Il crescente riconoscimento del valore della natura nel contrasto alle attuali sfide ambientali richiede una maggior considerazione della stessa nella pianificazione territoriale e nei processi decisionali. Dei molteplici servizi ecosistemici (SE) che la natura può fornire, ve ne sono alcuni che hanno un’influenza diretta sulla riduzione della gravità degli eventi estremi e che possono quindi favorire l’adattamento agli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, proprio questi ultimi in combinazione con l’attività antropica stanno compromettendo la capacità degli ecosistemi di fornire tali servizi. Inoltre, il livello di implementazione e le conseguenti prove dell’efficacia dell’adattamento nella pianificazione territoriale sono ancora scarse. Considerando i caratteri multisettoriali e multiscalari che caratterizzano tanto l’approccio dei SE quanto i processi di adattamento climatico, la ricerca indaga l’interdipendenza che sussiste tra questi due temi per promuoverne l’integrazione nei piani e nelle politiche. Nel dettaglio, si presuppone che i SE possano diventare strumenti di valutazione delle performance territoriali attraverso cui rileggere il territorio, in quanto possono assumere il ruolo sia di fattori abilitanti nel potenziamento di una lettura adattiva, sia di fattori esposti alle minacce naturali e antropiche. In questo senso, la costruzione della conoscenza sui SE può rappresentare un’opportunità per guidare l’inserimento dei processi di adattamento negli strumenti di pianificazione regionale e informare decisioni sostenibili. Partendo da una sintesi di conoscenze esperte trasversali ai due temi, si individua un sottogruppo di servizi che può supportare l’adattamento e che in questo lavoro prende il nome di Servizi Ecosistemici per l’Adattamento al Cambiamento Climatico (SEACC). Dunque, la ricerca adotta un approccio interdisciplinare e propone un modello integrato a supporto dei processi decisionali, ovvero un toolkit pratico per la costruzione di conoscenze orientate all’azione climatica. Esso si compone di tre fasi principali: (i) la valutazione dell’offerta di SEACC, (ii) la definizione della domanda di SEACC e l’individuazione delle aree deficitarie, vale a dire quelle aree in cui la domanda non è soddisfatta dall’offerta, e (iii) la guida alla selezione di appropriate soluzioni basate sulla natura. Il modello è testato sul caso studio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in quanto la ricerca nasce nell’ambito del processo di aggiornamento e revisione del Piano di Governo del Territorio (PGT). Ciononostante, il modello è costruito in modo da fornire al contempo informazioni utili al caso studio e un contributo alla disciplina della pianificazione, proponendo una risposta ai gap riscontrati nella letteratura sull’implementazione dei SE nella pratica della pianificazione. I risultati del modello sono infine sistematizzati per illustrare come è possibile utilizzare la conoscenza prodotta e, più nel dettaglio, come questa messa a sistema possa guidare un potenziale ragionamento alla base di un processo adattivo, dal riconoscimento di una criticità climatica all’individuazione di possibili soluzioni d’intervento. Quanto emerge è che l’osservazione delle dinamiche socio-ecologiche può potenziare l’intervento adattivo, che a sua volta può concorrere a mantenere integre le funzioni e i processi degli ecosistemi, trasformando anche l’agire umano in valore e beneficio per la natura.
Geometrie del contatto. La pianificazione dei servizi ecosistemici per l’adattamento climatico / Longo, Alessandra. - (2024 Dec 16).
Geometrie del contatto. La pianificazione dei servizi ecosistemici per l’adattamento climatico
LONGO, ALESSANDRA
2024-12-16
Abstract
Il crescente riconoscimento del valore della natura nel contrasto alle attuali sfide ambientali richiede una maggior considerazione della stessa nella pianificazione territoriale e nei processi decisionali. Dei molteplici servizi ecosistemici (SE) che la natura può fornire, ve ne sono alcuni che hanno un’influenza diretta sulla riduzione della gravità degli eventi estremi e che possono quindi favorire l’adattamento agli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia, proprio questi ultimi in combinazione con l’attività antropica stanno compromettendo la capacità degli ecosistemi di fornire tali servizi. Inoltre, il livello di implementazione e le conseguenti prove dell’efficacia dell’adattamento nella pianificazione territoriale sono ancora scarse. Considerando i caratteri multisettoriali e multiscalari che caratterizzano tanto l’approccio dei SE quanto i processi di adattamento climatico, la ricerca indaga l’interdipendenza che sussiste tra questi due temi per promuoverne l’integrazione nei piani e nelle politiche. Nel dettaglio, si presuppone che i SE possano diventare strumenti di valutazione delle performance territoriali attraverso cui rileggere il territorio, in quanto possono assumere il ruolo sia di fattori abilitanti nel potenziamento di una lettura adattiva, sia di fattori esposti alle minacce naturali e antropiche. In questo senso, la costruzione della conoscenza sui SE può rappresentare un’opportunità per guidare l’inserimento dei processi di adattamento negli strumenti di pianificazione regionale e informare decisioni sostenibili. Partendo da una sintesi di conoscenze esperte trasversali ai due temi, si individua un sottogruppo di servizi che può supportare l’adattamento e che in questo lavoro prende il nome di Servizi Ecosistemici per l’Adattamento al Cambiamento Climatico (SEACC). Dunque, la ricerca adotta un approccio interdisciplinare e propone un modello integrato a supporto dei processi decisionali, ovvero un toolkit pratico per la costruzione di conoscenze orientate all’azione climatica. Esso si compone di tre fasi principali: (i) la valutazione dell’offerta di SEACC, (ii) la definizione della domanda di SEACC e l’individuazione delle aree deficitarie, vale a dire quelle aree in cui la domanda non è soddisfatta dall’offerta, e (iii) la guida alla selezione di appropriate soluzioni basate sulla natura. Il modello è testato sul caso studio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in quanto la ricerca nasce nell’ambito del processo di aggiornamento e revisione del Piano di Governo del Territorio (PGT). Ciononostante, il modello è costruito in modo da fornire al contempo informazioni utili al caso studio e un contributo alla disciplina della pianificazione, proponendo una risposta ai gap riscontrati nella letteratura sull’implementazione dei SE nella pratica della pianificazione. I risultati del modello sono infine sistematizzati per illustrare come è possibile utilizzare la conoscenza prodotta e, più nel dettaglio, come questa messa a sistema possa guidare un potenziale ragionamento alla base di un processo adattivo, dal riconoscimento di una criticità climatica all’individuazione di possibili soluzioni d’intervento. Quanto emerge è che l’osservazione delle dinamiche socio-ecologiche può potenziare l’intervento adattivo, che a sua volta può concorrere a mantenere integre le funzioni e i processi degli ecosistemi, trasformando anche l’agire umano in valore e beneficio per la natura.File | Dimensione | Formato | |
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