Il volume è dedicato ad alcune case collettive realizzate da Sandra Barclay e Jean Pierre Crousse nella capitale peruviana. All’interno di questo peculiare scenario tropicale, la coppia di architetti limegni ha realizzato diversi tipi di abitazioni, sviluppando, sistematicamente, un’idea di architettura domestica attenta ai valori ambientali e climatici locali, alla salvaguardia della privacy e dell’intimità familiare e all’invenzione di raffinate soluzioni spaziali. Questo lavoro può essere ricondotto a quattro tappe fondamentali. La prima tappa è quella delle cosiddette “casas de playa”, abitazioni unifamiliari di vacanza extraurbane disseminate nelle numerose baie presenti sulla desertica costa oceanica del Paese, prevalentemente a sud della capitale. La seconda tappa è quella delle case unifamiliari urbane quasi sempre insediate in quartieri del cosiddetto Cercado de Lima, la zona centrale della città peruviana. La terza tappa è quella delle “case andine”, ma posizionate ad alta quota all’interno del paesaggio montano della cordigliera. La quarta e ultima tappa, infine, riguarda i blocchi di abitazioni collettive oggetto di questo libro, realizzate all’interno del territorio metropolitano della capitale del Perù e legati allo sviluppo immobiliare sempre più intensivo e problematico di questa affascinante realtà urbana. Prima dell’esplosione demografica della capitale del Perù che, a partire dai primi anni Settanta del secolo scorso, ha portato la popolazione inurbata da poco più di 1 milione a quasi 10 milioni di abitanti, la frangia orientale della città compatta si concludeva, sostanzialmente, con i distretti di Miraflores, Barranco e Chorrillos, il cui abitato era chiuso, sul fronte sudorientale, dal massiccio promontorio del Morro Solar. Oltre questi limiti, la crescita della città su questo lato era rappresentata da piccoli nuclei già urbanizzati inframmezzati ad ampie zone di territorio ancora libero. Uno di questi centri urbani più antichi era quello di Surco, che prendeva nome dall’omonimo fiume che scorre in questa parte della città e che ancora oggi risulta visibile per alcuni tratti del suo percorso. Questo abitato era già presente sulle mappe cittadine in forma di piccolo borgo autonomo fin dalla metà del XVIII secolo, per poi ingrandirsi progressivamente verso nord nel corso dei secoli successivi. Tuttavia, è solo a partire dal boom edilizio degli ultimi decenni del Novecento che lo sviluppo di questa parte di Lima si consolida per poi saturare tutto il territorio libero disponibile e saldarsi con il blocco più compatto della città esistente. Nella seconda parte del Novecento, peraltro, la crescita urbana della capitale peruviana aveva messo al bando la tradizionale scacchiera di derivazione coloniale, attraverso la quale si erano urbanizzati ampi tratti di territorio dell’intera America Latina, per sostituirla con gli schemi di impronta più diradata, organica ed aperta di ispirazione anglosassone. Proprio per tale motivo, i tracciati e i tessuti della porzione di città in cui si colloca il complesso delle Case MG, l’attuale Distretto di Santiago de Surco, risentono di questa nuova sensibilità formale e si dispongono in modo da costituire piccoli nuclei rettangolari con profondità variabile tra i 40 e i 50 metri. Questi ultimi, combinandosi tra loro, vanno a formare grandi isolati di forma irregolare i quali, al loro interno, includono sempre una generosa area a parco di riferimento. Le lottizzazioni possono prevedere sia edifici in linea sia edifici a schiera di circa 15 metri di profondità che, aggregandosi di schiena, sfruttano da un lato l’affaccio su strada e dall’altro quello su cortile interno. Le Case MG occupano il lotto d’angolo di una di queste strisce, lunga 100 metri e profonda 70, rivolgendo la facciata corta sull’Avenida Coronel Reynaldo Vivanco e quella lunga sulla strada di collegamento con l’Avenida de los Precursores, all’altezza del Parco Chabuca Granda, che rappresenta una interessante attrezzatura di quartiere. Le Case MG, progettate e realizzate tra il 2013 e il 2017, risentono della ricerca sull’uso del calcestruzzo a vista come materia unica, con poche deroghe che si traducono nell’uso dell’intonaco bianco e della pietra in ciottoli come rivestimento di alcune mirate superfici.

