Il testo descrive il progetto presentato alla call lanciata dalla società scientifica ProArch per proporre soluzioni relative al bordo nord dell'area della Mostra d'Oltremare a Napoli con l'obbiettivo di mettere a confronto le diverse posizione teoriche sul senso, la necessità e gli strumenti del progetto di architettura all'interno delle diverse università italiane. Esso si configura secondo uno schema adattivo e quasi a crescita continua che, per morfologia e scala, si confronta con le principali emergenze di questa parte di città: lo stadio San Paolo, la Fontana dell’Esedra, l’Arena Flegrea, il netto profilo del cratere di Agnano, l’asse di via Terracina. Tutti elementi a oggi incapaci di stabilire tra loro quelle relazioni precise e intellegibili che risultano tanto più necessarie se si immagina che la Mostra d’Oltremare si trasformi da semplice recinto specialistico in grande e complesso parco pubblico, permeabile alla città e ai sui flussi. In questo senso il nuovo sistema urbano è chiaramente chiamato a dare forma, più che a una simbolica porta nord d’ingresso alla Mostra, a un vero e proprio filtro tra il parco e la città. Lo compongono due diversi elementi costruiti – le coperture modulari e il viadotto – che, pur essendo tra loro complementari, si contrappongono sul piano figurativo, volumetrico, tettonico, materico e funzionale. Le prime proteggono gli scavi archeologici e possono accogliere nuovi servizi urbani; il secondo ospita in sommità un lungo giardino pensile percorribile.

Coerenti contrapposizioni

Aymonino, Aldo
;
Ferrari, Marco;Bortolotto, Elisabetta
;
2024-01-01

Abstract

Il testo descrive il progetto presentato alla call lanciata dalla società scientifica ProArch per proporre soluzioni relative al bordo nord dell'area della Mostra d'Oltremare a Napoli con l'obbiettivo di mettere a confronto le diverse posizione teoriche sul senso, la necessità e gli strumenti del progetto di architettura all'interno delle diverse università italiane. Esso si configura secondo uno schema adattivo e quasi a crescita continua che, per morfologia e scala, si confronta con le principali emergenze di questa parte di città: lo stadio San Paolo, la Fontana dell’Esedra, l’Arena Flegrea, il netto profilo del cratere di Agnano, l’asse di via Terracina. Tutti elementi a oggi incapaci di stabilire tra loro quelle relazioni precise e intellegibili che risultano tanto più necessarie se si immagina che la Mostra d’Oltremare si trasformi da semplice recinto specialistico in grande e complesso parco pubblico, permeabile alla città e ai sui flussi. In questo senso il nuovo sistema urbano è chiaramente chiamato a dare forma, più che a una simbolica porta nord d’ingresso alla Mostra, a un vero e proprio filtro tra il parco e la città. Lo compongono due diversi elementi costruiti – le coperture modulari e il viadotto – che, pur essendo tra loro complementari, si contrappongono sul piano figurativo, volumetrico, tettonico, materico e funzionale. Le prime proteggono gli scavi archeologici e possono accogliere nuovi servizi urbani; il secondo ospita in sommità un lungo giardino pensile percorribile.
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