Il saggio "A Pervasive Drawing: Mario Sironi Meta-Designer of a Lictorian Style" esprime una definizione esemplificata del concetto di di "stile" nel contesto del design e dell'architettura, analizzando le difficoltà concettuale e la sua centralità nella foggia di identità culturali e artistiche. L'autore riflette sulla natura contraddittoria dello "stile", visto come una nozione fluida e sfuggente: da un lato, esso è identificativo, dall'altro si manifesta in forme variabili e diffuse. Questo approccio teorico viene poi applicato al caso specifico di Mario Sironi, pittore e figura chiave del movimento Novecento, che contribuì significativamente alla definizione dello stile architettonico del regime fascista negli anni '30. Il testo approfondisce come Sironi, attraverso la sua visione artistica, abbia influenzato lo sviluppo di uno stile architettonico che incarnava i valori mitici del fascismo, non solo tramite il design di edifici, ma anche nella progettazione di intere esperienze visive, come l'Esposizione della Rivoluzione Fascista del 1932. Qui Sironi ha combinato elementi pittorici, scultorei e architettonici per creare una narrativa visiva destinata a esaltare il regime, con un linguaggio figurativo che incorporava simboli come la colonna, il fascio littorio e il saluto romano. L'articolo esplora come Sironi abbia integrato queste forme in una sintesi che si usò come espressiva dell'ideologia fascista, articolando un dialogo tra arte, design e politica. Un altro aspetto trattato è il confronto tra Sironi e altri architetti e artisti contemporanei, come Giuseppe Terragni, anch'egli impegnato nella ricerca di un linguaggio architettonico che esprimesse un senso di modernità e monumentalità legato al regime. L'autore del saggio evidenzia come Sironi abbia contribuito a un’estetica condivisa, dove l'architettura diventava non solo un mezzo espressivo, ma anche uno strumento di identificazione di massa, carico di simbolismi e valori mitologici. L'articolo conclude con una riflessione sul ruolo di Sironi come "meta-designer", ovvero come creatore di uno stile architettonico e figurativo che andava oltre il semplice progetto artistico, assumendo una dimensione ideologica e politica. Il suo contributo viene inquadrato all'interno di una più ampia riflessione sull'evoluzione dello stile nel design e nell'architettura italiana del XX secolo, ponendo l'accento sull'importanza della componente simbolica e comunicativa degli edifici come veicolo di valori culturali e politici. ------------------- The essay "A Pervasive Drawing: Mario Sironi Meta-Designer of a Lictorian Style" expresses an exemplified definition of the concept of "style" in the context of design and architecture, analyzing the conceptual difficulties and its centrality in the shaping of cultural and artistic identities. The author reflects on the contradictory nature of "style", seen as a fluid and elusive notion: on the one hand, it is identifying, on the other it manifests itself in variable and widespread forms. This theoretical approach is then applied to the specific case of Mario Sironi, a painter and key figure of the Novecento movement, who significantly contributed to the definition of the architectural style of the fascist regime in the 1930s. The text explores how Sironi, through his artistic vision, influenced the development of an architectural style that embodied the mythical values ​​of fascism, not only through the design of buildings, but also in the design of entire visual experiences, such as the 1932 Esposizione della Rivoluzione Fascista. Here Sironi combined pictorial, sculptural and architectural elements to create a visual narrative intended to exalt the regime, with a figurative language that incorporated symbols such as the column, the fasces and the Roman salute. The article explores how Sironi integrated these forms into a synthesis that was used as an expression of fascist ideology, articulating a dialogue between art, design and politics. Another aspect covered is the comparison between Sironi and other contemporary architects and artists, such as Giuseppe Terragni, who was also engaged in the search for an architectural language that expressed a sense of modernity and monumentality linked to the regime. The author of the essay highlights how Sironi contributed to a shared aesthetic, where architecture became not only a means of expression, but also a tool for mass identification, full of symbolism and mythological values. The article concludes with a reflection on Sironi's role as a "meta-designer", that is, as the creator of an architectural and figurative style that went beyond the simple artistic project, assuming an ideological and political dimension. His contribution is framed within a broader reflection on the evolution of style in Italian design and architecture of the twentieth century, emphasizing the importance of the symbolic and communicative component of buildings as a vehicle of cultural and political values.

