Restaurare, ripristinare, recuperare: Corte il Vaticano Verbi comuni della lingua italiana, il più delle volte semplificati nel loro significato più completo, ma che nel loro senso compiuto esplicitano il loro “atto di agire”. Incarnano un legame di relazione tra passato e presente, quasi di appannaggio esclusivo di un’espressione tecnica legata a figure e ambiti professionali, che denota, considerazione generalizzata, una matrice formalmente riduttiva e semplicistica, offuscando, come in una tipica giornata invernale polesana avvolta dalla bruma, qualsiasi forma, contenuto e contesto a noi caro. Cesare Brandi, storico e critico dell’arte italiana specialista nella teoria del restauro, delinea così l’ambito di espressione e dei contenuti del restauro: esso costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella duplice polarità estetico-storica in vista della sua trasmissione al futuro [….] deve mirare al ristabilimento dell’unità potenziale […], senza commettere un falso artistico o un falso storico, e senza cancellare ogni traccia del passaggio dell’opera nel tempo.

Restaurare, ripristinare, recuperare: Corte il Vaticano

Massimiliano, Furini
2024-01-01

Abstract

Restaurare, ripristinare, recuperare: Corte il Vaticano Verbi comuni della lingua italiana, il più delle volte semplificati nel loro significato più completo, ma che nel loro senso compiuto esplicitano il loro “atto di agire”. Incarnano un legame di relazione tra passato e presente, quasi di appannaggio esclusivo di un’espressione tecnica legata a figure e ambiti professionali, che denota, considerazione generalizzata, una matrice formalmente riduttiva e semplicistica, offuscando, come in una tipica giornata invernale polesana avvolta dalla bruma, qualsiasi forma, contenuto e contesto a noi caro. Cesare Brandi, storico e critico dell’arte italiana specialista nella teoria del restauro, delinea così l’ambito di espressione e dei contenuti del restauro: esso costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte nella sua consistenza fisica e nella duplice polarità estetico-storica in vista della sua trasmissione al futuro [….] deve mirare al ristabilimento dell’unità potenziale […], senza commettere un falso artistico o un falso storico, e senza cancellare ogni traccia del passaggio dell’opera nel tempo.
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