Case MG

Cacciatore, Francesco
2024-01-01

Abstract

Il volume è dedicato ad alcune case collettive realizzate da Sandra Barclay e Jean Pierre Crousse nella capitale peruviana. All’interno di questo peculiare scenario tropicale, la coppia di architetti limegni ha realizzato diversi tipi di abitazioni, sviluppando, sistematicamente, un’idea di architettura domestica attenta ai valori ambientali e climatici locali, alla salvaguardia della privacy e dell’intimità familiare e all’invenzione di raffinate soluzioni spaziali. Questo lavoro può essere ricondotto a quattro tappe fondamentali. La prima tappa è quella delle cosiddette “casas de playa”, abitazioni unifamiliari di vacanza extraurbane disseminate nelle numerose baie presenti sulla desertica costa oceanica del Paese, prevalentemente a sud della capitale. La seconda tappa è quella delle case unifamiliari urbane quasi sempre insediate in quartieri del cosiddetto Cercado de Lima, la zona centrale della città peruviana. La terza tappa è quella delle “case andine”, ma posizionate ad alta quota all’interno del paesaggio montano della cordigliera. La quarta e ultima tappa, infine, riguarda i blocchi di abitazioni collettive oggetto di questo libro, realizzate all’interno del territorio metropolitano della capitale del Perù e legati allo sviluppo immobiliare sempre più intensivo e problematico di questa affascinante realtà urbana. Prima dell’esplosione demografica della capitale del Perù che, a partire dai primi anni Settanta del secolo scorso, ha portato la popolazione inurbata da poco più di 1 milione a quasi 10 milioni di abitanti, la frangia orientale della città compatta si concludeva, sostanzialmente, con i distretti di Miraflores, Barranco e Chorrillos, il cui abitato era chiuso, sul fronte sudorientale, dal massiccio promontorio del Morro Solar. Oltre questi limiti, la crescita della città su questo lato era rappresentata da piccoli nuclei già urbanizzati inframmezzati ad ampie zone di territorio ancora libero. Uno di questi centri urbani più antichi era quello di Surco, che prendeva nome dall’omonimo fiume che scorre in questa parte della città e che ancora oggi risulta visibile per alcuni tratti del suo percorso. Questo abitato era già presente sulle mappe cittadine in forma di piccolo borgo autonomo fin dalla metà del XVIII secolo, per poi ingrandirsi progressivamente verso nord nel corso dei secoli successivi. Tuttavia, è solo a partire dal boom edilizio degli ultimi decenni del Novecento che lo sviluppo di questa parte di Lima si consolida per poi saturare tutto il territorio libero disponibile e saldarsi con il blocco più compatto della città esistente. Nella seconda parte del Novecento, peraltro, la crescita urbana della capitale peruviana aveva messo al bando la tradizionale scacchiera di derivazione coloniale, attraverso la quale si erano urbanizzati ampi tratti di territorio dell’intera America Latina, per sostituirla con gli schemi di impronta più diradata, organica ed aperta di ispirazione anglosassone. Proprio per tale motivo, i tracciati e i tessuti della porzione di città in cui si colloca il complesso delle Case MG, l’attuale Distretto di Santiago de Surco, risentono di questa nuova sensibilità formale e si dispongono in modo da costituire piccoli nuclei rettangolari con profondità variabile tra i 40 e i 50 metri. Questi ultimi, combinandosi tra loro, vanno a formare grandi isolati di forma irregolare i quali, al loro interno, includono sempre una generosa area a parco di riferimento. Le lottizzazioni possono prevedere sia edifici in linea sia edifici a schiera di circa 15 metri di profondità che, aggregandosi di schiena, sfruttano da un lato l’affaccio su strada e dall’altro quello su cortile interno. Le Case MG occupano il lotto d’angolo di una di queste strisce, lunga 100 metri e profonda 70, rivolgendo la facciata corta sull’Avenida Coronel Reynaldo Vivanco e quella lunga sulla strada di collegamento con l’Avenida de los Precursores, all’altezza del Parco Chabuca Granda, che rappresenta una interessante attrezzatura di quartiere. Le Case MG, progettate e realizzate tra il 2013 e il 2017, risentono della ricerca sull’uso del calcestruzzo a vista come materia unica, con poche deroghe che si traducono nell’uso dell’intonaco bianco e della pietra in ciottoli come rivestimento di alcune mirate superfici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/355070
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