A Pervasive Drawing: Mario Sironi Meta-Designer of a Lictorian Style

Gay, Fabrizio
2024-01-01

Abstract

Il saggio "A Pervasive Drawing: Mario Sironi Meta-Designer of a Lictorian Style" esprime una definizione esemplificata del concetto di di "stile" nel contesto del design e dell'architettura, analizzando le difficoltà concettuale e la sua centralità nella foggia di identità culturali e artistiche. L'autore riflette sulla natura contraddittoria dello "stile", visto come una nozione fluida e sfuggente: da un lato, esso è identificativo, dall'altro si manifesta in forme variabili e diffuse. Questo approccio teorico viene poi applicato al caso specifico di Mario Sironi, pittore e figura chiave del movimento Novecento, che contribuì significativamente alla definizione dello stile architettonico del regime fascista negli anni '30. Il testo approfondisce come Sironi, attraverso la sua visione artistica, abbia influenzato lo sviluppo di uno stile architettonico che incarnava i valori mitici del fascismo, non solo tramite il design di edifici, ma anche nella progettazione di intere esperienze visive, come l'Esposizione della Rivoluzione Fascista del 1932. Qui Sironi ha combinato elementi pittorici, scultorei e architettonici per creare una narrativa visiva destinata a esaltare il regime, con un linguaggio figurativo che incorporava simboli come la colonna, il fascio littorio e il saluto romano. L'articolo esplora come Sironi abbia integrato queste forme in una sintesi che si usò come espressiva dell'ideologia fascista, articolando un dialogo tra arte, design e politica. Un altro aspetto trattato è il confronto tra Sironi e altri architetti e artisti contemporanei, come Giuseppe Terragni, anch'egli impegnato nella ricerca di un linguaggio architettonico che esprimesse un senso di modernità e monumentalità legato al regime. L'autore del saggio evidenzia come Sironi abbia contribuito a un’estetica condivisa, dove l'architettura diventava non solo un mezzo espressivo, ma anche uno strumento di identificazione di massa, carico di simbolismi e valori mitologici. L'articolo conclude con una riflessione sul ruolo di Sironi come "meta-designer", ovvero come creatore di uno stile architettonico e figurativo che andava oltre il semplice progetto artistico, assumendo una dimensione ideologica e politica. Il suo contributo viene inquadrato all'interno di una più ampia riflessione sull'evoluzione dello stile nel design e nell'architettura italiana del XX secolo, ponendo l'accento sull'importanza della componente simbolica e comunicativa degli edifici come veicolo di valori culturali e politici. ------------------- The essay "A Pervasive Drawing: Mario Sironi Meta-Designer of a Lictorian Style" expresses an exemplified definition of the concept of "style" in the context of design and architecture, analyzing the conceptual difficulties and its centrality in the shaping of cultural and artistic identities. The author reflects on the contradictory nature of "style", seen as a fluid and elusive notion: on the one hand, it is identifying, on the other it manifests itself in variable and widespread forms. This theoretical approach is then applied to the specific case of Mario Sironi, a painter and key figure of the Novecento movement, who significantly contributed to the definition of the architectural style of the fascist regime in the 1930s. The text explores how Sironi, through his artistic vision, influenced the development of an architectural style that embodied the mythical values ​​of fascism, not only through the design of buildings, but also in the design of entire visual experiences, such as the 1932 Esposizione della Rivoluzione Fascista. Here Sironi combined pictorial, sculptural and architectural elements to create a visual narrative intended to exalt the regime, with a figurative language that incorporated symbols such as the column, the fasces and the Roman salute. The article explores how Sironi integrated these forms into a synthesis that was used as an expression of fascist ideology, articulating a dialogue between art, design and politics. Another aspect covered is the comparison between Sironi and other contemporary architects and artists, such as Giuseppe Terragni, who was also engaged in the search for an architectural language that expressed a sense of modernity and monumentality linked to the regime. The author of the essay highlights how Sironi contributed to a shared aesthetic, where architecture became not only a means of expression, but also a tool for mass identification, full of symbolism and mythological values. The article concludes with a reflection on Sironi's role as a "meta-designer", that is, as the creator of an architectural and figurative style that went beyond the simple artistic project, assuming an ideological and political dimension. His contribution is framed within a broader reflection on the evolution of style in Italian design and architecture of the twentieth century, emphasizing the importance of the symbolic and communicative component of buildings as a vehicle of cultural and political values.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/351231
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