A seguito del sisma del maggio 2012 che ha colpito principalmente i territori dell’Emilia Romagna e marginalmente quelli delle vicine regioni della Lombardia e del Veneto, l’Alto Polesine di Rovigo si è risvegliato soffocato da una sensazione di impotenza indotta dall’impreparazione mentale a fronteggiare una delle calamità naturali più devastanti e distruttive. Siamo cresciuti in una terra disegnata da tre corsi d’acqua quali il Po, l’Adige, il Tartaro-Canalbianco con la consapevolezza, quasi una certezza, che un terreno alluvionale e soffice fosse immune dal terremoto in quanto capace, per la sua consistenza e natura, di ammortizzare e attutire le onde sismiche distruttive. Al più abbiamo imparato a leggere i segnali di piena del Grande Fiume e in diverse occasioni a prepararci anche ad allontanarci precauzionalmente dalle nostre case perché le acque avevano superato ben oltre il livello di guardia. L’oratorio della Beata Vergine del Carmine di Ficarolo, sede naturale dell’Associazione Culturale, da un anno restituito alla Comunità dopo più di un trentennio di chiusura per mancanza di fondi per il completamento di un radicale intervento di consolidamento e restauro in atto, ha subito numerosi danni che lo hanno reso completamente inagibile. L’Associazione, fatta di uomini e di idee scindibili “dall’essenza del luogo”, non si è abbattuta e a sei mesi dalla prima scossa ha presentato il compendio Sisma 2012 - la paura, l’emergenza, la speranza. Le immagini significative dei primi sessanta giorni a Ficarolo, raccontando, come un cronista privo di audio, quei momenti drammatici che ci hanno resi all’improvviso “fragili”. Gli attori che avevano messo in scena il coordinamento dell’emergenza e reso attuativi i primi interventi di messa in sicurezza dei beni architettonici danneggiati, dopo avere aderito al lavoro Massimiliano Furini Presidente Associazione Culturale “Il Carmine” Coordinatore unico per l’emergenza post-sisma per gli edifici religiosi colpiti nella Provincia di Rovigo concedendo il proprio patrocinio culturale, si sono ritrovati alla serata di presentazione del quaderno fotografico tutti attorno ad un tavolo, facendo il punto della situazione su quanto fatto e su quanto ancora da fare. Presenti erano i funzionari e rappresentanti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza, della Regione del Veneto, della Provincia di Rovigo e della sua Protezione Civile, del Comune di Ficarolo, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della Diocesi di Adria-Rovigo e della Delegazione di Rovigo del FAI. Alla fine della serata, in un momento conviviale, la ripromessa di ritrovarsi per una rendicontazione definitiva a un anno dal 20 maggio 2012. Nasce da queste basi, e dall’incontro di condivisione sull’importanza della tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, l’idea di realizzare il convegno “Un anno dopo il sisma. La salvaguardia e gli interventi sul patrimonio storico-architettonico in Polesine”. Il ruolo dell’Associazione “Il Carmine” quale ideatrice e organizzatrice dell’evento ruota attorno ad una volontà del direttivo di ribadire e rafforzare l’importanza e il valore di fare accrescere la sensibilità nelle persone verso quanto c’è di bello nei “giochi di ombre e chiaroscuri” del nostro territorio e nei nostri edifici di spicco, ossia in tutte quelle pieghe della storia e della cultura nelle quali ci si riconosce, in una “particolare identità” di un luogo, nel suo Genius Loci. Dobbiamo iniziare a pensare che il Polesine non è più una “terra di confine” o “terra di conquiste” come è accaduto per tanti anni attraverso la storia: è una terra ricca di cultura, tradizioni, e capace, con la caparbietà e lo spirito dei suoi abitanti, di lavorare a testa bassa e di profondere le proprie capacità in risultati immediati e di prim’ordine.

