Venezia ha una struttura dendrica, è quasi un labirinto ; «la caratterizzazione che viene potenziata è l’impenetrabilità. (…) il labirinto può essere considerato, in questa fase, come l’iniziazione necessaria» (Sinopoli 1993, p. 16). Una eclettica ecografica veneziana, frutto di compromessi informali franco-asburgico-veneziani, è ancora oggi in vigore e i numeri civici sono gli unici simboli che identificano univocamente un luogo all’interno di un sestiere. I sestieri sono di fondazione, nascono con l’invenzione di Venezia (secondo il Temanza, nel 1169, sotto il dogado di Vitale Michiel II) : estensione e confini sono immutati e riconoscibili nelle più antiche stampe della città, sempre gli stessi, una rassicurazione nella giungla dell’indirizzario (insulario per Venezia). Ogni sestiere ha, conseguente, una quantità finita di numeri civici. In quasi due secoli i numeri civici non sono sostanzialmente cambiati né in quantità né in posizione. In quasi due secoli però la popolazione residente ha cambiato abitudini e seppur con margini ristretti, la città con essi. E poi: a fine Ottocento la popolazione residente è censita in circa 165 mila unità, oggi siamo meno di un terzo (49.995), arriviamo a due terzi con i turisti . La città risponde ai cambiamenti dal di dentro; a Venezia la planimetria non basta, bisogna sempre avere anche una sezione ; gli esterni sono rigidi invasi che possono comodamente accogliere o claustrofobicamente costringere i flussi. Ciò che in questi ultimi due secoli è cambiato di meno, a parte la massa urbana, sono i numeri civici.
Numerologia veneziana. Il varco che non c’è ma c’era e forse ci sarà ancora
Giani, Esther
2024-01-01
Abstract
Venezia ha una struttura dendrica, è quasi un labirinto ; «la caratterizzazione che viene potenziata è l’impenetrabilità. (…) il labirinto può essere considerato, in questa fase, come l’iniziazione necessaria» (Sinopoli 1993, p. 16). Una eclettica ecografica veneziana, frutto di compromessi informali franco-asburgico-veneziani, è ancora oggi in vigore e i numeri civici sono gli unici simboli che identificano univocamente un luogo all’interno di un sestiere. I sestieri sono di fondazione, nascono con l’invenzione di Venezia (secondo il Temanza, nel 1169, sotto il dogado di Vitale Michiel II) : estensione e confini sono immutati e riconoscibili nelle più antiche stampe della città, sempre gli stessi, una rassicurazione nella giungla dell’indirizzario (insulario per Venezia). Ogni sestiere ha, conseguente, una quantità finita di numeri civici. In quasi due secoli i numeri civici non sono sostanzialmente cambiati né in quantità né in posizione. In quasi due secoli però la popolazione residente ha cambiato abitudini e seppur con margini ristretti, la città con essi. E poi: a fine Ottocento la popolazione residente è censita in circa 165 mila unità, oggi siamo meno di un terzo (49.995), arriviamo a due terzi con i turisti . La città risponde ai cambiamenti dal di dentro; a Venezia la planimetria non basta, bisogna sempre avere anche una sezione ; gli esterni sono rigidi invasi che possono comodamente accogliere o claustrofobicamente costringere i flussi. Ciò che in questi ultimi due secoli è cambiato di meno, a parte la massa urbana, sono i numeri civici.File | Dimensione | Formato | |
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