisca un’ampia prospettiva sui valori che possono essere assegnati prima e dopo ciascuno di essi. I casi analizzati in profondità —Punta della Dogana, Fondaco dei Tedeschi e Fondazione Masieri— mostrano che gli interventi possono causare sia l’aggiunta che la perdita di valori all’insieme dell’edificio su cui agiscono, dimostrando che gli interventi dovrebbero essere oggetto di tutela e diventare parte di un altro strato nella sovvrapposizione del patrimonio architettonico.
16-feb-2024
33
Dottorato di ricerca internazionale di Architettura \
SUPERIMPOSED HERITAGE. The persistence of contemporary interventions on architectural heritage - PATRIMONIO SUPERPUESTO. La persistencia de las intervenciones contemporáneas sobre el patrimonio arquitectónico / BURGOS VARGAS, Camila. - (2024 Feb 16). [10.20868/UPM.thesis.81229]
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/350889
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