Situazione degli edifici religiosi: il progetto della parrocchiale di Ficarolo - Danni agli edifici religiosi in Polesine - Sant'Antonino Martire a Ficarolo

Massimiliano Furini
2014-01-01

Abstract

A seguito del sisma del maggio 2012 che ha colpito principalmente i territori dell’Emilia Romagna e marginalmente quelli delle vicine regioni della Lombardia e del Veneto, l’Alto Polesine di Rovigo si è risvegliato soffocato da una sensazione di impotenza indotta dall’impreparazione mentale a fronteggiare una delle calamità naturali più devastanti e distruttive. Siamo cresciuti in una terra disegnata da tre corsi d’acqua quali il Po, l’Adige, il Tartaro-Canalbianco con la consapevolezza, quasi una certezza, che un terreno alluvionale e soffice fosse immune dal terremoto in quanto capace, per la sua consistenza e natura, di ammortizzare e attutire le onde sismiche distruttive. Al più abbiamo imparato a leggere i segnali di piena del Grande Fiume e in diverse occasioni a prepararci anche ad allontanarci precauzionalmente dalle nostre case perché le acque avevano superato ben oltre il livello di guardia. L’oratorio della Beata Vergine del Carmine di Ficarolo, sede naturale dell’Associazione Culturale, da un anno restituito alla Comunità dopo più di un trentennio di chiusura per mancanza di fondi per il completamento di un radicale intervento di consolidamento e restauro in atto, ha subito numerosi danni che lo hanno reso completamente inagibile. L’Associazione, fatta di uomini e di idee scindibili “dall’essenza del luogo”, non si è abbattuta e a sei mesi dalla prima scossa ha presentato il compendio Sisma 2012 - la paura, l’emergenza, la speranza. Le immagini significative dei primi sessanta giorni a Ficarolo, raccontando, come un cronista privo di audio, quei momenti drammatici che ci hanno resi all’improvviso “fragili”. Gli attori che avevano messo in scena il coordinamento dell’emergenza e reso attuativi i primi interventi di messa in sicurezza dei beni architettonici danneggiati, dopo avere aderito al lavoro Massimiliano Furini Presidente Associazione Culturale “Il Carmine” Coordinatore unico per l’emergenza post-sisma per gli edifici religiosi colpiti nella Provincia di Rovigo concedendo il proprio patrocinio culturale, si sono ritrovati alla serata di presentazione del quaderno fotografico tutti attorno ad un tavolo, facendo il punto della situazione su quanto fatto e su quanto ancora da fare. Presenti erano i funzionari e rappresentanti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza, della Regione del Veneto, della Provincia di Rovigo e della sua Protezione Civile, del Comune di Ficarolo, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della Diocesi di Adria-Rovigo e della Delegazione di Rovigo del FAI. Alla fine della serata, in un momento conviviale, la ripromessa di ritrovarsi per una rendicontazione definitiva a un anno dal 20 maggio 2012. Nasce da queste basi, e dall’incontro di condivisione sull’importanza della tutela del nostro patrimonio artistico e culturale, l’idea di realizzare il convegno “Un anno dopo il sisma. La salvaguardia e gli interventi sul patrimonio storico-architettonico in Polesine”. Il ruolo dell’Associazione “Il Carmine” quale ideatrice e organizzatrice dell’evento ruota attorno ad una volontà del direttivo di ribadire e rafforzare l’importanza e il valore di fare accrescere la sensibilità nelle persone verso quanto c’è di bello nei “giochi di ombre e chiaroscuri” del nostro territorio e nei nostri edifici di spicco, ossia in tutte quelle pieghe della storia e della cultura nelle quali ci si riconosce, in una “particolare identità” di un luogo, nel suo Genius Loci. Dobbiamo iniziare a pensare che il Polesine non è più una “terra di confine” o “terra di conquiste” come è accaduto per tanti anni attraverso la storia: è una terra ricca di cultura, tradizioni, e capace, con la caparbietà e lo spirito dei suoi abitanti, di lavorare a testa bassa e di profondere le proprie capacità in risultati immediati e di prim’ordine.
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